Chiusa da una cancellata serviva per il pagmento del dazio
di Augusto Codogno
SIENA. Continuiamo il nostro “Tour” delle mura di Siena in senso orario, soffermandoci sulle porte che si aprono o che si aprivano nell’ultimo e più recente circuito difensivo di Siena.
Scendendo da Porta Camollia per Viale Don Minzoni, abbiamo già parlato delle ormai “tamponate” porte di Monte Guatiani e di Campansi, di cui sono ancora visibili le antiche vestigia. Proseguendo in direzione sud, sulla destra ci appare quella che è da sempre conosciuta come la “Barriera di San Lorenzo” o, tra i senesi, come “Le Lupe”, perché agli estremi di tale varco campeggiano in alto due di questi esemplari in bronzo. Queste lupe, realizzate nel 1887, furono originariamente in gesso e solo in seguito sostituite con altre due in bronzo fatte da Fulvio Corsini. La barriera, ottenuta dalla demolizione di un pezzo di cinta muraria, fu chiusa da una cancellata di ferro e serviva da dogana per il pagamento del dazio da parte di chi portava merci in entrata e uscita dalla città.
Prima di svolgere tale funzione però, e fino a che questo pezzo di mura non fu disfatto, cosa che avvenne dopo la costruzione della Stazione Ferroviaria nel 1850/1851, anche qui esisteva un’ importante porta di Siena chiamata Porta di San Lorenzo che doveva il suo nome al convento di monache ad esso adiacente.
Se dovessimo collocarla oggi, e lo possiamo fare abbastanza facilmente grazie ad alcune antiche grafiche di Alessandro Romani e Jacopo Franchini, potremmo indicarla, guardando la barriera dall’esterno, e cioè con Ravacciano alle spalle, non al centro dello spazio tra le due lupe, ma abbastanza spostata sulla sinistra.
Il Monastero di San Lorenzo
Citato numerose volte dagli illustri storici senesi, sappiamo che nel 1257 accolse le suore francescane provenienti dal soppresso Monastero di “Santa Maria di Ravacciano”, sito fuori dalle mura ed esattamente nella cosiddetta “Villetta”. Non sappiamo bene perché avvenne questa riunione, ma fatto sta che le monache si trasferirono nel Monastero (già esistente) presso la Chiesa di San Lorenzo dentro le mura (E. Romagnoli). Anche qui vi erano alcune suore ed abbiamo trovato notizie già a partire dal 1246. In quel tempo la “Ecclesia S. Laurentii” veniva collocata nei pressi della già attiva “Porta S. Laurentii”. Al tempo, la chiesa suddetta era parrocchia a tutti gli effetti, ma non sappiamo quando nacque di preciso. Secondo alcune carte citate da Ludovico Antonio Muratori, a Siena vi erano nel 1081 alcuni preti che già si titolavano “de Cardine Sancti Laurentii” e poi un Pieve di “S. Laurentii” sembra già esistere nel 1100. La chiesa di queste Monache poi, fu nel 1298 consacrata nuovamente dal Cardinale di Santa Rufina Vescovo Portuense. In questa chiesa, per la festa titolare (S. Lorenzo Martire), l’Università dei Fornai vi portava “10 libre di cera”, vi si recava ufficialmente con i suoi esponenti ed assisteva al “Corpo della Messa Cantata”. Il Monastero adiacente alla chiesa fu detto successivamente anche “di San Lorenzo alle Vigne”.
La chiesa, secondo un disegno di Girolamo Macchi, aveva sul davanti un portico formato da tre archi ed era ornata lateralmente da due piramidi sormontate da due sfere di pietra, ma questa versione è sicuramente posteriore al rifacimento fatto nel ‘600.
La Porta di San Lorenzo
Il più antico documento in cui appare questo toponimo sembra risalire al 1230 (cit. E. Pellegrini). Un altro importante documento risale invece al 1246 ed è lo stesso che testimonia anche la presenza della chiesa di cui sopra. Si tratta di una delibera per allargare la via che andava dall’ “Abatiae S. Donati” fino alla “Ecclesia S. Laurentii” e alla “Porta S. Laurentii”. Questo ampliamento della carreggiata prevedeva una larghezza che a fine lavori doveva essere di “XII brachiorum”, (bracchia o braccia era l’unità di misura senese del tempo), quindi circa 7 metri. Il Gallaccini, di cui più volte abbiamo tratto mensione per la sua descrizione delle mura e delle porte di Siena e che visse a cavallo tra il 1500 e il 1600, non ci aiuta molto nella nostra ricerca. Mentre per altri varchi infatti, dà una descrizione abbastanza approfondita e circostanziata, per Porta San Lorenzo si limita ad accennare che nel tratto di mura che da Ovile vanno a Campansi esisteva una porta, senza darci altre indicazioni se non che era nei pressi della seconda. Da alcune cronache sappiamo che nel periodo della guerra di Siena, e quindi dell’assedio della città, questa porta fu tamponata, ma poi, successivamente a questa sfortunata vicenda, riaperta definitivamente.
Un altro importante disegno intitolato “Veduta del Convento e Carbonara di S. Lorenzo in Siena”, di Jacopo Franchini (1665-1736, Biblioteca degli Intronati), ci fa vedere un po’ meglio l’area intorno alla porta. Oltre al Convento, con tanto di parlatorio, dormitorio, porticato, chiostro, carbonaia, vigna, orti e “gallinaro”, possiamo vedere anche le mura, ancora merlate e provviste di “camminatoio”, il vicino Oratorio di San Crispino e finalmente, le tracce della nostra porta.