Non solo strumenti repressivi, auspica la parlamentare del PD
SIENA. “Sono consapevoli di quello che fanno e del percorso che stanno portando avanti le donne riunite in questi giorni alla Conferenza internazionale per la lotta alla violenza contro le donne, in corso a Roma. I dati presentati, le buone pratiche e le esperienze messe in campo nei diversi paesi europei possono essere di grande stimolo, anche per il nostro governo, per proseguire con maggiore efficacia e più organicità nella battaglia contro la violenza”. E’ il commento della parlamentare del Partito democratico Susanna Cenni, ospite della 13° conferenza Wave (Women against violence Europe) in corso a Roma fino a giovedì 13 ottobre. Questa mattina (martedì 11 ottobre) Cenni ha partecipato alla tavola rotonda di apertura che ha visto intervenire anche il ministro alle Pari opportunità, Mara Carfagna.
“La violenza sulle donne – commenta la parlamentare – è un cancro che possiamo sconfiggere solo con adeguate scelte politiche e un’evoluzione culturale e sociale che deve nutrirsi del rispetto tra i generi e dell’assunzione convinta della non inviolabilità del corpo femminile, respingendo con forza stereotipi, ostacoli ed ipocrisie. La ‘guarigione’ deve partire da un’adeguata analisi del fenomeno, che è però impossibile senza dati statistici costantemente aggiornati. Dati che al momento non sono disponibili, considerando che i più recenti studi che analizzano il fenomeno complessivo della violenza sulle donne risalgono al 2007. Nonostante le belle parole spese dal Ministro Mara Carfagna nell’illustrare i dati raccolti dal Ministero dell’Interno e dalle forze dell’ordine, che segnalano una diminuzione negli ultimi tre anni degli omicidi, manca da ormai quattro anni una fotografia d’insieme né è stato mai istituito l’Osservatorio per la violenza di genere previsto nella finanziaria 2007”.
“L’attività di governo svolta finora, che lo stesso Ministro ha illustrato nel suo intervento – continua la deputata toscana – si basa soprattutto su atti di repressione. Il problema della violenza sulle donne, però, non può essere affrontato solo mettendo mano al codice penale: servono azioni di prevenzione. Il Ministro ha parlato del reato di stalking come di un grande successo, e sicuramente è un bel passo avanti, ma non possiamo certo fermarci qui. Bisogna lavorare con e sul genere che fa violenza, ma soprattutto ascoltare e sostenere le strutture e i soggetti impegnati da anni nella lotta alla violenza sulle donne, che adesso rischiano di chiudere i battenti per mancanza di fondi”.
“Non possiamo pensare – conclude Cenni – di aver esaurito la nostra battaglia contro la violenza sulle donne soltanto con la legge sullo stalking e non riconoscere quella omofoba. Non possiamo pensare di ascoltare i richiami comunitari sull’età pensionabile delle donne e non muoverci su conciliazione e condivisione, non possiamo pensare di approvare una sacrosanta norma sulla presenza delle donne nei Cda e cancellare il divieto delle dimissioni in bianco. Un paese avanzato, che guarda al suo futuro, ha il dovere di saper leggere la straordinaria risorsa che le donne rappresentano. In questo senso, ci auguriamo che le indicazioni e i suggerimenti arrivati dalle associazioni di donne riunite a Roma possano essere recepiti dal nostro governo per evolvere in meglio il nostro quadro normativo”.