di Augusto Codogno
(Prima parte)
Vorrei dedicare questo articolo, diviso in due parti, alla professoressa Petra Pertici, recentemente scomparsa. Il suo volume “Siena quattrocentesca” (2012)” rimane una pietra miliare per comprendere il periodo storico (1400-1450) della Siena che andrò a raccontarvi in queste due puntate.
IL CONTESTO
Era appena iniziato il secolo (il XV) e già a Siena una serie di avvenimenti stavano preannunciando una nuova stagione culturale, politica, religiosa densa di cambiamenti ed aspettative. In effetti la prima metà del quattrocento fu significativa sotto moltissimi punti di vista.
Prima di passare alle curiosità storiche, agli usi e costumi della società senese di questa prima parte del secolo, cercherò di darvi un quadro della situazione in cui la nostra città si trovava in quel tempo.
Verso la fine del 1300, Siena aveva affidato le proprie sorti ai “priori” che avevano costituito prima un “governo dei dieci”, poi “degli undici” ed infine “dei dodici” (1385-1399).
Dal 1399 al 1404 si era affidata invece alla Signoria dei Visconti (Giangaleazzo) perdendo, solo per questo brevissimo periodo, la sua storica autonomia.
Dal 1405 al 1459 invece, un Governo detto dei “dieci priori Riformatori”, guiderà la nostra città fino al successivo governo degli undici priori, che sancirà, grazie anche al benestare di Pio II, la riammissione dei Nobili nel Governo.
Furono anni di fermento politico, culturale ed artistico, che videro una sorta di “umanesimo in salsa senese” precedere il rinascimento in tutte le sue forme condito con un ritorno di fiamma dell’anti-fiorentinismo e dell’anti-guelfismo.
Siena, con i Petrucci ed il loro circuito di uomini di cultura, tra cui menzioneremo Barnaba Pannilini ed altri membri dello “Studio Senese”, (tra cui il misterioso e sconosciuto autore il cui acronimo fu “Sermini”), gettavano le basi dell’umanesimo “ghibellino” e di un rinascimento letterario e figurativo, che vide Siena contrapporsi (non solo nelle arti) ancora a Firenze.
Da questo gruppo di virtuosi e dai salotti del tempo prese spunto anche il giovane Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), il futuro Papa senese che ebbe a chiamarsi Pio II.
Anche la famosa “guerra di Lucca”, tra la città del Guinigi e quella gigliata, ci vide naturalmente dalla parte dei lucchesi, dei Visconti e del condottiero Piccinino, quindi vittoriosi nella celebre battaglia del 1432. Ma ricordiamoci anche che la nostra fedeltà all’Impero ci causò molte difficoltà con la chiesa di Roma, ricomposte solo grazie alla diplomazia di San Bernardino e all’ospitalità che la nostra città seppe dare al Papa Eugenio IV.
Siena nella prima metà del XV secolo fu veramente al centro del mondo. Qui si fermò (tra il luglio del 1432 e l’aprile del 1433) il Re di Boemia Sigismondo di Lussemburgo, in attesa di andare a Roma per farsi incoronare dal Papa. Qui era aperto il grandioso cantiere del Duomo, dove era sovraintendente niente di meno che Jacopo della Quercia, mentre il Santa Maria della Scala stava allestendo con nuovi affreschi le sue sale di rappresentanza. Domenico di Bartolo, il Sassetta e Priamo della Quercia lavorarono infatti nel “Pellegrinaio” tra il 1440 e il 1445, sotto l’ala del Rettore Buzzichelli.
Ma fu anche il tempo delle prediche di Bernardino Albizzeschi (1380-1444), che assieme ad Alberto da Sarteano fu uno tra i più alti esempi del rinnovato fervore religioso del periodo. I primi anni cinquanta di questo secolo videro tra i protagonisti principali della nostra città i Rettori del Santa Maria della Scala, che furono in ordine di incarico:
1401-1414 Paolo di Paolo Serfucci
1414–1427 Carlo d’Agnolino Bartoli (che poi diventerà Vescovo di Siena)
1427-1427 Antonio di Matteo Savini (Ottobre-Novembre)
1427-1434 Niccolò di Galgano Bichi (destituito con disonore)
1434-1444 Giovanni di Francesco Buzzichelli (muore l’11.09.1444)
1444-1450 Urbano di Pietro del Bello
Ma anche i Vescovi senesi ebbero ruolo attivo nelle dinamiche senesi. Furono in ordine cronologico:
1407, Gabriele Condulmer (veneto, nipote di Papa Gregorio XII), divenne a sua volta papa nel 1431.
1409, Il cardinale senese Antonio Casini che testimoniò in favore di San Bernardino nel suo processo per eresia
1439, San Bernardino Albizzeschi rifiutò l’elezione a Vescovo
1439, Carlo d’Agnolino Bartoli, che aveva ricoperto in precedenza il Rettorato del Santa Maria della Scala.
1442, Cristoforo da Vicenza
1444, Neri da Monte Cavallo
1450, Enea Silvio Piccolomini, poi Papa col nome di Pio II.
Questa prima parte del mio articolo vuole essere una breve immersione per introdurvi alla meno peggio nel contesto della Siena di quel periodo che andrò a raccontarvi nella prossima puntata. Sarà un collage della vita quotidiana degli uomini e delle donne senesi, molto leggero e pieno di curiosità… da non perdere.