Enrico Rossi annuncia l'assegnazione alla Regione

di Max Brod
SIENA. Dopo il successo della manifestazione “Riprendiamoci Suvignano” arriva la ciliegina sulla torta: il successo del lavoro diplomatico messo in atto in questi giorni sulla vicenda, da parte degli enti coinvolti. Suvignano non verrà venduta all’asta, ma verrà assegnata alla Regione Toscana.
Ad annunciarlo è Enrico Rossi: “La tenuta di Suvignano confiscata alla mafia non sarà venduta ma sarà assegnata alla Regione. Ringrazio il viceministro Bubbico per aver creduto nel nostro progetto che punta a preservare l’azienda da possibili speculazioni, a sviluppare un’agricoltura biologica di qualità e alla valorizzazione sociale del bene. Un grazie anche a tutti i cittadini che si sono mobilitati per questo risultato”.
Il viceministro all’Interno Bubbico dichiara di voler modificare la norma che impediva all’Agenzia per i beni confiscati di assegnare il “bene aziendale” Suvignano alla Regione, modifica da compiere “nel più breve tempo possibile, in modo da renderla compatibile con la proposta della Regione Toscana”. Era questa la soluzione più auspicabile, in quanto il ritocco della legge potrebbe rendere possibile una soluzione di questo tipo (assegnazione agli enti) per tutti i beni aziendali che verrano confiscati alle mafie, e per quelli confiscati ma ancora da destinare. Alla riunione in Viminale, col viceministro Bubbico ed Enrico Rossi c’erano anche il sottosegretario all’Interno Manzione, il direttore dell’Agenzia per i beni confiscati Caruso, il direttore generale della Regione Toscana Antonio Berretta.
Il Sindaco di Monteroni Jacopo Armini esulta, ma con circospezione: “Il no all’asta è una grande vittoria del territorio ma non abbassiamo la guardia fino allo stop ufficiale, visto il complesso iter normativo da mettere a punto in un contesto nazionale di grande incertezza politica”. Federico Gelli (PD) manifesta la sua soddisfazione: “Con il blocco dell’asta a Suvignano ha vinto la legalità”. La segretaria generale dello Spi Cgil Toscana, Daniela Cappelli, nell’accodarsi alle congratulazioni per la riuscita della mobilitazione, ricorda che: “L’operazione Ammit effettuata ieri dalle procure Antimafia di Firenze e Reggio Calabria lo ha confermato ancora una volta: la Toscana non è estranea, purtroppo, da infiltrazioni mafiose; in Toscana la criminalità compie da tempo i propri investimenti – e aggiunge – a Montecatini, gli arrestati dell’operazione Ammit avevano investito in società immobiliari e realizzato villette a schiera ed appartamenti a Buggiano (Pistoia) e Cerreto Guidi (Firenze).