I mercenari si dedicavano a saccheggi, ruberie, ricatti e distruzioni
SIENA. (Terza ed ultima puntata)
I disastri che le Compagnie di Ventura compirono nel territorio senese furono notevoli. Saccheggi, incendi, ruberie di ogni genere, ostaggi, ricatti, distruzioni. Ci eravamo lasciati nella seconda puntata con la pesante sconfitta dell’esercito comunale (Battaglia di Montalcinello), da parte di Giovanni Acuto e le gravi conseguenze economiche per le casse di Siena, ma le scorrerie delle Compagnie di Ventura non finirono qui.
Nel 1369, infatti, furono effettuate altre due gravi scorribande ai danni del Comune di Siena. Stavolta ad effettuarle furono le Compagnie di Ventura dei Capitani Messer Franchi e Messer Anasi da Rieti (Annales Senenses pag. 212), caporali al servizio dell’Imperatore, i quali, nel Giugno di quest’ anno, vennero a far preda nel territorio senese: “El Comuno di Siena lo’ dono 1500 fiorini d’oro perché non facessero danno al Contado di Siena: e questo fu di Giugno”. Gli stessi ritornarono d’Agosto ed il Comune di Siena si accordò con loro per non subire altre scorrerie e li pagò 2700 fiorini d’oro.
Anche nel 1371 (Ricotti) Siena subisce dei raid ad opera di Lucio Lando, figliolo o nipote del più famoso Corrado Virtinguer (Landau), che, raccolta una Compagnia di circa 5000 barbute, “dopo aver arso due migliaia di case nei contadi di Siena e Pisa, andò contro l’ Acuto nel Bolognese”. Le stesse notizie sono confermate nel volume “Mercenary Companies and the Decline of Siena” dove si indicano fonti documentali scritte (Deliberazioni del Comune di Siena del 6 marzo 1371) In questo libro si elencanio anche, come luoghi danneggiati: Campagnatico (bruciate circa 280 case), Monastero e Montecchio (bruciate 2000 case), Mugnano di Creta (rasa al suolo).
Anche per gli Annales Senenses (Tomo XV pag. 220), una Compagnia detta “Compagnia del Conte Luzio” venne il 7 Marzo del 1371 nel Contado senese. Essa era formata da mercenari che combattevano al soldo dei Perugini e dei Fiorentini e più precisamente quella parte che era pagata dai fiorentini aveva come suo Capitano Federico da Brescia, mentre quella pagata dai perugini era comandata da due Capitani Tedeschi che si chiamavano “Conte Luzio” e “Anasi da Rieti”. Fecero scorrerie e danni fino alle porte della città e presero il Mulino della Badessa, S. Maria al Poggiolo arrivando fino a Fontebecci e sembra venissero vettovagliati direttamente da Firenze.
Il giorno seguente (8 Marzo), andarono a S. Maria a Pilli, a Villa al Piano (Ville di Corsano) e a Mugnano e poi ritornarono alla Ficarella.
Il giorno 12 Marzo arsero e distrussero tutta la zona intorno a Monastero (Monastero di S. Eugenio in Pilosiano nei pressi di Costafabbri) fino a Montecchio, ardendo centinaia di case. Il 14 Marzo si accamparono a Presciano (Taverne d’Arbia) e da Siena uscirono ambasciatori per cercare un accordo. Nei giorni seguenti si spostano nella Berardenga (secondo il cronista per paura dei senesi che stavano organizzando un esercito di oltre 4000 uomini), il giorno 20 andarono a Monte Sante Marie e covavano l’ idea di espugnare Asciano, ma poi deviarono il loro percorso e andarono in Valdarbia il 21 di Marzo: “ E poi la detta Compagna andò a Cuna, e derovi la battaglia”. A questo punto ci fu il consueto accordo (22 Marzo) per cui il Comune di Siena pagò 8.000 fiorini d’ oro e 20 Moggia di pane. Il 31 marzo la detta Compagnia se ne andò verso Volterra.
