Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto

Cavalieri e magioni a Poggibonsi e San Gimignano

di Augusto Codogno

SIENA. Gli Ordini Monastico-Militari nacquero subito dopo la prima crociata (1099) e la riconquista di Gerusalemme. La loro organizzazione in Europa ed in Italia comprendeva dei presidi che si chiamarono “magioni o mansionis”. Gli Ordini più diffusi nella nostra penisola furono quello dei “Cavalieri del Tempio” e quello dei “Cavalieri Ospedalieri di San Giovanni” (poi detti di Rodi e dopo di Malta). Naturalmente questi ordini non furono gli unici (ricordiamo i Teutonici, i cavalieri di San Lazzaro, quelli del Santo Sepolcro), ma nella nostra zona erano i più diffusi.

Sfortuna vuole che, con la soppressione dell’Ordine dei cavalieri templari da parte del Papa nel 1312, i beni di questi passarono ai cavalieri ospedalieri detti anche “giovanniti”. Questo ha comportato spesso una difficoltà oggettiva per gli studiosi nell’identificare quali antiche sedi fossero riconducibili ai cavalieri del tempio. Le antiche loro sedi infatti, dopo il 1312 entrarono tutte in possesso degli ospedalieri.

Come accadde per San Gimignano, ma anche per Siena, nella stessa città ci si trovò ad avere ben due “precettorie” governate dai cavalieri di San Giovanni. Queste sedi erano generalmente fornite di chiesa, una “domus” per i cavalieri, spesso un ospedale ed erano fortificate. Ciò non toglie che a volte troviamo “hospitali” gestiti dagli ordini, lontano dalla loro ubicazione principale. La caratteristica comune di questi siti consiste nel fatto che si trovavano sempre lungo le arterie principali.

Lo studio del tratto compreso tra San Gimignano a Poggibonsi, può esserci utile anche per individuare la viabilità principale del XIII e XIV secolo. Le notizie che riporterò non sono che una parte del materiale che ho messo da parte negli ultimi anni e che per motivi giornalistici sono costretto a comprimere. Partiamo dal presupposto che tra S. Gimignano e Poggibonsi vi erano almeno quattro “mansioni”.

San Gimignano

In città erano presenti sia i Cavalieri del Tempio che i cavalieri di S. Giovanni.

MAGIONE DI SAN JACOPO (prima dei Cavalieri Templari, poi dei Cavalieri di San Giovanni)

Mentre la fondazione della Chiesa è ancora avvolta dalla leggenda, un “hospitale de Templo” è testimoniato in un documento del 30 Luglio 1221 (cit. R. Stopani “ Chiese medievali della Valdelsa”, pag. 168) ed in un altro del 12 Settembre 1257 (idem). Ed ancora il 10 Luglio del 1261 quando ricevette un prestito di 10 lire d’argento da Richardino del fu Scotto impegnandosi a restituirle “se et suos successores et bona omnia dicte domus predicte”. Il rettore della Chiesa e dell’Ospedale adiacente era in quel tempo “frater Rugerius rector et administrator ecclesie seu domus Sancti Jacobi de Templo in Sancto Geminiano sitae” (dal Volume Gli Spedali dell’antica Diocesi di Volterra – M. Battistini, pag. 98)

L’ ultimo precettore di questa Magione, processato a Firenze tra il settembre e l’ottobre del 1312, nelle ormai famose vicende riguardanti la soppressione dei templari fu un certo fra’ Egidio.

Dopo essere passata agli Ospedalieri (Priorato di Pisa), dal 1599 entrò a far parte della Commenda di Poggibonsi (sempre dello stesso ordine), ma veniva officiata dalle vicine monache del Convento di San Girolamo le quali, nel 1657, ottennero la facoltà di costruire quel cavalcavia che è ancora oggi presente per il loro comodo di poter passare dal monastero alla chiesa senza attraversare la strada.

MAGIONE DI SAN GIOVANNI (Cavalieri di San Giovanni)

L’ antica magione di San Giovanni doveva essere dove poi fu la chiesa e convento di S. Francesco. I resti di questa chiesa e del convento sono ubicati, non a caso, in via “San Giovanni”. Chiusa tra due case in mattoni, la bella facciata in travertino bianco, solcata orizzontalmente da linee scure di serpentino che richiamano lo stile pisano, racchiude ancora il simbolo dei Cavalieri Gerosolimitani, a dimostrazione di dove fosse collocata la loro magione.

