Cortonesi e Staderini intervengono sulla spinosa questione delle nomine in Fondazione Mps

SIENA. Ci dispiace per la decisione della presidente Antonella Mansi di non accettare un nuovo incarico alla guida per i prossimi quattro anni della Fondazione MPS. Ha saputo raccogliere un’eredità complicatissima e in otto mesi di lavoro coraggioso e competente è riuscita a invertire il destino della Fondazione, che l’incompetenza di alcuni e la speculazione finanziaria avevano già segnato. Forse la città, gli azionisti e la stessa banca MPS dovrebbero essergliene grati in maniera più convinta, rispetto alle tiepide formalità o, peggio, alla cinica indifferenza.
Viene da chiedersi se, la previsione statutaria di un mandato “corto” non fosse studiata ‘su misura’ per qualcuno, senza tener conto degli innegabili contraccolpi gestionali.
Allo stesso modo, stupisce e ci allarma che la politica locale, responsabile pro-quota dello sfascio della Banca e della Fondazione, abbia ripreso subito il posto di combattimento per ipotecare la nomina del nuovo presidente. Un atteggiamento da cui il sindaco Valentini farebbe bene a prendere le distanze. Diversamente dimostrerebbe di non aver compreso né la delicatezza della situazione, né lo spirito dello Statuto della Fondazione, che affida alla Deputazione Generale la scelta del nuovo presidente, né la lezione della stessa Mansi, che ha parlato di una successione “in continuità con la discontinuità”.
Rifletta bene il Sindaco proprio su quella “discontinuità” epocale, libera da schemi e condizionamenti della politichetta locale, che oggi occorre alla Fondazione. Non si faccia prendere dal teatrino mediatico del toto-nomine, il Sindaco vigili, perciò, su tutte le probabili invasioni di campo, anche esterne al territorio e i disperati tentativi di restaurazione da parte di noti soggetti che da anni interferiscono negativamente per il bene di Siena, perché altrimenti rischia di essere lui il primo a farne le spese.
Noi vogliamo ribadire tre questioni, che l’esperienza del passato, rendono “non negoziabili”.
La prima: nella scelta del nuovo presidente la Deputazione Generale è sovrana e dovrà dimostrare di operare nell’esclusivo interesse della Fondazione (articoli 7 e 12 dello Statuto). Seconda: dopo la messa in sicurezza dei conti, la priorità della Fondazione è quella di rafforzare il suo ruolo di soggetto aggregante del patto coi nuovi soci, respingendo ogni nuovo tentativo di marginalizzarla e di dilapidarne il capitale e il ruolo sociale. Dobbiamo dimostrare di aver capito la lezione dello scorso dicembre! Terza: va difesa la Fondazione da ogni tentativo di imbrigliarne l’autonomia e l’azione di rilancio, nell’ottica di quel cambiamento su cui la città e le sue istituzioni devono vigilare con trasparenza.
E’ per questo motivo che da più di un mese abbiamo chiesto che a questo tema venga dedicata una apposita seduta del Consiglio Comunale, perché ci si confronti con chiarezza sulle questioni che abbiamo sollevato e su cui chiediamo un patto d’onore di tutta la politica cittadina. Tutto il resto è chiacchiericcio, demagogia e inutile ‘colore’ mediatico, che rischia però di nascondere un sotterraneo tentativo di riportare indietro le lancette dell’orologio.
Luciano Cortonesi
Pietro Staderini
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