di Augusto Codogno
SIENA. Si tratta di una rappresentazione simbolica molto presente nelle chiese, soprattutto in toscana ed in modo particolare nella nostra zona. Per rendere più facile la comprensione ai non “addetti ai lavori”, parliamo di una figura con sembianze di donna e con le gambe (code) divaricate. “Bi-caudata” infatti significa con due code. Non è assolutamente un’immagine pornografica, come qualcuno potrebbe pensare, anzi, il fatto che si trovi negli edifici di culto deve proprio escludere questa ipotesi.
Esempi di “sirena bicaudata” li troviamo un po’ dovunque nel senese, soprattutto nelle antiche Pievi romaniche. Quella della foto in copertina ad esempio, è in un capitello del chiostro di Torri (Sovicille). Altri esempi famosi ci portano nella Pieve di S. Vito di Corsignano, nella chiesa di Villore a San Giovanni d’Asso, in quella di San Bartolomeo a Montefollonico, nella Collegiata di San Quirico d’Orcia, nella Pieve di San Giovanni Battista a Ponte allo Spino, ma anche nella Pieve di Santa Maria a Chianni (Gambassi), nella cripta della basilica di Acquapendente, nella Pieve di Gropina (AR) ecc…
Sembra che tutte queste sirene siano di origine medievale, anche se il simbolo è presente nelle culture più antiche: etruschi, romani, greci.
La differenza però tra la sirena bicaudata antica e quella moderna (a partire dal X secolo), va ricercata soprattutto nella diversa raffigurazione. Mentre le civiltà più arcaiche rappresentavano una sirena col volto di donna, con i seni al vento e con ali e zampe di uccello, nel medioevo la donna è spesso con lunghi capelli, nuda fino all’inguine, ma con due zampe a coda di pesce tenute entrambe dalle sue mani a formare una specie di simbolo “omega”.
Qualcosa sicuramente dovrebbe essere cambiato nel periodo medievale a proposito del ruolo e del significato delle sirene, forse perché era entrata in gioco la Bibbia con il suo enorme peso valoriale. La sua vasta diffusione come simbolo nella Tuscia centro meridionale trova però, o recupera, anche altri significati, preesistenti o paralleli che siano. La forza dottrinale della Bibbia non è sufficiente a spiegarci la trasformazione della donna alata dell’antichità nella donna pesce del medioevo, né può bastarci rubricarla tra le mostruosità dei “bestiari medievali”.
In queste raccolte di creature mostruose, le sirene appaiono inizialmente per metà uccelli ma, con il passare del tempo, già nel periodo di Carlo Magno, riassumono l’aspetto di donna pesce, come ci attesta anche uno scritto anonimo forse di Ugo da Foglieto. Inutile non accorgersi che c’è una sintesi tra le sirene bibliche, le sirene alate, le sirene pesce, ma anche una grande contraddizione.
Perché le troviamo anche in località lontanissime dal mare se la sua natura è per metà pesce?
Sicuramente ciò che nel tempo ha accomunato le sirene, fu il loro simboleggiare qualcosa di negativo, da cui stare attenti e guardarsi bene, una sorta di monito: le ricchezze del mondo che seducono gli uomini. Così nel bestiario di “Gervaise” la sirena, ormai bicaudata, campeggia vicino alla scritta “Coloro che amano maghi, danzatrici e giullari, seguono la processione del diavolo”. Nel “bestiaire” di Richart de Fornival invece le sirene sono di tre tipi, due metà pesce e una metà uccello e tutte e tre seducono col il canto e la musica.
Come scrive Fabrizio Vanni (Centro Studi Romei), similmente nel “Bestiario Toscano” sono di tre tipi: una metà pesce, una metà uccello e l’ultima metà cavallo. Tutte seducono, addormentano e uccidono gli uomini.
Naturalmente poi ci sono quelli che vedono in questo simbolo mille altre cose, collegandolo ad antichi rituali di fertilità, all’alternarsi delle stagioni, alla nascita, all’acqua, all’astrologia, alla numerologia e chi più ne ha, più ne metta.
Senza escludere nulla, potremo però fare alcune semplici considerazioni riguardo ad alcuni punti in comune nelle sirene medievali e tirare qualche conclusione senza pretendere che sia la verità assoluta:
-Le sirene sono esseri mitologici conosciuti fin dai tempi dei greci, degli etruschi e dei romani.
-Con il passare del tempo sono entrate nell’immaginario collettivo medievale e nei libri delle creature mostruose del tempo: i bestiari.
-Pur passando i secoli, questa creatura si è trasformata nella sua natura animale di pesce, cavallo, uccello, ma metà della sua natura rimase umana e femminile.
-Le “sirene bicaudate” compaiono in molte chiese romaniche della Toscana Meridionale, ma non solo, a partire dal VIII secolo e fino al XIII.
-Essendo rappresentate su capitelli e architravi, avevano il chiaro intento di lasciare un messaggio a coloro che entravano in chiesa.
-Se sul tipo di messaggio si può disquisire fino allo spasimo, è abbastanza chiaro che esse costituivano un monito per tutti gli uomini a non cadere nel peccato.
Personalmente credo possibile che la “sirena” avesse, nella Tuscia in particolare, una diffusione fin dai tempi antichissimi, tanto che è stata rinvenuta anche nelle tombe etrusche. Il suo culto, probabilmente legato alla fertilità femminile e della terra (che spesso sono accomunati), rimase in voga anche nel periodo del paganesimo, in quello longobardo-cristiano ed anche successivamente. Con il diffondersi e l’unificarsi del cristianesimo, dopo la caduta di Roma, sussisterono per molto tempo riti pagani e autoctoni con quelli prettamente cristiani ed alcune simbologie, coesisterono per diversi secoli senza essere necessariamente vietate. Ovviamente la chiesa modificò con nuove motivazioni più inclini alle sacre scritture i simboli pagani, facendo si che si trasformassero, che si adattassero alla Bibbia, senza farli sparire del tutto.