Simone Martini non vi dipinse mai un affresco
SIENA. Abbiamo parlato nella scorsa puntata di Porta Camollia, già testimoniata nel 1082 da un documento appartenuto all’Abbazia Vallombrosana di Passignano. Ma non fu la sola porta che a nord si incontrava percorrendo la francigena per entrare in città. Nei secoli successivi, furono costruite, sempre per motivi difensivi, altre due porte collegate alle mura più antiche con castellacce che, nel cinquecento, divennero dei veri e propri fortini. Fu quasi un epilogo naturale proteggere il lato più a nord della città, visto che da sempre, i maggiori problemi militari erano dati dalla inimicizia con Firenze, la rivale storica. Questi altri due varchi, che erano anch’essi delle vere e proprie porte, furono: il Torrazzo di Mezzo e l’Antiporto.
Il Torrazzo di Mezzo
Era situato tra Porta Camollia e l’Antiporto ed era già esistente nel 1258. Accanto a questa porta era la Chiesa di San Basilio con il suo antico ospedale. Il luogo non dovrebbe discostarsi molto dall’attuale incrocio dove oggi comincia Via Ricasoli, in quanto, in alcuni antichi dipinti, la vediamo ad un centinaio di metri dalla colonna (cippo) che sta tra essa e l’Antiporto. Questa colonna riporta l’iscrizione dell’ incontro avvenuto il 7 Marzo del 1451 tra l’Imperatore Federigo III e la sua sposa Eleonora di Portogallo, condottagli dall’ allora Vescovo di Siena (poi diventerà Papa col nome di Pio II), Enea Silvio Piccolomini
L’Antiporto di Camollia
E’ la porta più esterna della città e fu detta anche “Portone o Portone dipinto”, ma per tutti noi contemporanei è “l’ Antiporto di Camollia”. Secondo la cronaca di Paolo di Tommaso Montauri, si cominciò a costruirlo nel 1270, al tempo del Podestà Conte Guido Novello, quando i Guelfi ruppero nuovamente la pace e cacciarono da Siena i Ghibellini e “furono guaste le case de’ Salvani di Siena, ch’erano con altre loro case preso la chiesa di San Cristofano (per intenderci, ad oggi, è la zona che da Piazza Tolomei scende a Provenzano), e de le pietre se ne fè la Porta a Camolia di fuore e mensi drento el prato a Camolia e chiamasi la porta Goltapalazi”
Naturalmente questo toponimo lo possiamo leggere come “Voltapalazzi”, ma nessun altro documento a me conosciuto la chiama in questo modo. In realtà, probabilmente si trattò di un ingrandimento perché nei libri della Biccherna, alla data 1259 risulta che “ Johannis, Guiduccio et Jacobo Ballionis positis ad facendum fieri anteportam de Camolia, et pro eis recepit Ranierus Bastugi corum camerarius”e, sempre nello stesso anno, nel Libro XX si dice che “magistro Benecacie Gratiani pro pretio duorum miliariorum lapidum conciatorum quos dare debet dicto Comuni, ut apparet in carta facta manu Ugolini notari (AAS Biccherna ad annum, Libro del Camerlingo D, cc. 18 v49 v, c.12v)
Una curiosità che è sempre stata legata al nostro Antiporto è quella secondo la quale vi sia stato dipinto un affresco da parte di Simone Martini. Due petizioni, una del 14 Giugno 1348 e l’altra del 31 Luglio 1360 testimoniano che, contrariamente a quanto creduto, non è mai esistito alcun affresco del grande maestro, in quanto il celeberrimo artista morì in Avignone nel 1344. L’opera tra l’altro, ebbe termine nel 1361. Successivamente vi lavorò Alessandro Casolani (1552-1606) che vi dipinse una Madonna contornata dai Santi Bernardino e Caterina.
Nel 1699 Giuseppe Nasini dipinse in questo grandioso portico una specie di foresta magica con i rami delle piante che, intrecciandosi, andavano a formare dei cerchi all’interno dei quali l’artista dipinse gli stemmi delle 17 Contrade. Nonostante i bombardamenti del 1944 ed i notevoli danni subiti, questi stemmi delle contrade sopravvissero, ma quel che non aveva danneggiato la guerra lo fece l’uomo. Con un restauro “poco appropriato” di non molti anni fa, questi disegni furono definitivamente cancellati.
