Ma Il Comune non ne annuncia l'apertura...
SIENA. Girano voci che dopo sei lunghi anni di paure per un possibile disastro, nel malaugurato caso che qualche bilico si portasse via lo spigolo del palazzo che incombe su Viale Sclavo nell’incrocio con la vecchia Via Caduti di Vicobello, la nuova viabilità della zona sarà finalmente realtà. La pacchia di cui hano goduto i residenti dal numero 24 al 42 di poter parcheggiare lungo la via in una strada senza uscita diventerà un ricordo: manca infatti solo la segnaletica sui marciapiedi e la nuova strada può dirsi finita.
Al punto che, fin da ora, sembra che qualcuno ne voglia soltanto sfruttare l’impatto mediatico delle elezioni prossime venture e ne ritardi l’inaugurazione appositamente, visto che certe esibizioni la gente le dimentica subito, tanto se non ci hanno sbattuto finora nello spigolo… Il comune avverte, nel consueto report sulla viabilità cittadina, che non ci saranno variazioni sullo scorrimento del traffico fino al 28 febbraio 2011.
Altra osservazione: la criticità del nuovo incrocio che si sta realizzando davanti il palazzetto della Mens Sana. Il vigile che, dopo la partita, regola per lo più il passaggio dei pedoni dovrà regolare anche il traffico in salita verso viale Cavour e potrebbe creare nuove difficoltà di scorrimento. Vedremo.
Intanto, dopo l’intervento per la frana occorsa intorno al civico 39, sembra che la situazione di stabilità della faglia argillosa sottostante la via sia tornata alla normalità. Nessun comunicato ufficiale ci ha spiegato l’origine della frana, esiste solo una ordinanza della Polizia Municipale (n. 1231) che parla di ripristino della fognatura bianca. Forse la paura era di dover spiegare qualcosa intorno le acque nere del palazzo ex-Sapori. O quella di dover raccontare l’impatto che possono aver avuto tutte le nuove costruzioni della via, dalle case di mattoni sporgente inframmezzate di finto-giardinetti con tavolo da picnic (forse per restituire parzialmente un’area che spesso la domenica ospitava gli incontri conviviali fra extracomunitari domiciliati nella nostra città con i loro picnic etnici) ai parallelepipedi da sepolcri imbiancati foscoliani, sui Bottini che scorrono nel sottosuolo proprio lì e che forse sono stati distrutti, il che nella nuova capitale in pectore della cultura europea sarebbe una cosa che non si può fare. Nè tantomeno raccontare, cose da speculatori edilizi tipici delle grandi città o da tombaroli ignoranti delle piramidi egizie. Il silenzio infastidito dovrebbe, nelle intenzioni di chi lo pratica, far cadere tutto nel dimenticatoio. Tanto ora l’acqua bianca, che era l’acqua dei bottini, scorre nel canneto sottostante e poi confluisce nella tubazione che nasconde agli occhi l’esistenza del Riluogo.
LEXDC SIENA