Ancora una puntata dedicata a Porta Salaja e dintorni
SIENA. (Seconda Puntata). Cos’era Mattasalaja? Apparentemente era un nome di un vicolo, ma questo toponimo potrebbe rivelare qualcosa di più interessante. Ad orecchio, il toponimo “Mattasalaja”, ci porterebbe a credere, e alcuni storici ne sono convinti, che derivi dalla corruzione del nome della “Porta Salaja”. Infatti attribuiscono questo nome allo scomparso “Vicolo della Vacca”, individuato come sfociante nella nostra Piazza del Campo, tra il Casato e la Costarella. Per altri il “Vicolo di Mattasalaja”, sarebbe l’antico nome del Chiasso del Bargello.
Ora, le documentazioni storiche e le fonti, benchè numerose, non ci aiutano in questo senso, aggiungendo ai nostri dubbi anche il fatto che vengono citate alcune varianti quali il “Fondaco di Mattasalaja” e la “Costa di Mattasalaja”.
“Mattasala” però, era anche il nome corrotto di “Matusalem” ed era molto ricorrente in una famiglia di antichissime e nobili origini, che in questo vicolo od in prossimità di esso risiedeva: quella dei Lambertini. Secondo lo storico G. Milanesi (citazione del 1847): “Abitarono i Lambertini nel Terzo di Città, in Via di Galgaria, nella casa presso quel vicolo che da uno di loro famiglia ebbe il nome di Chiasso di Mattasalaia, oggi detto del Bargello”.
Da un Lambertino, esistito già intorno al 1100, deriva un Mattasala che nel 1169 era “Console” e da lui un certo Spinello e un certo Lambertino. Da Spinello di Mattasala nascono quattro figli: altro Spinello (che sembra morto nel 1241), Aldobrando, Mattasala e Ugolinella. Da quest’ultimo Mattasala di Spinello Lambertini e da sua moglie Aldobrandesca nascono Giovanni, Tessa e Ugolinella ecc.. Senza continuare nell’albero genealogico della famiglia Lambertini, accontentiamoci del fatto che in questa famiglia ci furono molti “Mattasala”. La nostra documentazione ci dice che già nel 1195 (16 Dicembre), tale Lamberto e Spinello di Mattasala vendevano ad Abramo, Rainaldo, Orlando e Gazano, Consoli di Siena e a Rimpretto (Camerlengo) un appezzamento di terre che va dalla casa di Zanchino fino alle mura del Comune. Spinello di Mattasala, appare anche citato in alcuni contratti (Archivio delle Riformagioni), nel 1220 (27 Dicembre), nel 1222 (23 Dicembre), nel 1223 (01 Febbraio-Legato Bichi Borghesi), nel 1225 (20 Agosto-Arch. Opera Metropolitana), nel 1227 (13 Gennaio-idem), nel 1229 (20 Agosto idem). Nel 1238 (23 Gennaio-A.O.M.) appare anche Mattasala del fu Spinello e nel 1240 (11 Dicembre-A.O.M) Spinello del fu Mattasala, ma anche nel 1241,nel 1250 ecc.. Nell’ “Appendice all’Archivio Storico Italiano (Tomo V, anno 1847), venne pubblicato sotto il nome di “Ricordi di una famiglia senese nel 1200” un quaderno di “entrate ed uscite” di Madonna Moscada, vedova di Spinello Lambertini e tutrice dei suoi figli Spinello, Aldobrando, Mattasala e Ugolinella. Da questo libretto, compilato tra il 1231 e il 1243 da Matasala, si evince che questa famiglia avesse numerose proprietà nella zona di Via Galgaria ed infatti riscuoteva il denaro derivante dagli affitti di una casa “ala Porta Salaia” (3 libre e dieci soldi). Ma Mattasala riscuote anche l’affitto da un certo “Renaldo che sta ne la Porta Salaia” e che aveva “a pigione” da Matasala una bottega in quel luogo. Nel 1241 Renaldo si fa detrarre dall’affitto dovuto a Mattasala, un centinaio di mattoni dati al padrone del fondo (Mattasala), del migliaio che aveva comperato per ristrutturare la “butiga” (bottega).
Dunque è provato che il Vicolo di Mattasalaja era di fatto il Vicolo dei Mattasala (Lambertini). Allora i casi diventano due:
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Il toponimo di “Vicolo di Mattasala” (o dei Mattasala), essendo in prossimità della Porta Salaja, viene con il tempo a corrompersi diventando “Mattasalaja” (Porta Salaja + Mattasala = Mattasalaja);
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La famiglia dei Mattasala (ed il corrispondente vicolo), era più antica della Porta ed è la porta stessa che corrompe il proprio nome prendendolo da quello del Fondaco.
Credo, ma accetto con umiltà tutte le smentite e correzioni del caso, che sia più probabile la prima ipotesi.
Molto più certo è invece il fatto che esistesse non lontano da Porta Salaia, un vicolo che da Via Galgaria scendeva in Piazza del Campo. Questo vicolo si chiamava Vicolo della Vacca ed aveva anche una Porta che troviamo almeno in due antiche citazioni col nome di “Porta del Chiasso della Vacca o Arco del Chiasso della Vacca”; fu poi detto di “Mattasalaja” perchè quasi interamente di proprietà dei Lambertini e quindi dei diversi “Mattasala” che in quella famiglia si ripetevano da tempi remoti. Il Vicolo di Mattasalaja perciò non corrisponderebbe con il Chiasso del Bargello, ma potrebbe essere individuato tra questo e la Costarella. A conferma di ciò, anche una ricerca edita nel Bullettino Senese di Storia Patria nel 2004 (volume 109), ad opera di Maurizio Tuliani dove a pagina 93 descrive: “ Pagavano, infine, 3 soldi le botteghe che stavano nel fondaco dei Mattasalaia (un vicolo oggi scomparso tra l’attuale vicolo del Bargello e la Costarella) detto anche della Vacca perché vi esercitavano l’arte dei calzolai”. Sempre dal medesimo studio sappiamo che in questo vicolo vi erano nel 1319 ben 17 botteghe riconducibili all’arte della Vacca ed i loro affitti erano biennali. (Fine)