Chi di noi lavora tutti i giorni in questo Ateneo lo sa bene come stiamo messi dicono i sindacati di base
SIENA. Ricordati che devi morire!
Predicatore : Ricordati che devi morire! Mario: Come?
Predicatore : Ricordati… che devi morire! Mario: Va bene…
Predicatore : Ricordati che devi morire! Mario: Sì, sì… no… mo’ me lo segno
Noi ce lo siamo segnato 5 anni fa che dobbiamo morire, grazie. Ci mancava solo la relazione della sezione di controllo della Corte dei Conti per riattizzare le braci mai spente del dissesto del nostro Ateneo. La notizia apparsa ieri sulla stampa online ha fatto sobbalzare molti. La cosa curiosa è che questa storia della relazione della Corte dei Conti era già stata pubblicata dalla Nazione in data 8 marzo senza però suscitare tutta questa apprensione, boh, le stranezze dellinformazione.
In una relazione di 52 (!) pagine la Corte fa il punto sugli esercizi 2010-2011 e nelle conclusioni si esprime anche sul bilancio di previsione 2013. Il giudizio non è lusinghiero, vogliamo essere teneri, e ci ricorda che stiamo messi ancora male e forse peggio di prima. Lo sapevamo grazie.
Il Rettore sul cittadino online precisa subito che quello che viene chiesto non è il dissesto dellAteneo, ma si auspica che al più presto vengano approvati i criteri di dissesto e criticità degli Atenei che consentiranno agli Atenei di adottare iniziative funzionali alla realizzazione dei piani di risanamento. Xe peso el tacon del buso, è peggio la toppa del buco, perché quello che ci preoccupa è proprio il piano di risanamento.
Il piano di risanamento, come cita lart. 8, del Decreto n. 199/2011, prevede mobilità coatta per ridurre il costo del personale non docente, chiusura delle sedi e revisione dellofferta formativa, ecc.
Un massacro per tutti, ma proprio tutti. Se poi il piano di rientro non viene presentato cè il commissariamento.
Leggete il decreto n. 199 del 27.10.2011, http://gazzette.comune.jesi.an.it/2011/275/1.htm
Il piano di risanamento, che arriva prima di eventuali commissariamenti, è peggio. Lo è poi tanto più se viene gestito da chi in questi anni ci ha detto che le cose andavano meglio, tralasciando di dirci che il vero problema, come nel 2012, sarà nel 2013 la tensione di liquidità che ci obbligherà a fare continui rinvii dei pagamenti, ecc.
Noi lo scriviamo da tempo, perché sarà il vero punto di non ritorno. Inutile ora stare qui a domandarsi come stiamo messi, ce lo deve dire ancora qualcun altro? chi di noi lavora tutti i giorni in questo Ateneo lo sa bene, senza che gli debba essere spiegato, o negato o addolcito.
Lo abbiamo segnato, grazie, che dobbiamo morire! Non parliamo di come siamo messi, ma di come vogliamo rimetterci.
Noi proponiamo un confronto col corpo accademico allargato sul risanamento, che dobbiamo volere come comunità. Nessuno a questo punto può pensare di avere la ricetta in tasca, e di certo non ce lha il Rettore.
Il sindacato dovrà essere forte nel momento della discussione del piano di risanamento. Non ci sembra che vi sia oggi un piano di risanamento, e forse per questo tutti aspettano i criteri sul dissesto per poter attuare ciò che cè nel decreto 199/2011 che libera molto di più le mani. Allora non ci stiamo. O questo Ateneo si rialza in modo condiviso oppure si va al fallimento come istituzione, ma anche come cittadini.
USB Università di Siena