Il Borgo e i dintorni di Porta Camollia
Una quantità di chiese, monasteri e ospedali pullulavano la zona intra ed extra Porta Camollia, ma di questi luoghi ci limiteremo ad indicarne l’esistenza e poco più, perché il tutto sta riguardando una mia ricerca sugli antichi “spedali senesi” e l’argomento è troppo vasto per essere affrontato al momento. Sollevandomi dal parlare delle chiese più conosciute, come la Chiesa di San Pietro alla Magione, antichissima “mansiones” prima dei Templari e poi, dopo il 1312, degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, o come la Chiesa dei santi Vincenzo ed Anastasio, quella di S. Andrea, quella di S. Stefano alla Lizza, accennerò brevemente di altri edifici meno conosciuti, se non addirittura scomparsi.
L’elenco sarà veramente “stringato”:
Ospedale di San Niccolò
Questo “spedale”, secondo alcune fonti fu fondato dalla famiglia Gucci de’ Sirj dirimpetto alla Chiesa di S. Pietro alla Magione. Secondo il macchi esisteva già nel 1278. Nel 1408 fu ceduto al Beato Stefano Agazzari istitutore dei Canonici Regolari detti “Scopettini”, che poi l’abbandonarono e lo vendettero ad un certo Cosimo, sacerdote che poi lo diede ai Padri Domenicani (Cronache del Tizio)
Ospedale e Chiesa di Santa Lucia de’ Fabbri
Questa chiesa con annesso “spedale” era “a lato alla Parrocchiale di S. Andrea in Camollia”. Secondo alcune cronache vi si ricoveravano “i bastardi della nobilissima antica famiglia de’ Salimbeni” e fu fondato nel 1290.
Ospizio di Piero Fastello, detto anche di Fontebecci
Eretto nei pressi di Peragna (con il medesimo nome anche oggi esiste una strada) fu fin dall’antichità dipendente dall’Abbazia Vallombrosana di Passignano ed era il più lontano “extra porta Camollia”. Fu eretto vicino a una chiesa titolata a S. Antonio da Pietro Fastello, figlio di Gherardo che, nel 1123, con il consenso di sua moglie Bellica lo donò ai vallombrosani di Passignano.
Chiesa di San Basilio,
Nota fin dal 1002 (ASF Carte di Passignano 28/04/1002), era ubicata presso il Torrazzo a metà strada tra Porta Camollia e l’Antiporto, grossomodo dove oggi inizia via Ricasoli. Dopo i Vallombrosani fu sottoposta ai canonici del Duomo, ma fu distrutta nel 1554 a causa della guerra.
Ospizio o Spedale di San Basilio detto anche “di citto”
Eretto prima del 1054 vicino alla chiesa con lo stesso nome. Da una pergamena di Passignano, sappiamo infatti che “ad annum” era già esistente in luogo detto “Piscina”, che era vicino alla chiesa di San Basilio e che era “ante via et strata romea”, quindi sulla francigena. Lo Spedale nacque come Ospizio “pei poveri e pei pellegrini”. Altra testimonianza nel Dicembre 1067.
Veniva detto anche “Spedale di Citto” perché tale “Citto” ne fu Rettore per moltissimi anni e dopo di lui i suoi figli. Secondo alcuni Citto era della famiglia degli Azzolini, mentre secondo altri fu figlio di Donna Lambertesca dei Malavolti (meno probabile). Di certo, nel 1094, lasciò molti beni al detto Spedale.
Chiesetta di S. Agnese
Vicina a quella di S. Basilio era già in funzione nel 1130
Chiesa e Ospizio dei Santi Vincenti e Niccolò
Furono entrambi donati ai Vallombrosani nel 1086 dal fondatore, tal Bernardo di Baroncello che aveva costruito e ubicato questi edifici pii nel borgo di Camollia, sulla “strata romea”, in un luogo chiamato in quei tempi “a capo di vigna”. Non sappiamo se questo spedale sia lo stesso S. Niccolò che era davanti alla Magione.