Nel 1375 (Annales Senenses ovvero “Cronache di Neri di Donato da Siena dal 352 al 1381” pubblicate in Rerum Italicarum Scriptores a cura di L. A. Muratori, Tomo XV pag. 246), Giovanni Acuto con una sua Compagnia tornò nel senese, ma il Comune riuscì ancora una volta a trattare con lui pagandolo profumatamente. L’ Acuto si spostò allora nel Perugino, dove i senesi mandarono subito gente in aiuto, ma anche questa volta la diplomazia ed i denari ebbero la meglio.
Ancora nel 1379 (Annales Seneses pag. 264) Giovanni Acuto ed altre Compagnie, provenendo dalla Lombardia passarono dalla Valdichiana e danneggiarono Montepulciano: “Due Compagne vennero di Lombardia, cioè Misser Joanni Augud, e Cecco con gl’ Inghilesi e col Conte Luccio, el Conte Averardo di Lando colli Tedeschi e stero in quello di Perugia, di Castello e di Fuligni” Queste Compagnie “davano gran molestia a Montepulciano e in Valdichiana in più luoghi”. I Senesi riescono a fare un accordo che costò oltre 40.000 fiorini d’oro.
Nel Marzo del 1380 (Annales pag. 266), la Compagnia di San Giorgio venne nel Contado di Siena. Questa Compagnia, composta in maggioranza da mercenari italiani, era al tempo guidata da M. Giannotto Judice di Salerno, Siniscalco di Messer Carlo Principe di Durazzo. Vennero il 18 Marzo nei pressi di Asciano ed in Valdichiana. Siena riesce ad accordarsi per 11.000 fiorini d’oro. Per questo, transitarono senza far danni nelle località di Viteccio, Rosia, le Volte ed andarono verso Lucca. La Compagnia di Giannotto poi, si stabilì a Badia a Isola e si fronteggiava con l’ Esercito fiorentino guidato da Giovanni Acuto, nei pressi di Staggia. I Fiorentini avevano assoldato l’ Acuto, proprio perché temevano che quei soldati entrassero nel Contado di Firenze. La compagnia di Giannotto, rimanendo più giorni nel senese, nonostante da Siena fosse stata pagata, si mise a rubare e far danni nelle campagne intorno alla città.
Nel 1381 (Annales pag. 272) fu la volta di un’altra compagine militare mercenaria denominata la “Compagnia dei Brettoni” (bretoni) che compiva danni dovunque, ma in particolar modo in Maremma. Molte furono le battaglie ed i capovolgimenti di fronte tra i senesi e la detta Compagnia, ma anche tra i “Brettoni” ed altre truppe mercenarie assoldate da Siena. Alla fine si giunse ad un accordo nell’ Agosto del 1381, dove al nostra città, ancora una volta, fu costretta a pagare un prezzo molto oneroso.
Questa è l’ultima notizia, di una lunga serie di accadimenti, che si concentrarono in circa quaranta anni di storia di Siena. Questi tristi fatti, da addebitare esclusivamente alle Compagnie di Ventura e alla loro mancanza di etica, di morale, alla loro sete di prede e di danaro, non terminarono certamente in quest’ anno, ma andarano successivamente e progressivamente diradando, tanto che, nei decenni successivi, non ne rileviamo che pochissime tracce.
Merita importanza però, quello che successe nel 1399 (Volume “Mercenary Companies and the Decline of Siena”, quando la Compagnia di Cecchino Broglia chiese un riscatto per otto mucche che avevano rubato dagli abitanti di un villaggio al di fuori delle mura di Santa Innocenza per 85 fiorini d’oro. Santa Innocenza era una struttura dell’ Ospedale Santa Maria della Scala, situata tra Ponte d’Arbia e Buonconvento, ancora oggi esistente. Le Compagnie, come abbiamo avuto modo di constatare anche per Cuna, avevano spesso nel mirino le strutture del Santa Maria della Scala come Grance, Mulini, Fattorie, perché esse costituivano luoghi ricchi dove trovare bestie, vettovaglie, e dove era facile prendere ostaggi per poi chiederne il riscatto. Nel mirino dei mercenari, l’Ospedale finiva sempre per pagare per riavere i suoi poderi, i suoi contadini, il suo grano, i suoi animali. Il rischio di rifiutarsi era quello di perdere comunque tutto e queste masnade, non ne avrebbero certamente avuto rimorso. (FINE)