Sono oltre 2.500 le donne associate a Confcooperative Siena, oltre un terzo del totale
SIENA. Una bella risposta alla crisi economica viene dal mondo femminile, in particolare dalla cooperazione, che fornisce flessibilità ed elasticità alle donne che possono così coniugare i tempi del lavoro, con le esigenze familiari e domestiche. Lo sottolinea Confcooperative Siena, in vista della festività dell’8 marzo, attraverso alcune esperienze virtuose di cooperative prevalentemente al femminile della provincia di Siena. Sono oltre 2.500 le donne socie delle associate a Confcooperative Siena (oltre un terzo del totale); mentre sono 30 le cooperative in cui lavorano interamente (o quasi) donne. In quest’ultime su 992 soci ben 719 sono donne, di queste 57 extracomunitarie. Dato importante anche fra gli addetti sempre nelle 30 cooperative: 905 donne in totale di cui 684 socie e 221 non socie.
“Il mondo cooperativo – conferma il direttore di Confcooperative Siena, Mario Marchi – si tinge sempre più di rosa. Stiamo assistendo ad una crescita in termini di numeri e di servizi erogati che fanno della nostra provincia un territorio all’avanguardia. Donna e cooperativa è un binomio che si sta confermando dinamico e innovativo tanto da permettere una crescita occupazionale, che di questi tempi non è un aspetto da sottovalutare”.
Nel caso dell’attività variegata di Siena Viva dove, in tutti questi anni, la componente femminile ha sempre rappresentato il motore propulsivo. “Nella cooperazione la figura femminile è più valorizzata – afferma la presidente Cecilia Innocenti – in altri settori la competitività con gli uomini sfavorisce la donna che deve fronteggiare anche problematiche legate alla maternità e alla gestione della famiglia”. Oltre a questo va sottolineato anche il fatto che in tempi comunque difficili e di crisi economica, la cooperazione forse rappresenta una risposta più efficace rispetto ad altre tipologie di impresa. “Siena Viva negli ultimi due anni ha addirittura aumentato il suo fatturato – sottolinea ancora Innocenti – ciò non vuol dire che non abbiamo risentito della crisi perché oggi non ci sono più marginalità e quindi a volte manca lo spazio per investire in formazione e per migliorare le condizioni di lavoro. Detto questo la forma cooperativa si è dimostrata più elastica e – conclude – ci sono più responsabilità ed un maggiore senso di appartenenza che, di fronte ad un periodo duro, consentono di fare sistema e formare un vero e proprio fronte comune”.
Dello stesso parere anche Tina Lorusso presidente della Cooperativa Elicona, che si occupa di servizi culturali, e tra l’altro vincitrice quest’anno del premio “Impresando” del Cif Camera di Commercio il comitato per l’imprenditoria al femminile. “La nostra cooperativa, che opera su più settori, presuppone di poter cambiare registro e modus operandi in maniera spesso repentina. E per fare questo una donna risulta forse ideale – sottolinea la dottoressa Lorusso – Certo, a volte ci sono problemi nel far conciliare il lavoro con l’attività familiare, ma proprio per questo è importante essere in una cooperativa perché così si riesce sempre a trovare intercambiabilità ed elasticità”. Un tipo di cooperazione, questo, che ha permesso anche di far fronte ai problemi che ha portato con sé l’attuale crisi economica: “sicuramente c’è stata una grande condivisione nel perseguire i nostri obiettivi e questo – aggiunge la Lorusso – anche con qualche sacrificio, ci ha consentito di essere più creativi e di saper in qualche modo sopperire alle ristrettezze che la crisi porta con sé”.
Cooperative grandi e piccole che, specialmente nel settore pedagogico-educativo si basano molto su figure femminili. “Le donne hanno la capacità di riuscire a fare più cose nello stesso momento e di riuscire a gestire risorse umane e amministrative, di coordinamento e di lavoro sul campo spaziando da diversi settori e ambiti – sottolinea Serena Favilli, presidente di Camaleonde –Non nego comunque che anche le figure maschili siano importanti, specialmente nelle attività educative”. La cooperativa Camaleonde progetta e realizza laboratori didattico-educativi per le scuole (dagli asili fino alle superiori) e collaborano con la cooperativa Orto de’ Pecci su progetti e percorsi storico-naturalistici. “La cooperazione è un’ottima risposta all’attuale crisi economica. – continua la presidente Favilli – ma solo per chi sa cooperare, mettersi in rete ed in relazione con gli altri. Con queste caratteristiche la cooperazione risulta uno strumento di fondamentale importanza di fronte alla crisi. Almeno per noi è stato così – conclude la dottoressa Favilli – anche se ancora mi aspetto un’onda lunga della crisi nelle nostre zone”.
Opinione diffusa resta comunque l’idea di una cooperativa che offre maggiori opportunità per l’universo femminile, anche nel settore delle pulizie. “La cooperativa dà ossigeno e permette di fronteggiare la crisi con tranquillità e responsabilità – afferma Giuseppina Lonzi, vice presidente di Clean Sistem – c’è condivisione e proprio per questo vedo le nostre donne determinate e per niente abbattute di fronte alle attuali difficoltà. Sono tutte molto coinvolte nel cercare anche nuovi opportunità e nuovi committenti – conclude la Lonzi – sempre secondo le disponibilità di ognuna di noi. In ogni modo, uno spirito simile ci fa sicuramente sperare bene per il futuro”.