di Augusto Codogno
SIENA. Fin dai primi anni del XIV secolo esisteva tra Lucignano d’Arbia e Curiano una chiesa molto importante denominata la Madonna del Piano, dalla omonima località che in quei tempi doveva essere abbastanza popolata. Il borgo era situato sotto al poggio di Lucignano, presso uno snodo viario da dove la Francigena deviava verso l’Arbia e, oltrepassandola tramite un ponte, si congiungeva alla strada che andava verso Casale Sergardi, Montacuto (Montauto Joseppi) e Chiusure.
Pur non conoscendone la data di fondazione, la troviamo presente già nelle decime del 1302-1303 ed in quelle successive (1317, 1409 ecc..), ininterrottamente fino alla fine del XVII secolo, quando, nell’anno 1599 risulta annessa alla vicina Pieve di San Giovanni Battista a Lucignano. In questa chiesa era già presente nel 1549 una delle locali Confraternite, la Madonna del Piano, che, anche dopo la fusione con quella del Corpus Domini di Lucignano, continuò a farla officiare per altri due secoli e mezzo.
A partire dal 1600 i documenti la ricordano soltanto come “Cappella” o “Oratorio” della Compagnia della Madonna al Piano, ma la sua esistenza è ancora confermata dalle varie visite pastorali oltre che dai documenti della Confraternita. Proprio dagli inventari di questa Compagnia laicale possiamo vedere che si officiava ancora nel 1754 ed esisteva ancora nel 1785, mentre nella visita pastorale dell’Arcivescovo Zondadari del 1804 risulta scomparsa. Finita tra i possessi della famiglia Mocenni diventò nell’ottocento uno dei tanti poderi della tenuta di Curiano e della chiesa si persero le tracce. Della vecchia struttura rimane oggi solo un caseggiato che porta ancora il nome de “La Madonna”, ma del quale non era mai stata approfondita l’origine. I recenti studi sul borgo di Lucignano d’Arbia da me effettuati, con la preziosa collaborazione di Luigi Bichi, hanno finalmente dissipato ogni dubbio, scartando definitivamente l’idea che l’antica chiesa potesse trovarsi più a nord, nell’altro grande podere che ancora oggi si chiama “Podere Piano”.
Tra i tanti documenti rinvenuti, molti dei quali nei volumi della Compagnia del Corpus Domini di Lucignano, ancora oggi presenti nell’Archivio di Stato di Siena, ce n’è uno che fuga ogni dubbio. Si tratta di uno scritto (ASS, Capitano di Giustizia n.185, f.8 anno 1607), relativo ad uno studio per il rifacimento ed il miglioramento della strada Cassia detta “fiorentina” che andava da Siena a Roma.
Qui si parla proprio della Cappella del Piano ed è indicata proprio nello svincolo in cui si devia verso l’Arbia per collegarsi alla strada per Asciano (strada tra l’altro già citata a fine XIII secolo nello Statuto dei Domini Viarii) e di cui ancora oggi rimangono importanti tracce. Il documento recita così: “….per la nuova strada fiorentina sino alla Cappella nel Piano di Lucignano di Val d’Arbia per andare verso Roma nella mano manca, et indi voltando per la strada di Sciano sino….”.
Ancora oggi è presente lo svincolo ed il tracciato che da questo podere porta al fiume dove, nel tratto che va verso Caggiolo, esistevano un ponte ed un mulino i cui pochi resti ancora si vedono nell’alveo dell’Arbia.