di Augusto Codogno
SIENA. La Pieve di Santa Cristina a Lucignano d’Arbia, che poi cambiò titolo e divenne di San Giovanni Battista, è testimoniata fin dai tempi antichi con ben tre documenti antecedenti al X secolo. Sono tre atti di due Vescovi di Siena che tra il 913 e il 945 concedevano questa chiesa ad alcuni preti in cambio di decime ed altri beni materiali. Che il vescovo avesse possesso della Pieve e, anche di una parte del poggio di Lucignano, non è da mettersi in dubbio visti i diplomi e i documenti che dal 1081 al 1186 lo confermano. Famosa fu anche la lite per i diritti di proprietà vantati sia dalla chiesa di Siena che dai Conti Guiglieschi, tanto da dover intentare processi e farli valere a suon di Privilegi Imperiali e Bolle Papali. La ragione alla fine fu del nostro Vescovo.
Da metà degli anni Duecento, con il parroco Ser Cavalcante, constatiamo che la Pieve di Santa Cristina di Lucignano era di fatto passata dalla giurisdizione del Vescovo a quella dei Canonici del Duomo di Siena, forse per sopperire meglio alle difficoltà economiche in cui allora questi ultimi si trovavano.
Nel 1270, quando Lucignano era diventato il “Castello dei Guelfi”, qui era il presidio militare dei fuoriusciti senesi che erano stati cacciati dai Ghibellini e qui si riorganizzava il rientro delle famiglie guelfe esiliate, tra le quali quella dei Malavolti. Ecco infatti che tra i vari contratti stipulati dalla “parte guelfa” in Lucignano compare quasi sempre tale Uguccione Malavolti e da quegli anni i membri di questa casata compariranno spesso come pievani di Lucignano. A partire da questo scorcio di secolo infatti saranno molti i Malavolti che diventeranno “canonici della cattedrale senese” e ben presto riusciranno a conquistare e monopolizzare per oltre cento anni la chiesa di Siena.
Il primo che probabilmente cominciò la scalata al vescovado senese fu il fratello di questo Uguccione, tale Rinaldo che troveremo a metà del secolo ricoprire la carica di pievano di Santa Innocenza (Pieve vicino a Buonconvento). Più in alto di lui arriverà il figlio di Uguccione, anch’esso di nome Rinaldo e già canonico ante 1274 (Zdekauer), il quale diventerà Vescovo di Siena nel 1281 (Chartul. Studii Senensis, n. 41). Un altro Malavolti, Donusdeo di Meo di Orlando, fu Vescovo di Siena dal 1317 al 1350. A lui successe Azzolino Malavolti, vescovo dal 1350 al 1370 e poi Jacopo Malavolti vescovo dal 1370 al 1371 (solo un anno), mentre nel 1350, Don Deo di Francesco Malavolti canonico senese, fu Pievano a Corsano (Monteroni).
La Pieve di Lucignano, considerata assai prestigiosa in quel tempo, vide i Malavolti nel ruolo di suoi pievani numerose volte, come ad esempio nel 1341 con misser Azzolino di Mino Malavolti, pievano e canonico del Duomo. Fu lui che nel 1344, con atto rogato il 25 febbraio dal notaio Ser Geri di Ser Nello, destituì il rettore della chiesa di S. Andrea a Larnino, tale Ser Niccolò, in quanto non vi risiedeva “con danno dei fedeli”. Nello stesso anno la conferì ad altro prete: Ser Giacomo di Ciolo che in precedenza era prete a Sarteanello (località oggi nel Comune di Asciano vicino alla Tenuta La Campana). Nel 1353 fu la volta di misser Franco di Guccio di Volto Malavolti, nel 1369 (3 gennaio) di misser Ricco o Ricchuccio del fu Simone Malavolti e nel 1373 (18 giugno), di misser Francesco di Guglielmo Malavolti.
Un legame dunque, fra questa casata e Lucignano d’Arbia, che durò almeno un secolo.