Le Cinta Muraria di Siena e le sue 39 porte

Nata nel periodo etrusco-romano, si è modificata nei secoli

SIENA. La storia delle mura della città di Siena si perde nella notte dei tempi, fin dal suo periodo etrusco-romano, come testimoniano diversi studi recenti e meno recenti. Il suo attuale perimetro è ben diverso da come lo era agli inizi del decimo secolo ed andò modificandosi ed ingrandendosi via via che la città cresceva. In particolare nei secoli XI, XII, XIII e agli inizi del XIV subì la maggiore espansione per la necessità di difendersi dai nemici e inglobare quei borghi che si erano nel frattempo popolati causando un notevole aumento demografico. Per questa breve ricerca ho scomodato alcune inesauribili fonti della storia di Siena, mettendole a confronto, pur sapendo che la perfezione del risultato è assai difficile. Nell’occasione ho rispolverato le antiche “Chroniche” di Agnolo di Tura, del Dei e del Tizio, le ricerche del Benvoglienti, le Memorie del Pecci, la Istoria del Malavolti e il Diario Sanese del Gigli. Sebbene non ci sia una perfetta sintonia sul primordiale perimetro della cinta muraria senese, tutti concordano sul fatto che essa circondasse la parte più antica della città e cioè quel castello che si trovava nella zona oggi detta di “Castelvecchio”.

Nell’alto medioevo, e qui cominciamo ad andare sul tangibile, questo primo circuito di mura si allargò inglobando tutta la cosiddetta “città vecchia” e cioè quella zona che comprendeva per intenderci il già citato Castelvecchio, la Piazza del Duomo, l’Ospedale S. Maria della Scala e scendeva poi lungo Via Franciosa e Via dei Pellegrini fino al Campo (poi divenuto Piazza) nei pressi della “Costarella dei Barbieri”. Le mura proseguivano poi lungo Via del Casato di Sotto fino a Porta Oria, Via del Capitano, Via Tommaso Pendola e Via Fosso di S. Ansano. Non siamo certi di quali fossero le Porte di accesso più antiche, ma alcune testimonianza ci portano a credere che siano state Porta Salaja (Porta Salaria, presso la Costarella, testimoniata gia’ dall’ XI secolo), Porta Oria (Porta Aurea), alla fine di Via del Casato di Sotto uscendo dal Campo, le due Porte di Valle Piatta dette anche “dei Canonici” e poi appellate solo come “Le due Porte” ed infine Porta Verchione che si apriva nei pressi di Via del Capitano.

Nella prima metà del XII secolo si ebbe un notevole ampliamento delle mura di Siena ed il perimetro si allargò comprendendo la zona di Piazza del Campo e l’adiacente Piazza del Marcato, la zona del terzo di Camollia, la zona di Provenzano, e la zona del Terzo di San Martino fino al Ponte di Romana. Alle già citate Porte quindi, se ne aggiunsero altre come la Porta di San Prospero, sull’attuale Viale Rinaldo Franci, la Porta Camollia, sulla Via Francigena ed estremo nord della città, la Porta di Pescaia (o Pescaria), in Via di Fonte Giusta, la Porta di San Vigilio, oggi dietro Piazza Salimbeni, la Porta dei Provenzani, vicino a S. Maria di Provenzano e la vecchia Porta Romana, che si trovava all’altezza di Santo Spirito.

A partire dal 1180, un successivo ampliamento riguardò ancora la parte est del Terzo di Camollia e quella sud del Terzo di Città. Da Camollia partirono le mura che tuttoggi vediamo fino alla Porta San Lorenzo, poi la Porta a Ovile e la Porta dei Frati Minori, in corrispondenza di Piazza San Francesco. Nacquero anche la Porta dei Salvani, la Porta di Follonica, l’antica Porta di San Maurizio al Ponte (oggi detta “Arco di Pantaneto), la Porta di Val di Montone (o del Borgo Nuovo di Santa Maria). Nella zona di Castelvecchio nacquero la Porta di San Giuseppe e la Porta all’Arco (oltre alla già esistente Porta Oria).

A partire dal 1250 Siena ebbe ancora degli ampliamenti che si focalizzarono maggiormente sul Terzo di San Martino e nacquero la Porta di Busseto, di San Viene (una precedente Porta S. Viene era già presente precedentemente), di Fontebranda e la seconda Porta Romana, questa volta spostata a sud fino al piazzale dove si trova il museo della Società degli Esecutori di Pie Disposizioni.

Nel 1270, per migliorare la difesa cittadina a nord, si costruì anche l’Antiporto di Camollia.

A partire dal 1290 un nuovo ampliamento inglobò tutta la parte sud della città fino al confine murario tuttora esistente. La cinta, dotata di torri, avviava dall’esistente Porta di Busseto a Porta Pispini, poi all’attuale Porta Romana, proseguendo per Porta Tufi, Porta San Marco e Porta Laterina.

Secondo le ormai celebri “Cronache Senesi” del Tizio, nel 1301 si contavano a Siena almeno 38 Porte d’ ingresso ed a ogni Compagnia Militare o “Societatis” veniva commissionata la guardia di almeno una di esse.

Dopo la peste nera del 1348, la diminuzione drastica della popolazione non rese necessario alcun ampliamento e solo nel Quattrocento il perimetro murario della città venne leggermente implementato allo scopo di inglobare all’interno la Basilica di San Francesco, fino ad allora rimasta al di fuori. Non fu aperta nessuna nuova porta.

Da allora il perimetro della cinta muraria di Siena rimase 11.600 braccia che, secondo le unità di misura moderne dovrebbe essere circa 7 chilometri, salvo fatta la correttezza dell’antica “bracchia” che equivale a 0,60 metri.

Questa storia, pur molto semplificata, delle mura della città di Siena, ci porta di conseguenza ad occuparci dei suoi accessi e poiché l’argomento è vastissimo, sarà oggetto di un ulteriore approfondimento e di una serie di articoli che prometto di divulgare in questa rubrica.

Le cosiddette “Porte di Siena” infatti, nascondono tante curiosità e quindi necessitano di più articoli. Oltre a quelle precedentemente citate, durante la ricerca, ne sono spuntate altre fino a giungere al numero di 39, senza considerare che ce n’erano anche delle piccole, come quella detta “Postierla” e cioè “piccola porta” di cui ancora oggi se ne conserva il nome.

Riassumo adesso tutti i nomi delle Porte di Siena, molte delle quali scomparse totalmente, o inglobate all’interno delle mura che via via andavano allargando la città, tenendo sempre conto che alcune di esse hanno cambiato il nome nel tempo, mentre altre sono state ricostruite e spostate verso l’esterno. Ad esempio la stessa “Porta Romana”, sappiamo essersi chiamata in questo modo, sia quando era vicina all’attuale Ponte di Romana, sia quando è stata spostata piu’ a Sud. Probabilmente il numero esatto è quello che ci indica il Tizio all’anno 1355 e cioè 38, visto che dopo la peste, sembra che Siena non abbia più avuto bisogno di tanti accessi alla città: