Il simbolo inventato dal grande predicatore
di Augusto Codogno
SIENA. (Seconda Puntata) Ci eravamo lasciati con la storia della vita di San Bernardino (prima puntata) e la cronologia degli avvenimenti e degli eventi del santo senese che visse dal 1380 al 1444. Famosissime le sue prediche ed abile la sua arte oratoria, ma anche il suo ingegno e la sua capacità di colpire nel segno, facendo passare i suoi messaggi con artefizi che oggi definiremo con una parola inglese: “Marketing”. San Bernardino infatti fu anche un’abile psicologo e brillò nell’attrarre i fedeli avvalendosi anche di moderne strategie.
Per diffondere la sua devozione al “Santissimo Nome di Gesù” si era addirittura inventato un nuovo simbolo detto “Trigramma” o “Orifiamma” o anche “Cristogramma”. Grazie a lui infatti il “JHS” entrò nell’uso iconografico comune e divenne familiare alla gente. Infatti, venivano fatte baciare ai fedeli che ascoltavano le sue prediche delle tavolette di legno incise con questo monogramma sormontato da una croce e attorniato da un sole. Questo simbolo racchiudeva tutto il messaggio di San Bernardino ed era composto da un sole d’oro in campo azzurro; al centro del cerchio del sole le tre lettere JHS. Il sole aveva dodici raggi che per Bernardino, in relazione al nome Gesù, rappresentavano: il Rifugio dei peccatori, il Vessillo dei combattenti, la Medicina degli infermi, il Sollievo dei sofferenti, l’Onore dei credenti, lo Splendore degli evangelizzanti, la Mercede degli operanti, il Soccorso dei deboli, il Sospiro di quelli che meditano, l’ Aiuto dei supplicanti, la Debolezza di chi contempla e la Gloria dei trionfanti. il sole centrale è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole, e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità. Il calore del sole è diffuso dai raggi, ed ecco allora i dodici raggi serpeggianti (per alcuni i dodici Apostoli); la fascia che circonda il sole rappresenta la felicità dei beati che non ha termine, il celeste dello sfondo è simbolo della fede, l’oro dell’amore. Tutto il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi di San Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”. Le lettere stesse (IHS), hanno duplice significato: sono le prime tre del nome Gesù in greco, ma possono anche voler dire in modo abbreviato “Jesus Hominum Salvator”, cioè Gesù Salvatore degli uomini; Bernardino allungò anche l’asta sinistra dell’H, tagliandola in alto per farne una croce, in alcuni casi la croce è poggiata sulla linea mediana dell’H. Questo simbolo dai colori vivaci veniva posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle varie Famiglie e Corporazioni spesso in lotta fra loro.
Il trigramma del nome di Gesù, divenne un emblema celebre e diffuso in ogni luogo e anche sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena campeggia enorme e solenne ad opera dell’orafo senese Tuccio di Sano e di suo figlio Pietro, ma lo si ritrova in ogni posto dove Bernardino e i suoi discepoli abbiano predicato o soggiornato. A volte il trigramma figurava sugli stendardi che precedevano Bernardino, quando arrivava in una nuova città, sempre presente sulla tavoletta con la quale al termine dell’omelia, benediceva i fedeli. Anche Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo.
Poiché questo trigramma fu disegnato da Bernardino stesso, questo nostro santo viene considerato il patrono dei pubblicitari. Dunque la missione di S. Bernardino, come dice anche lui con parole inequivocabili, fu quella di “Rinnovare e chiarificare il Nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa”. Questa devozione al Santissimo Nome di Gesù, non era nuova dalle nostre parti, in quanto era stata avviata pochi decenni prima di lui, in tutto il senese dai “Gesuati”, congregazione religiosa fondata nel 1360 dal nostro concittadino beato Giovanni Colombini e così chiamata perché dedita all’assistenza degli infermi sulla bocca dei quali il nome di Gesù era assai ricorrente. Questo simbolo fu poi adottato a metà del 1500 dalla “Compagnia di Gesù” alla quale i “Gesuiti” aggiunsero i tre chiodi di Cristo, e ne favorirono la diffusione in tutti i paesi del mondo.
Lo stemma della “Compagnia di Gesù”, diffuso da metà del 1500 differisce da quello del “SS. Nome di Gesù” di pochissimo. Nello stemma di quest’Ordine i raggi non sono più dodici e sono stati aggiunti tre chiodi. (Fine)
SIENA. (Seconda Puntata) Ci eravamo lasciati con la storia della vita di San Bernardino (prima puntata) e la cronologia degli avvenimenti e degli eventi del santo senese che visse dal 1380 al 1444. Famosissime le sue prediche ed abile la sua arte oratoria, ma anche il suo ingegno e la sua capacità di colpire nel segno, facendo passare i suoi messaggi con artefizi che oggi definiremo con una parola inglese: “Marketing”. San Bernardino infatti fu anche un’abile psicologo e brillò nell’attrarre i fedeli avvalendosi anche di moderne strategie.
Per diffondere la sua devozione al “Santissimo Nome di Gesù” si era addirittura inventato un nuovo simbolo detto “Trigramma” o “Orifiamma” o anche “Cristogramma”. Grazie a lui infatti il “JHS” entrò nell’uso iconografico comune e divenne familiare alla gente. Infatti, venivano fatte baciare ai fedeli che ascoltavano le sue prediche delle tavolette di legno incise con questo monogramma sormontato da una croce e attorniato da un sole. Questo simbolo racchiudeva tutto il messaggio di San Bernardino ed era composto da un sole d’oro in campo azzurro; al centro del cerchio del sole le tre lettere JHS. Il sole aveva dodici raggi che per Bernardino, in relazione al nome Gesù, rappresentavano: il Rifugio dei peccatori, il Vessillo dei combattenti, la Medicina degli infermi, il Sollievo dei sofferenti, l’Onore dei credenti, lo Splendore degli evangelizzanti, la Mercede degli operanti, il Soccorso dei deboli, il Sospiro di quelli che meditano, l’ Aiuto dei supplicanti, la Debolezza di chi contempla e la Gloria dei trionfanti. il sole centrale è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole, e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità. Il calore del sole è diffuso dai raggi, ed ecco allora i dodici raggi serpeggianti (per alcuni i dodici Apostoli); la fascia che circonda il sole rappresenta la felicità dei beati che non ha termine, il celeste dello sfondo è simbolo della fede, l’oro dell’amore. Tutto il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi di San Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”. Le lettere stesse (IHS), hanno duplice significato: sono le prime tre del nome Gesù in greco, ma possono anche voler dire in modo abbreviato “Jesus Hominum Salvator”, cioè Gesù Salvatore degli uomini; Bernardino allungò anche l’asta sinistra dell’H, tagliandola in alto per farne una croce, in alcuni casi la croce è poggiata sulla linea mediana dell’H. Questo simbolo dai colori vivaci veniva posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle varie Famiglie e Corporazioni spesso in lotta fra loro.
Il trigramma del nome di Gesù, divenne un emblema celebre e diffuso in ogni luogo e anche sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena campeggia enorme e solenne ad opera dell’orafo senese Tuccio di Sano e di suo figlio Pietro, ma lo si ritrova in ogni posto dove Bernardino e i suoi discepoli abbiano predicato o soggiornato. A volte il trigramma figurava sugli stendardi che precedevano Bernardino, quando arrivava in una nuova città, sempre presente sulla tavoletta con la quale al termine dell’omelia, benediceva i fedeli. Anche Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo.
Poiché questo trigramma fu disegnato da Bernardino stesso, questo nostro santo viene considerato il patrono dei pubblicitari. Dunque la missione di S. Bernardino, come dice anche lui con parole inequivocabili, fu quella di “Rinnovare e chiarificare il Nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa”. Questa devozione al Santissimo Nome di Gesù, non era nuova dalle nostre parti, in quanto era stata avviata pochi decenni prima di lui, in tutto il senese dai “Gesuati”, congregazione religiosa fondata nel 1360 dal nostro concittadino beato Giovanni Colombini e così chiamata perché dedita all’assistenza degli infermi sulla bocca dei quali il nome di Gesù era assai ricorrente. Questo simbolo fu poi adottato a metà del 1500 dalla “Compagnia di Gesù” alla quale i “Gesuiti” aggiunsero i tre chiodi di Cristo, e ne favorirono la diffusione in tutti i paesi del mondo.
Lo stemma della “Compagnia di Gesù”, diffuso da metà del 1500 differisce da quello del “SS. Nome di Gesù” di pochissimo. Nello stemma di quest’Ordine i raggi non sono più dodici e sono stati aggiunti tre chiodi. (Fine)