Oratorio di S. Niccolò
Eretto vicino all’ Ospedale dei SS Vincenzo e Niccolò nel 1144
Ospedale di S. Croce in Jerusalem
Secondo alcune fonti fu eretto nel 1296 da Ser Torello di Baccelliere ed era ubicato uscendo da Porta Camollia sul lato destro tra il Torrazzo e la Porta Medesima.
Secondo le cronache di Neri di Donato, invece, nel 1368 morirono “Ser Turello e Monna Baldessa, i quali erano entrambi Rettori dello Spedale di Santa Croce a Porta Camollia”. Probabilmente con il nome di “Turello”, sono esistiti entrambi i personaggi. Se non v’è certezza dell’anno esatto della sua fondazione, non ci sono invece dubbi sulla sua ubicazione.
Il luogo era chiamato “Doccia” e nelle vicinanze si scendeva ad una fonte di cui si parla anche nel 1290 nello “Statuto dei Domini Viarii”. Nel 1700 il “Parco di Doccia”, era del Conte Pieri.
La Confraternita o Compagnia notturna denominata “San Girolamo sotto lo Spedale”, nata intorno al 1428, ufficiò anticamente “nello Spedale di Santa Croce che era come dice il Gigli fuori di Porta Camollia ove era una piccola chiesa fra le due porte”.
Cappella del Santo Sepolcro
Accanto all’Ospedale di S. Croce in Jerusalem. Nel 1603, ad opera del Cav. Francesco Vanni fu riedificato un Oratorio del S. Sepolcro
Monastero delle Rinchiuse di Santa Maria dell’Ordine di San Damiano
Indicato come presso la Porta di Camollia, fu beneficiato nel 1250 (Archivio Riformagioni, Aprile) di alcune indulgenze da Papa Innocenzo IV, con bolla diretta ai fedeli emanata dalla città di Lione.
Convento di S. Antonio di Vienna
Contiguo all’ Ospedale di S. Croce e alla Cappella del Santo Sepolcro era questo convento dei Padri Armeni (detti anche Armini) e fu edificato nel 1308. Secondo alcune fonti questi frati attendevano o, lo fecero per alcuni anni, anche all’ospedale di Santa Croce di Gerusalemme a loro vicino.
Convento delle suore di Santa Maria Novella
Era un monastero dell’Ordine Camaldolese vicinissimo a quello dei frati armeni (S. Antonio) e sembra che sia nato nel 1297 quando, alcune suore vi si trasferirono da S. Giusto alle Monache presso l’Arbia per assistere gli ammalati del vicino Ospedale. Esse furono abolite nel 1493 e riunite a quelle di S. Prospero.
Spedale di Santa Barbara dei Bandinelli
Ne sappiamo ben poco se non che nel 1486 risultava “deperito” e che era vicino all’ Ospedale di Citto, quindi alla chiesa di San Basilio e al Torrazzo di Mezzo.
Cappella della Visitazione
Era ubicata sul lato sinistro di Porta Camollia, ma fu atterrata perché pericolante nel 1575.
Chiesina della Visitazione
Secondo alcune fonti era accanto allo Spedale di San Niccolò che a sua volta era quasi di fronte alla Magione.
Cappella di San Bernardino
Eretta appena fuori dall’ Antiporto nel 1498 da Alessandro Mirabelli, rimase incendiata nel 1554. Dal 1685 fu la sede della Confraternita di San Bernardino che aveva officiato fino al 1590 nella Basilica dell’Osservanza.
Chiesa e Monastero di Santa Petronilla
Ora solo chiesa parrocchiale, ma nel 1219 sede di un monastero femminile di suore Francescane. Nel 1442 ospitò il Papa Eugenio IV con tutto il suo seguito, che vi rimase per sei mesi. Sembra che anch’esso fu demolito per causa della guerra del 1553-1555
Monastero della Concezione
Era un monastero di clausura femminile sotto la regola di S. Agostino ed era “contiguo” alla Piazza detta de’ paparoni.