di Augusto Codogno
SIENA. Il Castello di Grotti si trova a pochi chilometri da Siena, in località Ville di Corsano. La zona dove sorge era già abitata fin dal tempo degli etruschi, come testimonia l’adiacente necropoli, scavata e studiata già negli anni settanta, ma che ancora oggi non finisce di restituirci reperti di notevole importanza e pregio; non ultimo un rarissimo elmo militare etrusco recentemente esposto al pubblico e da poco restaurato.
Accanto al castello sorgeva anche il borgo di Grotti, conosciuto alle cronache fin dal 1212 e dagli studiosi di storia senese per essere il luogo di provenienza di un abile e benestante prestatore che fece le sue fortune negli anni 1221-1257: Orlandino di Azzo da Grotti. Questo uomo di affari svolgeva una incessante e frenetica attività, motivo per la quale negli archivi di Siena si sono conservati centinaia di contratti di compravendita, ma anche di prestiti di denaro ed obbligazioni, permute eccetera.
Ma il personaggio più famoso di Grotti, che qui ebbe i natali agli inizi del XIII secolo, fu senza dubbio il Beato Franco Lippi, nato da Matteo Lippi e Calidonia Danielli o Dainelli, famiglie i cui cognomi sono rimasti radicati in questa zona fino al secolo scorso. La comunità di Grotti era già un “Comunello oltre le Masse di Siena” (assieme alla vicina Palmolaia). Nel 1274 e nel 1318 (ASS, Estimo 31 e 77) contava una ventina di case e una chiesa dipendente da quella delle Stine. De “Le Stine” o “Lestine” accennerò solo che fu un castello ed una fortificazione molto importante ed era già esistente quando, una parte della sua corte, fu donata al Monastero di S. Eugenio (Costafabbri) dal Gastaldo di Siena, il longobardo Warnefredo nel 713.
Ma torniamo ora alla storia del castello di Grotti, adiacente al borgo omonimo e che tuttora si eleva in tutta la sua bellezza. La prima notizia di questa fortificazione è in una delibera senese del 1377 (ASS, Consiglio Generale). Nel documento si parla di un “Fortilitium tenute Azzolini Ughorgerii” e si diffida il medesimo castellano ad accogliere gli “sbanditi”. Successivamente il castello deve essere stato dato in custodia militare ad altri individui, ma trent’anni dopo (1409) la struttura ritorna sotto la famiglia Ugurgeri, tramite l’assegnazione ad Ugo di Azzolino Ugurgeri. Nel 1436, forse per la morte del castellano e poiché lo stesso ne era in qualche modo divenuto proprietario, sua figlia Maddalena Ugurgeri ne affittò la metà.
Nel 1453 la proprietà del Castello è divisa a metà tra Azolino di Guido Ugurgeri e Salvestro di Barboccio de’ Marzi e così anche nel 1465. Allo stesso modo deve essere stato nel 1481 quando (ASS, Lira) metà del castello viene denunciato come possesso dai sei figli del fu Salvatore de’ Marzi. La continuità del possesso (seppure in parte) di questo fortilizio da parte della famiglia dei Marzi, fece sì che in alcuni documenti (vedi balìa del 1485) questo castello veniva denominato “Grotti de’ Marzi”. Ma sebbene non abbiamo trovato in quest’anno la prova che l’altra metà del castello fosse ancora degli Ugurgieri, siamo propensi a crederlo in quanto nel 1501 (ASS, Balìa), una commissione provvedeva a vendere ad Ugo di Azzolino Ugurgieri cento staia di bosco appartenuto alla comunità di Grotti.
Nel 1524 (Lira 267, Terzo di Città 96) risultano avere in questa località alcuni possedimenti, diverse famiglie nobili senesi tra cui quattro poderi gli eredi di Girolamo Ugurgieri, un podere gli eredi di Salvestro dei Marzi e uno gli eredi di Francesco Capacci.
Nel 1524 i Marzi vendono definitivamente tutti i beni che avevano in corte di Grotti agli Ugurgieri per la somma di 3850 fiorini. Il prezzo fu stabilito da Fabio Petrucci, signore della città di Siena. La cosa curiosa è che i discendenti di Azzo Ugurgieri vengono spesso e indifferentemente nominati come “Azzolini” ed il castello era ancora loro nel 1554, al tempo della “guerra di Siena”, come ci ricorda un episodio della cronaca del Sozzini del 10 settembre 1554: “Il di detto, gl’Imperiali con mille fanti e 100 cavalli, e con un pezzo di artiglieria, andorno al palazzo delle Stine di casa Fantoni, e lo presero a patti, e vi messero la guardia; andorno al palazzo di Grotti degli Azzolini: quelli che erano dentro s’arresero senza patti, e furono fatti prigioni;
Nel 1663 gli Ugurgieri erano ancora a Grotti ed anche nel 1676, ma nel 1687 il fortilizio e tutte le proprietà circostanti passarono alla famiglia Ballati, che poi diventerà in seguito Ballati-Nerli. Nel 1692 il signor Ballati Capitano avrà sotto di se, oltre al Castello, anche i poderi di Casafranchi, Pozzarello, Parmoraia, Grotti, Pulcianese, Stine Alte, Stine Basse, Giuncheto, Madonna, Noceto. Il capostipite della famiglia Ballati-Nerli fu tale Orazio Ballati che, nella prima metà del 1600 ereditò dallo zio materno, tale Francesco Nerli, i suoi beni a patto che si fregiasse del doppio cognome Ballati-Nerli. Francesco Nerli era infatti l’ultimo maschio del ramo senese dei Nerli e non ebbe eredi, mentre l’altro ramo, quello fiorentino, continuò la stirpe. Per Grotti a noi interessa la progenie di Orazio Ballati-Nerli, perché fu lui che diventò il proprietario del castello ed i suoi eredi lo mantennnero per altri tre secoli. Figlio primogenito di Giovanni Ballati, Orazio, che ereditò anche il titolo nobiliare di “Marchese”, ebbe altri tre fratelli maschi, di cui uno (Scipione) fu anche Rettore dell’Ospedale Santa Maria della Scala di Siena negli anni 1667-1678. Lo stemma dei Ballati, “d’azzurro alla banda d’oro, accompagnata nel capo da una stella a sei/otto punte dello stesso” si andò così ad unire a quello dei Nerli (“ Palato di sei pezzi d’argento e di rosso, alla fascia diminuita attraversante d’oro”). Nel 1787 Grotti e tutti i poderi sopra descritti erano ancora della famiglia Ballati Nerli e solo nel secolo successivo passarono ai Piccolomini.