Accordo tra la Sopraintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio e l'Amministrazione comunale di Siena
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Di Lorenzo Croci
SIENA. Conservazione, fruibilità e valorizzazione. Sono queste le tre parole chiavi che da oggi, giorno della firma del contratto da parte del Comune di Siena (Sindaco Bruno Valentini) con la Sopraintendenza delle Belle Arti e del paesaggio (Anna di Bene), per un anno e mezzo – tempo prefissato per la conclusione dei lavori di restauro – devono essere il fulcro cardine dell’intera amministrazione comunale per riportare allo splendore che gli spetta l’intero percorso murario, a dir poco affascinante, della città del Palio.
Se Siena è entrata di diritto nel 1995 tra i beni patrimoniali dell’Unesco, le sue mura ne sono la cornice essenziale perché il quadro risulti perfetto, e questi 2.200.000 euro che lo Stato assegna all’amministrazione comunale non possono “fallire”. Purtroppo, gran parte del perimetro ad oggi ripulito mediante anche l’ausilio di volontari dell’associazione “Le Mura” presenta fenomeni di disgregazione della cimasa, originariamente realizzata con pezzi speciali di laterizio e “schiena d’asino” e disposti a coltello – oltre alla completa assenza della cimasa – ha reso il profilo superiore delle mura irregolare e facilmente permeabile alle infiltrazioni di acque meteoriche nel sacco murario, favorendo così il rigonfiamento della fodera in mattoni che in vari casi si presenta con grandi superfici distaccate. Inoltre, la presenza continua di umidità nel muro ha consentito l’attecchimento della vegetazione ruderale nel paramento e in alcune parti della sommità del muro sono presenti piante anche di considerevoli dimensioni.
Come se non bastasse ci sono fenomeni di erosione che interessano il basamento delle mura, dovuto all’assenza di regimazione delle acqua su un terreno poco coerente, e la quota del suolo fra interno ed esterno risulta in molti casi differente per l’accumulo di terreno sciolto nella parte interna, avvenuto progressivamente nel corso degli anni, spesso a causa dell’abbandono delle coltivazioni di origine presenti all’interno delle valli verdi; tale fenomeno ha portato nel tempo anche alla modifica della staticità di alcuni tratti dovuti alla forte spinta delle terre imbibite da acque meteoriche, le quali hanno condotto il paramento a comportarsi come muro di contenimento, una funzione mai stata prevista. Ma entriamo nello specifico delle criticità.
Il primo tratto “Porta Ovile-Porta Pispini” è stato interessato negli anni 70 – soprattutto per quanto riguarda la prima torre – da un parziale restauro il quale intervenne integrando il materiale mancante con mattoni nuovi. Tale intervento riuscì a limitare il radicamento della vegetazione solamente in alcune aree, cosa che invece è avvenuta in maniera più diffusa in altre aree dove il disgregamento della malta interstiziale ha favorito ancor più la crescita della vegetazione. Nel dettaglio poi, la torre – realizzata successivamente al paramento murario – non ha un adeguato ammorsamento della muratura con la cinta muraria e l’appoggio fondale appare scalzato da movimenti dovuti all’erosione del terreno poco coerente, costituito da arenarie sciolte o poco cementate; tale fenomeno ha causato un quadro fessurativo che interessa la muratura per tutta l’altezza. La seconda torre presenta oltre alla disgregazione del piano di copertura, un vistoso distaccamento delle cantonate del basamento, dovuto molto probabilmente allo scivolamento al piede del manufatto a seguito dell’erosione del terreno di appoggio. In un punto be preciso di questo primo tratto da Porta Ovile a Porta Pispini c’è un esteso distaccamento della fodera muraria dovuta alla presenza continua e intensa della vegetazione ruderale, la quale ha mantenuto livelli di umidità sul paramento pressoché continui, causa di fenomeni crioclastici e di rigonfiamento, sia negli elementi in laterizio che nella malta. Nel secondo tratto da Porta Pispini a Porta Romana, la cinta muraria presenta il almeno 4 punti evidenti fessurazioni dovute alla presenza continua di acqua – la quale ha indebolito il terreno di appoggio – e in un punto preciso di questo tratto murario c’è una risega verso l’esterno, corrispondente verso l’esterno del “Fosso della Tombola”. Inoltre anche in questa “pezzo di muro” l’appoggio fondale appare scalzato per alcuni tratti per eventi dovuti all’erosione del terreno poco coerente, costituito da arenarie sciolte o poco cementate. Ulteriore elemento di criticità riguarda il movimento anomalo della muratura di mattoni del merlo laterale di Porta Romana, dovuto principalmente ad un evento atmosferico che per la sua entità e localizzazione, oltre al danno al monumento, sta creando pericolo per l’incolumità dei pedoni che si trovano a transitare nell’area pubblica sottostante.
Il progetto generale che da oggi intende portare avanti e riportare ai fasti antichi le mura di Siena, grazie ad un intervento di restauro conservativo della cinta muraria – valorizzando nel contempo anche le valli verdi che si incuneano nel centro storico mediante la realizzazione di percorsi a terra interni ed esterni alle mura cittadini, e al pieno recupero anche delle torri – e grazie al finanziamento da parte della Sopraintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio – è stato denominato “Parco delle Mura”: il nome è strettamente correlato al “Parco del Buongoverno”, previsto dal Piano Strutturale e normato dal primo Regolamento Urbanistico.
Tra le fasi progettuali che il progetto “Parco delle Mura”, composto da geologi, architetti, tecnici del comune, ha già messo in atto e che eseguirà il prima possibile ci sono – oltre alla pulizia in gran parte già avvenuta dell’area a terra e del paramento murario – il rilievo a terra propedeutico della progettazione, il rilievo del paramento murario con tecnologia laser scanner e con ausilio di droni necessario per verificare lo stato di conservazione, studi specialistici dei tratti murari aderenti al livello statico, feologico-tecnico e storico-stratigrafico, progettazione degli interventi di consolidamento e restauro per tutelare il bene e valorizzazione culturale e turistica.
“Tra tre mesi saremo già in grado di avviare la stesura del contratto relativo alla gara d’appalto per i lavori concernenti la cinta muraria senese; la gara d’appalto sarà gestita da “Invitalia” che a sua volta un ramo del ministero delle finanze e avrà una portata mondiale perché il valore di un percorso murario come quello senese è davvero inestimabile e con una valenza a dir poco mondiale” ha dichiarato Anna di Bene, responsabile alla Sopraintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio.
“Sono molto soddisfatto del livello di collaborazione ottenuto tra noi e lo Stato per la valorizzazione di un simile bene, nel quale la Sopraintendenza si assume un impegno importante mettendo in campo tanti lavoratori; il nostro obiettivo è quello di recuperare completamente la cinta muraria, e se i tempi di restauro su questi tratti saranno celeri e rispettati, lo Stato ci fornirà altre cifre per sostenere il nostro bene mondiale. Con la completa restaurazione e valorizzazione di questi tratti di cinta si potranno scoprire anche ulteriori informazioni e segreti relativi all’età medievale della città, oltre ad offrire ai cittadini ulteriori percorsi ciclopedonali con un implementazione dei servizi ai cittadini e al turismo, oltre a preservare il bene storico, ha concluso il sindaco Bruno Valentini