Dagli “Annali memorie ed HUOMINI ILLUSTRI DI SANGIMIGNANO del Dott. Vincenzio Coppi pubblicato in Firenze nell’anno 1695, a pag. 289/290: Erano (dissi) in San Gimignano i Cavalieri Ospitalarj, anticamente fino dall’anno 1274 nel qual tempo essendo Podestà Messer Gherardo da Montaione, in un libro di spese si legge questa provvisione – Posche Notario Ambaxiatori Communis pro suo salario quatur dierum, quibus ivit & stetit pro Communi cum uno equo ad Dominum Episcopum Vulterranum, apud Monterium, pro facto Hospitalariorum, quos capi fecit Dominum Episcopus predictus in San Geminiano, secundum formam Constitutionum Communis….- Quelle parole [quos capi fecit]all’intende d’antiche provvisioni dimostrar debbono, che puntualmente sono da me le notizie registrate, ancora con gl’istessi spropositi in buona latinità.

Che i Sangimignanesi sieno stati sempre beneaffetti a questa Religione, chiaramente si giustifica dalla lettera di Fra Giovanni Sisti Priore di Pisa scritta al Comune l’anno 1380, quale metterà ad verbum di qui a poco in detto tempo, ove si leggono queste parole [Ex antiqua affectione, quem ab experimento novimus Comunitatem vestram affici ordini nostro], nella qual lettera si vede, che per ribellione fu privato dell’abito di Cavaliere Fra Angiolo Giovannini di San Gimignano, il quale era Governatore della Magione di San Giovanni, ed il suo luogo fu conferito ad un altro Cavaliere, similmente di S. Gimignano, detto Fra Luigi.

Questo Fra’ Luigi, si dice nel resto della lettera del Priore Sisti, dovrà essere contemporaneamente governatore sia della magione di San Giovanni, che di quella si San Iacopo. La lettera, che fu spedita da Siena il 16 Febbraio, raccomandava anche che il cavaliere disobbediente Angiolo Giovannini, venisse catturato ed incarcerato.

Poggibonsi

MAGIONE DI TORRI

Fu una grande magione dei Cavalieri di S. Giovanni (Gerosolimitani), che la utilizzarono, nel 1173, per un Capitolo generale dell’ordine grazie alla sua grandezza ed alla sua capacità ricettiva. 1173 (ASS – XVII Kal. Ind. 6. D. 0,55 1/2 0,33 1/2. Opera Metropolitana 1172). Alla presenza della massima carica, il “praeceptor totius Italiae” Pietro Gaudii, da questa pergamena emerge come prima cosa la località: “…circa vallem que dicitur Martura in valle fluminis Elsae iuxta hospitale, ubi congregati erant fratres hospitalis ad capitulum in loco qui Turris vocatur….”. Era stata costruita ai primi del secondo millennio, ma le Torri di guardia esistevano già dal 1036. Era costituita da una più ampia chiesa, da un grande ospizio per i pellegrini (forse lo Spedale degli Innocenti) adiacente ad essa e di altri servizi complementari. Cinta di mura e con un’unica porta d’accesso fra le due alte torri in laterizio (di cui una sopravvive) fu oggetto di non poche mire dei signorotti della zona.

Dell’antica chiesa romanica, utilizzata a lungo come tinaia, è rimasta dopo l’opera di restauro la parte superiore della facciata con il piccolo rosone murato, parte della lunetta del portale, e il bellissimo portale in pietra serena che doveva rappresentare un accesso secondario al complesso assistenziale.

Nel 1225 (ASF Carte di San Gimignano n. 7 Libro delle Cause anno 1225, p. 47), compare ancora, in occasione di una visita del podestà di San Gimignano nel suo contado, l’Ospedale di Torri “Ivit ad hospitalem de Turri….”. La causa in questione verteva sull’uccisione del Podestà di San Gimignano, tal Ridolfino da Prata, che fu assassinato in circostanze poco chiare durante la sua carica.

