Curiano
di Augusto Codogno
SIENA. Ubicazione: Curiano, oggi Fattoria Agricola, si trova in Val d’Arbia, tra Lucignano e Ponte d’Arbia, sulla destra andando in direzione di Buonconvento sull’omonimo poggio.
Il Borgo di Curiano ha una storia antichissima ed il suo toponimo ci rimanda ad un’origine risalente perlomeno al periodo Imperiale romano. Nei secoli è stato poi corrotto (specie nel tardo medioevo) con “Curtiano” e “Churtiano”, ma anche “Curliano” e “Churtiano” a cui veniva associato alla fine del 1200 anche “Vallis Arbie”, ovvero “Val d’Arbia” per distinguerlo dall’altra località di Monte Curliano in maremma e, verso il finire dell’800, divenne “Curiano Mocenni” per via della nobile famiglia che ne era divenuta proprietaria.
Il documento più antico che testimonia il nostro Borgo risale all’anno 1079 ed è una pergamena di donazione di beni e terreni fatta al Monastero di Santa Maria di Casciano facente parte del fondo denominato “Legato Bichi-Borghesi”.
Il presente atto, rogato dal notaio Tusberto in Siena presso il Monastero di Santa Maria di Casciano, recita così: “Guazio del fu Baroncello dona al Monastero di S. Maria a Casciano, i suoi beni posti nel contado e territorio senese in luogo detto Radi, in Curtiano, Citina, Palmula, Villano, San Donnino ecc….”
LA FRANCIGENA A CURIANO
Questa antica strada ha attraversato da sempre il Borgo di Curiano. Nel tragitto tra Siena e Ponte d’Arbia (due tappe di sosta del viaggio dell’ormai arcinoto Vescovo Sigeric nell’anno 994/95), si passava per forza da questa località. Alcuni storici fanno disquisizione su due possibili percorsi: l’uno di collina, proveniente da Quinciano e da Montedonachi (1100), l’altro di pianura, da Lucignano d’Arbia (fine 1200), ma le vie conducevano entrambe a Curiano. Da qui, la strada proseguiva per Selvitella (ora Sorbitella al Poggio) e poi per Borgo d’Arbia (ora Ponte d’Arbia).
Già a metà del 1200 è testimoniata la presenza di uno “Spedale” in Curiano, ma non troviamo mai indicato né il nome, né l’ubicazione, al contrario dei vicini ospizi di Selvitella (titolato a S. Giovanni) e di Ponte d’Arbia (S. Pietro) dell’Ordine Gerosolomitano (Cavalieri di San Giovanni). Di un secondo Ospedale a Curiano invece sappiamo qualcosa in più (ne parleremo in seguito), in quanto costruito ex-novo nel secolo successivo.
Alla fine del 1200 però, un’altra importante testimonianza scritta ribadisce l’importanza storica di Curiano. E’ inserita nel “Constituto del Comune di Siena” e poi ricopiata anche nel Libro dei “Domini Viarii”, ovvero gli Ufficiali che si occupavano delle strade, dei ponti e dei corsi d’acqua. “.clccccii – De Fonte que est a capite Coste de Curliano” Item statuimus et ordinamus, quod fons qui est a capite Coste de Curliano, reficiatur et reactatur de lapidibus et mactonibus…..”. Questa delibera riguarda una fonte che era situata in cima alla Costa di Curiano e gli Ufficiali deputati ordinano che sia rifatta e riaggiustata con pietre e mattoni ed il tutto a vantaggio di chi passa per questa strada. Non era consuetudine che Siena si occupasse direttamente delle fonti del Contado, tranne quelle di particolare importanza (come doveva esserlo quella di Curiano), in quanto punto di ristoro per i pellegrini lungo l’arteria principale: la Francigena.
Nel 1300 Curiano è già attestata come una Comunità o Comunello “oltre le Masse” e nel 1311 entra nelle mire espansionistiche dell’Ospedale Santa Maria della Scala che già possedeva alcuni terreni nella zona.
Nel 1316/1318, nell’Estimo del Contado (n. 152) la nostra località veniva chiamata “Curliano Vallis Arbie” e l’Ospedale Santa Maria della Scala, tramite l’amministrazione della sua Grancia di Cuna, vi possedeva ben 38,19 Staia di terreno, corrispondenti a 5 Ettari, stimati in Lire 401,70.
