SIENA. Dopo il Brunello ecco il Chianti e l’IGT Toscano. Prosegue l’azione della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Siena, in collaborazione con l’Ispettorato del Ministero delle politiche agricole – (ICQ-RF), a contrasto delle frodi sul commercio del vino.
E’ proprio nel corso di alcune perquisizioni svolte nell’ambito del precedente filone investigativo, che ha visto coinvolto il fiore all’occhiello dei vini italiani, che sono stati acquisiti altri, distinti elementi investigativi che hanno condotto le Fiamme Gialle, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Siena, a concentrare l’attenzione su altre tipologie, quali appunto il Chianti DOCG e l’IGT toscano.
Dopo un’attenta ed accurata analisi degli elementi acquisiti dagli inquirenti, il GIP presso il Tribunale di Siena ha accolto le richieste di sequestro preventivo avanzate per le ipotesi di reato di associazione a delinquere e frode in commercio aggravata.
In estrema sintesi, è emerso che alcuni degli indagati si sono attivati al fine di reperire sistematicamente sul mercato delle enormi quantità di vino non rispondente al disciplinare (IGT o DOCG), talvolta addirittura di bassissima qualità, per poi procedere ad una sua miscelazione con dei vini da taglio e, quindi, creare degli assemblaggi per un quantitativo stimato pari a circa 10 milioni di litri, poi rivenduti sul mercato con denominazioni di pregio (tra cui, di nuovo, anche Brunello e Rosso di Montalcino).
Per nascondere i reali trasferimenti del prodotto vinoso da un’area geografica all’altra, sono stati usati sistemi di falsificazione di registri di produzione, di vinificazione e di fatture fiscali.
E’ proprio nel corso di alcune perquisizioni svolte nell’ambito del precedente filone investigativo, che ha visto coinvolto il fiore all’occhiello dei vini italiani, che sono stati acquisiti altri, distinti elementi investigativi che hanno condotto le Fiamme Gialle, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Siena, a concentrare l’attenzione su altre tipologie, quali appunto il Chianti DOCG e l’IGT toscano.
Dopo un’attenta ed accurata analisi degli elementi acquisiti dagli inquirenti, il GIP presso il Tribunale di Siena ha accolto le richieste di sequestro preventivo avanzate per le ipotesi di reato di associazione a delinquere e frode in commercio aggravata.
In estrema sintesi, è emerso che alcuni degli indagati si sono attivati al fine di reperire sistematicamente sul mercato delle enormi quantità di vino non rispondente al disciplinare (IGT o DOCG), talvolta addirittura di bassissima qualità, per poi procedere ad una sua miscelazione con dei vini da taglio e, quindi, creare degli assemblaggi per un quantitativo stimato pari a circa 10 milioni di litri, poi rivenduti sul mercato con denominazioni di pregio (tra cui, di nuovo, anche Brunello e Rosso di Montalcino).
Per nascondere i reali trasferimenti del prodotto vinoso da un’area geografica all’altra, sono stati usati sistemi di falsificazione di registri di produzione, di vinificazione e di fatture fiscali.
Gli attori di questa nuova inchiesta sono di diverso genere e dislocati in diverse parti d’Italia (Toscana la prevalenza, ed esattamente le province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Grosseto, Pistoia, Livorno ma anche Abruzzo, Trentino, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna). Tra loro ci sono enologi, imprenditori vinicoli – anche di rilievo internazionale. Sono 17 i soggetti indagati, 42 le aziende vinicole interessate presso cui sono state eseguite altrettante perquisizioni e sequestri.