La festa al centro dell'incontro con la stampa. Senza dimenticare i problemi di Siena
SIENA. “Non c’è una sola emozione che definisce questo mio primo Palio”. Il sindaco Bruno Valentini si è presentato ai giornalisti in una veste informale e, anticipando le domande dei cronisti, ha snocciolato le sensazioni vissute in questo primo appuntamento paliesco sotto la sua amministrazione.
“La città si aspetta di ripartire. Per diverso tempo è stata ferma, impaurita, sgomenta di fronte ad un patrimonio frustrato da tanti errori” ha detto il Primo Cittadino che, anche in questa occasione, non ha voluto far mancare parole di incoraggiamento e di ottimismo ai suoi concittadini. “Adesso la serenità deve guidarci con un Comune che deve dare sicurezza”. E la sicurezza è il secondo degli elementi che caratterizzeranno questa Carriera: allestito, infatti un Centro Unificato di Coordinamento all’interno della Torre del Mangia del Palazzo Pubblico. “La sicurezza deve essere un fattore di operatività – ha detto Valentini – e due sono gli aspetti su cui abbiamo puntato: il dispiegamento di forze e la capacità di pianificare”.
Un accenno anche alla diatriba “animalista”: “Sono stufo del fatto che ci si indichi come esempio negativo; nessuno fa quanto facciamo noi per i cavalli. I dieci che saranno in piazza sono stati selezionati tra più di cento cavalli. La nostra attenzione verso di loro non si esaurisce con il giorno del Palio ma prosegue anche dopo…”.
Palio come vetrina per la città, come “inno alla gioia”, come grande veicolo di comunicazione della “realtà Siena” al mondo: infine, palio come metafora della vita.
Ma, oltre il Palio che tra qualche ora celebrerà il suo culmine e offrirà il giubilo ad una delle 10 contrade in piazza, i problemi sul piatto restano: i giornalisti non li hanno messi da parte proprio come non lo fanno i senesi. L’attualità è arrivato nella sala stampa e ci si è ritrovati a commentare le ingiurie lanciate, ieri sera, da alcuni tifosi del Siena Calcio nei confronti del presidente della Banca Mps, Profumo e dell’ad Viola.
“Se i senesi si arrabbiavano prima – ha detto Valentini – era meglio. Tutto quello che accade oggi ha radici più lontane nel tempo. Se i senesi si fossero indignati due anni fa, almeno, tutto questo forse non sarebbe accaduto. Si copriva il debito con altro debito e oggi ci troviamo a pagare il prezzo di non aver affrontato prima il problema. Ci sono stati dirigenti infedeli e organi di controllo nazionale che non hanno svolto la loro funzione. Chi c’era prima ai vertici del Monte ha usato il potere economico come strumento per gestire consenso di massa. Sono sceso in campo quando ho visto che la città non si ribellava a quanto stava accadendo. In merito al Siena Calcio non mi sento di dire alla banca di mettere i soldi nella squadra quando ci sono dipendenti che perdono il posto di lavoro e quando tante altre realtà sportive minori hanno perso le sponsorizzazioni. Abbiamo un sistema che non funziona e dobbiamo trovare altre soluzioni”.
I problemi scaturiti dalla contingenza della situazione non vengono ignorati e, tra un incoraggiamento ai senesi ed una “sbirciata” alla visione valentiniana della mission amministrativa, non mancano le critiche alle precedenti amministrazioni: “Molte persone passate di qui hanno fatto errori gravissimi, penalmente rilevanti” ha bacchettato il sindaco. E poi, in merito alla banca, diretto ai suoi vertici: “Prima il giudizio era sospeso, adesso è diretto. La nuova dirigenza è al suo posto da un anno e mezzo ed il suo operato viene giudicato dal mercato finanziario così come il mio lavoro viene giudicato sul mercato politico”. E ancora, con riferimento alla banca: “Non mi rassegno a far andare via la banca da Siena e per questo faccio appello al Governo”. Ma, precisa Valentini, la sua non è una semplice esigenza campanilistica, c’è di più. “Rischiamo di far uscire l’Italia dai centri importanti della finanza europea. Ed anche la Toscana non credo che possa permettersi di perdere un partner finanziario importante”. Certo, ammette il sindaco di Siena, occorre “togliere il clientelismo politico” che ha imperversato, e far subentrare un modus operandi che tenga conto del merito e delle competenze. Una operazione difficile, che implica anche il cambio di passo non solo degli uomini “pubblici” ma anche dei semplici cittadini fino ad oggi abituati e “conformarsi” al sistema Siena. “Ho detto ai miei collaboratori di spiegare questo concetto a coloro che tentano di usare vecchi metodi. Si può dare un avviso, due, anche tre… al quarto parte l’ammenda”.
Alla domanda fatta da ILCITTADINOONLINE.IT circa la “ricetta” per spingere i senesi a ritrovare il loro orgoglio dando voce alla loro giusta indignazione, il sindaco Valentini ha risposto che i suoi sforzi saranno improntati verso la difesa della “libertà di opinione”. “Quando i senesi si sentiranno liberi di dire quello che pensano senza bisogno di anonimato, quando capiranno che non si mettono in atto ritorsioni, che possono dare voce alle loro critiche senza essere additati allora l’aria a Siena cambierà. Abbiamo già dato prova del cambiamento in Consiglio Comunale, accettando alcuni emendamenti proposti da Laura Vigni e dal Movimento 5 Stelle. Alcuni gruppi non hanno presentato emendamenti perchè pensavano che non sarebbero stati considerati “per partito preso”. Così non è. Noi possiamo avere avversari politici ma non abbiamo nemici”.
“La città si aspetta di ripartire. Per diverso tempo è stata ferma, impaurita, sgomenta di fronte ad un patrimonio frustrato da tanti errori” ha detto il Primo Cittadino che, anche in questa occasione, non ha voluto far mancare parole di incoraggiamento e di ottimismo ai suoi concittadini. “Adesso la serenità deve guidarci con un Comune che deve dare sicurezza”. E la sicurezza è il secondo degli elementi che caratterizzeranno questa Carriera: allestito, infatti un Centro Unificato di Coordinamento all’interno della Torre del Mangia del Palazzo Pubblico. “La sicurezza deve essere un fattore di operatività – ha detto Valentini – e due sono gli aspetti su cui abbiamo puntato: il dispiegamento di forze e la capacità di pianificare”.
Un accenno anche alla diatriba “animalista”: “Sono stufo del fatto che ci si indichi come esempio negativo; nessuno fa quanto facciamo noi per i cavalli. I dieci che saranno in piazza sono stati selezionati tra più di cento cavalli. La nostra attenzione verso di loro non si esaurisce con il giorno del Palio ma prosegue anche dopo…”.
Palio come vetrina per la città, come “inno alla gioia”, come grande veicolo di comunicazione della “realtà Siena” al mondo: infine, palio come metafora della vita.
Ma, oltre il Palio che tra qualche ora celebrerà il suo culmine e offrirà il giubilo ad una delle 10 contrade in piazza, i problemi sul piatto restano: i giornalisti non li hanno messi da parte proprio come non lo fanno i senesi. L’attualità è arrivato nella sala stampa e ci si è ritrovati a commentare le ingiurie lanciate, ieri sera, da alcuni tifosi del Siena Calcio nei confronti del presidente della Banca Mps, Profumo e dell’ad Viola.
“Se i senesi si arrabbiavano prima – ha detto Valentini – era meglio. Tutto quello che accade oggi ha radici più lontane nel tempo. Se i senesi si fossero indignati due anni fa, almeno, tutto questo forse non sarebbe accaduto. Si copriva il debito con altro debito e oggi ci troviamo a pagare il prezzo di non aver affrontato prima il problema. Ci sono stati dirigenti infedeli e organi di controllo nazionale che non hanno svolto la loro funzione. Chi c’era prima ai vertici del Monte ha usato il potere economico come strumento per gestire consenso di massa. Sono sceso in campo quando ho visto che la città non si ribellava a quanto stava accadendo. In merito al Siena Calcio non mi sento di dire alla banca di mettere i soldi nella squadra quando ci sono dipendenti che perdono il posto di lavoro e quando tante altre realtà sportive minori hanno perso le sponsorizzazioni. Abbiamo un sistema che non funziona e dobbiamo trovare altre soluzioni”.
I problemi scaturiti dalla contingenza della situazione non vengono ignorati e, tra un incoraggiamento ai senesi ed una “sbirciata” alla visione valentiniana della mission amministrativa, non mancano le critiche alle precedenti amministrazioni: “Molte persone passate di qui hanno fatto errori gravissimi, penalmente rilevanti” ha bacchettato il sindaco. E poi, in merito alla banca, diretto ai suoi vertici: “Prima il giudizio era sospeso, adesso è diretto. La nuova dirigenza è al suo posto da un anno e mezzo ed il suo operato viene giudicato dal mercato finanziario così come il mio lavoro viene giudicato sul mercato politico”. E ancora, con riferimento alla banca: “Non mi rassegno a far andare via la banca da Siena e per questo faccio appello al Governo”. Ma, precisa Valentini, la sua non è una semplice esigenza campanilistica, c’è di più. “Rischiamo di far uscire l’Italia dai centri importanti della finanza europea. Ed anche la Toscana non credo che possa permettersi di perdere un partner finanziario importante”. Certo, ammette il sindaco di Siena, occorre “togliere il clientelismo politico” che ha imperversato, e far subentrare un modus operandi che tenga conto del merito e delle competenze. Una operazione difficile, che implica anche il cambio di passo non solo degli uomini “pubblici” ma anche dei semplici cittadini fino ad oggi abituati e “conformarsi” al sistema Siena. “Ho detto ai miei collaboratori di spiegare questo concetto a coloro che tentano di usare vecchi metodi. Si può dare un avviso, due, anche tre… al quarto parte l’ammenda”.
Alla domanda fatta da ILCITTADINOONLINE.IT circa la “ricetta” per spingere i senesi a ritrovare il loro orgoglio dando voce alla loro giusta indignazione, il sindaco Valentini ha risposto che i suoi sforzi saranno improntati verso la difesa della “libertà di opinione”. “Quando i senesi si sentiranno liberi di dire quello che pensano senza bisogno di anonimato, quando capiranno che non si mettono in atto ritorsioni, che possono dare voce alle loro critiche senza essere additati allora l’aria a Siena cambierà. Abbiamo già dato prova del cambiamento in Consiglio Comunale, accettando alcuni emendamenti proposti da Laura Vigni e dal Movimento 5 Stelle. Alcuni gruppi non hanno presentato emendamenti perchè pensavano che non sarebbero stati considerati “per partito preso”. Così non è. Noi possiamo avere avversari politici ma non abbiamo nemici”.