LO SPEDALE DEI SS. NICCOLO’, DOMENICO E AMBROGIO
Dal Volume “Memorie storiche delle parrocchie suburbane della diocesi di Siena” del Merlotti (pag. 241), scopriamo che il 6 Agosto dell’anno 1327 “un tal Niccolò di Benzio cittadino senese, con atto della sua ultima volontà rogato in Siena da Ser Angiolo del fu Duccio, eresse e dotò con diversi campi e vigne uno spedale per accogliervi i poveri, pellegrini e religiosi di qualunque ordine dedicandolo ai SS. Niccolò, Domenico e Ambrogio. Egli ne dette il giuspatronato e la sovvenzione ai padri domenicani del Convento di Siena, aggiungendovi, oltre al peso dell’ospitalità, l’obbligo della celebrazione di una messa quotidiana e di un anniversario nel giorno del suo decesso”.
IL RESTO DELLA STORIA
Nel 1334 la Comunità di Churliano era tenuta a sopportare alcune “gravezze” come quella cosiddetta del “Censo” per il quale pagò in detto anno: “1 cero fogliato da due libre e 2 once di cera per i fiori”
Nel 1350, due anni dopo la Grande Peste e la conseguente diminuzione della popolazione, Curiano era ancora un “Comunello oltre le Masse” e godeva di una certa autonomia.
Nel 1377 (ASS Consiglio Generale 187), dopo varie richieste e petizioni da parte delle popolazioni che abitavano vicino a Lucignano d’Arbia, il Consiglio generale decise di ripristinare (sebbene non ogni giorno della settimana), il servizio di Vicariato a Lucignano e di questo poterono usufruirne le località di Curiano, Salvetello, Casale, San Pietro in Campo e Tavena. Tutte queste comunità, assieme ad altre della zona, dovevano però partecipare alla custodia del Castello di Lucignano ed alla sua difesa, in caso di pericolo.
Nel 1380 la Comunità di Curliano fece petizione al Supremo Concistoro per poter essere fusa con quella di Lucignano d’ Arbia, ma nel 1400 la troviamo accorpata con quella di Selvitella.
Tra il 1430-1470 Churliano è ancora un “Comunello oltre le Masse”
Nel 1555 anche questo luogo fu toccato, come tutta la Val d’Arbia, dalla sanguinosa guerra di Siena, in quanto punto strategico per i rifornimenti provenienti da Montalcino e fu luogo di battaglia.
Nel 1561 entrò a far parte della Podesteria di Buonconvento e nel 1640 i Padri Domenicani, venderono il podere di Curliano, con obbligo al compratore medesimo di tenere un letto per dare ricetto ai poveri pellegrini.
Verso la fine del 1600, il Borgo di Curiano appariva frazionato in numerose unità poderali di cui la maggior parte però erano delle nobili famiglie Nini e Bandinelli. Ai Nini appartenevano tutti gli edifici più grandi di Curiano che rimasero ancora di loro proprietà fino alla fine del 1700 e inizio del 1800, mentre alla famiglia Bandinelli, si sostituì ben presto la famiglia Sergardi. I Sergardi-Biringucci, come vedremo, rimarranno proprietari di beni nel Borgo di Curiano fino al secolo scorso.
Nel 1809, con il Governo Francese, “Curliano” passò sotto la Comune di Monteroni d’Arbia e nel 1891 Stanislao Mocenni, figlio di Alessandro Mocenni riuscì definitivamente a riunire tutto il Borgo sotto di sé.
A questo punto corre obbligatorio un cenno su Stanislao Mocenni, personaggio che ebbe un grande rilievo sia nel panorama nazionale che internazionale. Nacque a Siena nel 1837 e sempre a Siena morì il 21/03/1907. Fu dapprima ufficiale dell’Esercito Granducale di Toscana e dopo il 1860 passò in quello italiano. Si distinse nella repressione del brigantaggio nel meridione e nel 1884 fu nominato Generale. Dal 1874 al 1900 fu anche Deputato del Regno e sotto il Governo Crispi fu anche Ministro della Guerra. Fu proprio da Curiano che trattò con Baldissera l’impresa di Adua, facendolo venire a Siena in incognito. La lettera che lo convocava all’Hotel Continental di Siena fu spedita e bollata nell’ufficio postale di Monteroni, mentre il Mocenni si trovava nella sua Villa di campagna di Curiano. Era l’anno 1896 ed il Baldissera doveva sostituire Oreste Barartieri alla guida delle truppe italiane in Etiopia, ma mentre era ancora in viaggio nel canale di Suez, Baratieri attaccò di sua iniziativa e subì la pesantissima sconfitta di Adua.
