di Augusto Codogno
BUONCONVENTO. Non sempre questa località fu un castello, ma certamente era già nota ai tempi dell’impero romano, come testimoniano alcuni rinvenimenti fatti nel secolo scorso, tra cui un bronzetto raffigurante un leone, datato V° secolo avanti Cristo. La sua posizione sulla francigena dovette averne accresciuto l’importanza ed il suo sito, rialzato rispetto alla Valle dell’Arbia, la sua strategicità. Da qui infatti si dominava bene il grande ponte sul fiume (Ponte d’Arbia), luogo di tappa dello stesso Sigerico nell’anno del Signore 994. E accanto al ponte uno dei più grandi mulini di tutta la valle, in seguito fortificato. Ma vicino al Ponte anche gli ospedali (almeno due) ed addirittura la presenza accertata dei cavalieri Gerosolomitani a partire dai primi anni del 1200. Serravalle era dunque un abitato importante, tra Ponte d’Arbia e Borgo Furello, a poca distanza da Buonconvento, ma faceva parte della Pievania di Sprenna, pieve le cui tracce sono ancora visibili in direzione di Montauto. Alcuni documenti (anni 1240, 1243, 1245, 1248) ci parlano di compravendite e di mulini, ma anche di Serravalle come luogo di stipula di contratti e ci lasciano immaginare che qui ci fosse un palazzo importante e una comunità già autonoma. Sicuramente lo era pochi anni dopo, nel 1251 (ASS Biccherna 724, c. 141’ del 4/7/1251), poiché il suo “Comandante” viene condannato a pagare 50 lire al tempo di Guglielmo Amati, per non aver mandato i suoi fanti al servizio del comune di Siena.
Nel 1274 è già una comunità riconosciuta e nel 1284 (ASS Consiglio Generale 29, c. 30’ del 26/01/1284) si provvede a nominarvi un suo Rettore.
Nel 1287 il Concistoro di Siena vi elegge un Podestà e nel 1288 gli uomini di questo comune vengono esentati (straordinariamente) dalle tasse. Dunque Serravalle, alla fine del XIII secolo, era già una comunità consolidata e strutturata, con tanto di svariati documenti in cui veniva definita “villa”, a confermare che non era nemmeno di piccole dimensioni.
Nel 1290, gli uomini di questa località furono chiamati a partecipare alle spese di rifacimento del Ponte sul fiume Arbia e nel decennio successivo anche alle spese di rifacimento della strada ed al suo inghiaiamento, ma ancorale carte negano l’esistenza di un castello.
Tralasciando i documenti della prima metà del 1300, pur importantissimi, ci preme giungere all’anno 1371 quando i comuni di Serravalle, Borgo d’Arbia (Ponte d’Arbia) ed altri popoli circostanti chiedono, con una petizione al Consiglio generale di Siena (ASS Consiglio Generale 181, c. 44 del 01/06/1371), la costruzione di una fortezza in Serravalle, fornendone anche le eventuali dimensioni.
Fu così che, pochi giorni dopo (19 Giugno 1371), venne eletta una commissione per la costruzione di questa fortezza ed il 9 Dicembre dello stesso anno vennero nominati gli uomini incaricati della erezione delle mura nella “villa”, i quali si dovranno anche occupare della distribuzione delle “plateas” del futuro castello. Nel frattempo però si era incominciata a fortificare la vicina Buonconvento ed anche per questa opera verranno mobilitati gli uomini di Serravalle che, oltre a pagarne parte dei lavori, dovranno anche obbligarsi a prestare due soldati (a turno) per la guardia della “Porta di Siena”, la porta più a nord della cinta buonconventina.
Siamo ormai al 1385 (ASS Concistoro 127, c. 30 del 30/08/1385) e Serravalle viene nominata per la prima volta come “Fortezza”, segno che i lavori erano ormai terminati.
Nel 1388 infatti Siena si prende carico della richiesta per la quale si vorrebbe che il Vicario dei Comuni di S. Innocenza, Serravalle, Ponte d’ Arbia, Villa San Giovanni, Montagutolo e Montefranchi, andasse a risiedere a Serravalle, che era fortificata, anziché a S. Innocenza.
Nel 1398 anche il Mulino sull’Arbia, detto spesso “di Serravalle” (perché dalla parte opposta del ponte rispetto al borgo di Ponte d’Arbia), venne fortificato.
Ulteriore conferma dell’esistenza del castello ci perviene nel 1402 (ASS Consiglio Generale 200, c. 152), quando gli uomini di Serravalle chiedono la riparazione delle mura. E qualche anno dopo (ASS Concistoro 246, c. 16 del 19/01/1406) viene stabilito e deliberato un rimborso agli uomini e al comune di Serravalle per la riparazione e il potenziamento delle mura. Tale trattativa si concluse pochi giorni dopo con un compromesso raggiunto tra Ristoro Piccolomini e gli uomini di Serravalle.
Nel 1408 venne esaminata dal Concistoro la richiesta di costruire una torricella, un antiporto e un ponte levatoio per completare il “nuovo” castello di Serravalle e sempre dello stesso anno è la decisione di fare alcune opere per il suo completamento, ancora mancanti.
Il 30 Ottobre (sempre del 1408) vennero nominati gli operai per la costruzione della torre.
Nel 1409, ben tre delibere del Concistoro decisero quante e che tipo di armi andavano inviate da Siena al castello di Serravalle e nel 1412 Siena intervenne per una controversia nata per questioni di confine tra la comunità di Buonconvento e quella di Serravalle.
Ormai il sito era fortificato ed un Vicario senese vi risiedeva stabilmente (1415).
Nel 1434 gli abitanti del castello chiesero e ottennero la costruzione di una cisterna per l’acqua all’interno delle mura e negli anni successivi (1447, 1453) vennero inviate al castello altre partite di armi per la sua difesa.
Nel 1462 Monsignor Giovanni Agazzari, Vescovo di Grosseto, dona la Villa di Serravalle alla Mensa Arcivescovile della città maremmana con molta terra nel piano dell’Arbia. La villa rimarrà per molti secoli della stessa mensa, come il terreno vicino al fiume.
Nel 1499 il castello era ancora nel pieno delle sue funzioni, come si rileva dalle disposizioni che Siena prende nei confronti delle case adiacenti alle sue mura (ASS Balia 45, c. 55).
Nel 1544 il Comune di Serravalle passa sotto la giurisdizione di Buonconvento che nel frattempo è divenuto “Podesteria”, ma mantiene intatta la sua funzione di castello.
Nel 1553 Siena, in vista della prossima guerra contro Firenze e gli Imperiali, cominciò a rinforzare tutte le strutture difensive, quindi anche il castello e il vicino Mulino sul ponte, ma il 6 Agosto del 1554 le truppe nemiche si impossessarono di Serravalle e lo distrussero parzialmente.
Qualcosa doveva però esser rimasto perché nel 1692 ancora perdurava il toponimo di “Castello antico” e qui avevano dimora, oltre ai frati della Certosa di Pontignano con una loro grancia, i signori Bandinelli e vi era ancora la villa del Vescovo di Grosseto. Ad uno di questi palazzi rimase il nome fino al secolo scorso di “palazzo delle mura rotte”. Oggi poco rimane della cinta muraria e del castello, se non la forma quasi circolare del perimetro abitato, la chiesa di S. Lorenzo (a Sprenna per la transazione in loco della vecchia pieve) ed i resti di quella che era l’antica porta del castello.