Una dipendente spiega le paure del Cog
SIENA. ‘’Esternalizzazione: anticamera del licenziamento’’. Si legge anche questo su uno striscione che ieri (7 novembre) i dipendenti del Monte dei Paschi hanno esposto durante il presidio di Piazza Salimbeni. C’erano decine di striscioni, bandiere, e un sacco di “no” rivolti alla ‘’sciagurata’’ proposta delle esternalizzazioni, che potrebbero vedere 2360 dipendenti dei vari poli della banca senese divenire, a tutti gli effetti, dipendenti di una società esterna e quindi unteriormente a rischio cassa integrazione o licenziamento.
Anche i colleghi del polo di Firenze sono arrivati a Siena per mostrare la loro solidarietà in una situazione che metterebbe in pericolo migliaia di posti di lavoro anche di dipendenti che da qui lavorano da decine di anni. Nessun rappresentante dei partiti senesi ha partecipato, sembra, se non a titolo personale, nonostante l’invito, mentre erano presenti i sindacalisti, perlopiù contrari all’idea, come il segretario della CGIL Damiani che dice un NO netto alle esternalizzazioni.
Ma cosa ne pensano i dipendenti ? Abbiamo raccolto il parere di una dipendente che da 30 anni lavora per MPS e che adesso teme il peggio. “I sindacati, prima che si interrompessero le trattative sul piano industriale (che sembra riprendano lunedì 12 novembre), avevano proposto alla banca un’alternativa che consentiva di risparmiare i costi sui tagli al personale per effetto delle volute esternalizzazioni (esodi incentivati, contributi di solidarietà da parte di tutti i 31000 dipendenti). L’azienda ha risposto picche. Sembra che la scelta di esternalizzare sia una scelta politica a livello di ABI, che ha dichiarato esuberi in tutto il sistema bancario, non solo MPS. Il Mps deve fare da apripista per tutti esternalizzando il back office”.
“Consideri – continua la dipendente – che al COG MPS dove lavoro io, già da prima che venissero inglobati i dipendenti di Banca Toscana, Banca Personale, Banca Agricola Mantovana, Banca Antonveneta (che come noto potrebbe essere la principale imputata della situazione attuale MPS in quanto acquistata per tre volte del prezzo reale), lavorano dipendenti come me con oltre 30 anni di anzianità al MPS. Assunti come me con regolare concorso nazionale, che dopo aver fatto per anni pendolarismi in regioni lontanissime, hanno fatto un regolare concorso per le carriere tecniche per lavorare magari come operatori al CED anche nei turni di notte, come me, o mesi di corsi di programmatori, come me. Gente che ha acquisito esperienza in carriere specialistiche e che ora si vede a rischio esternalizzazione o precarizzazione in aziende tipo Bassilichi o simili. Ho tanti colleghi che come me non dormono più la notte dalla preoccupazione. Le esternalizzazioni sono, come diceva uno striscione stasera, una anticamera del licenziamento, e questo porterebbe alla rovina di tante famiglie, migliaia, e con l’indotto anche alla rovina della città di Siena, perché non vi sarà più potere d’acquisto, negozi e attività falliranno e così via”.
La persona che abbiamo intervistato e molti altri dipendenti al presidio ci pregano di dare voce a queste proteste e a questi commenti, perché la stampa locale non lo sta facendo, e, mentre le ombre della sera avvolgono Piazza Salimbeni e il presidio si assottiglia, rimane la sensazione di un fallimento che va evitato in qualsiasi modo e di un disagio a cui va data voce.
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