Nel 1323 (30 Ottobre, Contratto di alienazione dei poderi di Torri. Copia in Archivio Guicciardini, Filza I Cusona, documento n. 2 e 2bis e Volume “Miscellanea Storica della Valdelsa” anno 1929 pp. 30-46), Giovanni di Riparia, gran Priore di Pisa dell’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, assistito, secondo le prescrizioni della bolla papale, da due confratelli, dal rappresentante del Capitolo dell’Ordine e dal rappresentante del Vescovo di Volterra, sotto la cui giurisdizione trovasi l’Ospizio di Torri, concede in enfiteusi perpetua ad Albizzo de fu Giovanni Rinucci, cittadino fiorentino, e al fratello Filippo Rinucci, che erano stati i maggiori offerenti “domum, mansionem et bona de Turri cum suis domibus et possessionibus…”

Del 1480 (ASF Carte dei Cavalieri di Malta 31/10/1480 – Ind.13) è una donazione inter vivos della metà di tre poderi posti nella Curia di Poggibonsi. Il primo è detto Torri, il secondo Francia ed il terzo Menzano e sono descritti nei suoi confini. Questa donazione viene fatta da Bartolomeo di Domenico di Antonio Cini, barbiere di Siena ad Antonio di Domenico di Toffia procuratore di D. Francesco della Rovere priore di Pisa, Precettore della Precettoria di Poggibonsi.

MAGIONE DI SAN GIOVANNI DEL PONTE E CHIESA DI SAN GIOVANNI IN JERUSALEM (Cavalieri di Malta, forse anche cavalieri Templari)

Il Guicciardini, nel suo studio pubblicato nel 1929 ci dice a proposito di questo Ospizio: “….è situato a sud di Poggibonsi, a meno di due chilometri dal paese, sulla destra del torrente Staggia, presso il ponte detto di Bonizzo, sotto i bastioni della ben quadrata fortezza di San Lucchese, che gli sovrasta minacciosa. Una strada, oggi secondaria, si stacca, in luogo detto Calcinaia, dalla grande via provinciale senese a sinistra, per scendere giù al torrente: è l’antica strada per Siena e Roma che si inerpica su a Megognano e per Lecchi scende al paese di Staggia. Questo fabbricato, conserva ancor oggi il nome di Magione di San Giovanni….”

La prima notizia di questa magione è del 1134 e ci dice come l’ospedale e la chiesa che sono presso il “Pontem Bonizi” in “curtem de menzano”, fossero in qualche modo pertinenti all’abate Rodulfo priore di San Michele di Poggio Marturi, ma probabilmente non del tutto. Ecco perché sei anni dopo (1140) c’è bisogno di una donazione ufficiale da parte degli eredi dei fondatori, tali Gottifredo di Arnolfo e Arnolfino di Cristofano, allo stesso abate (Rodulfo) e allo stesso Monastero di San Michele di Marturi. Nel 1191 la Magione viene ceduta all’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni e precisamente al Priorato di Pisa a cui Poggibonsi (come tutta la toscana), apparteneva territorialmente.

Tuttavia, altre fonti relative a quel periodo, sembrano confermare che, anche dopo a questa data, i monaci di San Michele di Marturi, esercitassero ancora una forma di giurisdizione sullo “hospitalem et ecclesiam quod est iuxta pontem Bonitii”, come si evince dalla Bolla di Papa Gregorio IX del 1228 .

Nel 1290 però (diario di Clemente Casini -1772-1832), si annota una iscrizione rinvenuta nella campana della chiesa di questa Magione e che indicherebbe come in quell’anno, nonostante sotto ai Cavalieri di San Giovanni, anche i templari vi avessero una qualche autorità.

Dopo la piena del torrente Staggia, avvenuta nel 1822, la campana fu trasportata nella vicina chiesa di Megognano e di essa, poi, non se ne seppe più nulla. Un’altra carta del 1293 ci conferma come in questa data fosse ancora una precettoria di San Giovanni e frate Pace è qualificato come precettore della casa di Poggibonsi e dell’ ospedale di S. Giovanni Gerosolomitano.

La carta successiva è del 1323 (quando l’Ordine Templare era ormai stato soppresso da una decina d’anni) e da allora in poi tutte le notizie parlano di un “continuum” della presenza gerosolomitana, fino alla sua costituzione in “Commenda”. Passata per enfiteusi ai Corsini, e quindi affrancata, la Magione divenne proprietà privata poco dopo la metà del 1800.

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