Gli storici riportano notizie abbastanza precicse sui sismi
di Augusto Codogno
SIENA. Siena, come è noto, fa parte di una zona ad alta densità sismica ed anche nelle antiche carte possiamo trovarne conferma. Nelle cronache senesi antiche vengono mensionati moltissimi “tremuoti” da diversi scrittori e storici e ci giungono notizie di molte devastazioni e crolli che sconvolsero la nostra città.
Naturalmente bisogna tener conto che le abitazioni del tempo non erano costruite con i moderni sistemi antisismici, per cui è evidente che i danni provocati dalle scosse, a parità di intensità, furono in passato senz’ altro maggiori che nei decenni più recenti.
Le cronache ci narrano, a partire dal 1200, di moltissimi terremoti, con grandi danni per i palazzi, le case e le chiese della nostra città. A queste scosse si dava per lo più un significato di punizione divina, di segno celeste e quasi sempre, alle scosse seguiva immediatamente una processione organizzata dal clero per placare l’ira del signore, o per raccomandare la città alla protezione della madonna. Si era certi che la preghiera, la sottomissione alla divina e la fede, fossero l’ unica soluzione in grado di far cessare i terremoti.
Dal punto di vista scientifico, si associavano invece questi fenomeni, ad altri di cui si erano avuti segni tangibili di preavviso nei mesi precedenti alle scosse. Ad esempio si credeva che il terremoto si era manifestato perché non era piovuto per molti mesi, o perché vi era stato quell’ anno grandissimo caldo, o perché nei giorni precedenti era passata una stella cometa. Ma se i “tremuoti” erano ritenuti conseguenza di segni precedenti, allo stesso tempo ad essi si imputavano delle conseguenze: malattie, pestilenze o addirittura il successivo cattivo raccolto. Dunque eravamo ancora lontano dal comparare in modo scientifico questo fenomeno naturale nella sostanza e nella forma in modo da ricondurlo a quello che relamente è : un fenomeno geologico.
Una delle prime notizie storiche dei terremoti che ripetutamente sconvolsero Siena la riporta “Sigismondo Tizio” che racconta come nel 1294 la nostra città fu interessata da “ più spaventosi tremuoti”. Ma anche “Andrea Dei”, nella sua “Chronica Senense”, ci racconta come anche nel1320 (Mese di Ottobre e Dicembre) “furono molti orribili tremuoti a Siena, e bastoro più dì e più notti, e spaventoro sì le genti che molti ne stavano tutta la notte fuora della città, e molti giacevano nel Campo” (Piazza del Campo). Dallo stesso sappiamo pure che nel 1361, nel giorno 27 Dicembre, scoppiò in Siena un terremoto così impetuoso, che il popolo si ridusse in ricovero sotto le tende al prato di Camollia. Dopo il quarto giorno, le scosse crebbero, tanto che se ne contavano in ogni notte fino a diciassette. Molte case rovinarono. Lo stesso cronista imputa al terremoto del 1361 la causa scatenante delle gravi malattie che poco tempo dopo si diffusero nella nostra città.
Dall’ Archivio dello Spedale sappiamo che anche l’8 Agosto del 1413 ci furono delle scosse ripetute in Siena e caddero alcuni palazzi e molte case e molti camini. E ancora nel 1430, dalle cronache del Tizio (Historia Senensis Tomo I pag. 212) sappiamo che nel mese di Agosto di quell’ anno intorno al giorno 12, Siena fu vittima di un potente terremoto “inopinato terraemotu Sena urbs quassata est”. Anche il 22 Agosto 1456 (Cronache del Sarti di San Sepolcro) un “tremuoto a Siena arrecò grave disastro”.
Ed ancora nel 1467 (Diario Senese Gigli pag. 157): “ A dì 22 Agosto a ore due di notte fu uno grandissimo tremuoto e seguitoro degli altri più comunali, di modo che ognuno s’uscì di casa, ed andarono per le Piazze e gli Orti per lo meglio poterono; e fessi molte Trabacche e Padiglioni e Case di legname, e spesso ne traeva de’ grandi e piccoli. E a dì 3 Settembre ne mosse uno sì grande che fè sbalordire ognuno; e cadde due torri de’ merli degli Uffiziali della Mercanzia verso il Campo, e per la grazia di Dio non si è fatto male nessuno. Stimano molti per lo gran caldo, che è stato già più mesi, e per lo gran seccareccio che mai è piovuto, sieno proceduti questi tremuoti”. Il Gigli sostiene che ci furono addirittura 160 scosse in dieci/quindici giorni. Questo terremoto fu dipinto anche in una tavola della Biccherna come si vede nella figura in frontespizio.
Anche nel 1474 “17 Dicembre anno detto a ore 17 furono cinque tremuoti grandi (a Siena), e a dì 18 detto da mattina in Sabato a 12 ore ne fu un altro” (Allegretti- Diari Senesi ed. Muratori Tomo XIII col. 781).
Numerosi altri terremoti interesseranno la nostra città negli anni e secoli successivi (1486, 1493, 1496, 1558, 1603, 1676, 1678, 1691, 1697…ecc..ecc..) fino a quello del 1798 che distrusse parte del Collegio Tolomei e causò la morte di un convittore, figlio della casata nobile degli Spannocchi. Il Tolomei fu per diversi mesi spostato presso Santa Colomba fino alla fine della ristrutturazione. Altro grave sisma ci fu nel 1846 (14 Agosto) e fu ricordato per i numerosi morti che vi furono in città. Questo terremoto è oggetto di una iscrizione marmorea dentro al Duomo di Siena, dove il popolo senese affida la propria salvezza ancora una volta alla Madonna.