di Augusto Mattioli
SIENA. “Occorre un progetto complessivo che salvaguardi l’università di Siena rispetto al suo futuro”.Lo ha sottolineato Claudio Vigni segretario della Cgil senese nel corso di una conferenza stampa congiunta con gli altri sindacati Cisl e Uil partendo dalla considerazione che, la situazione finanziaria dell’ateneo è davvero molto problematica. La questione è ancora tutta da risolvere secondo i sindacati, per i quali comunque c’è mancanza di progettualità. ”Prima – ha detto Vigni – questo progetto vero si costruisce poi si indica cosa fare. Non pensiamo che l’università sia in condizione di fare tagli indiscriminati”. Dunque non occorre solo un vero progetto che guardi in prospettiva, ma anche soluzioni per rispondere all’emergenza, perché è in forse anche il pagamento degli stipendi.
Punto chiave della situazione su cui si sta discutendo all’interno e fuori dell’ateneo sono i tagli che il piano di risanamento dell’ateneo (che è stato allungato al 2014) comporta. Ma per i sindacati non possono toccare la parte più debole. Tanto per fare un esempio – come ha detto Sandro Santinami, segretario provinciale della Uil, finora gli unici posti tagliati sono stati quelli di una categoria protetta che facevano capo ad una cooperativa.
Nel corso dell’incontro con i sindacati sono stati forniti dei dati secondo cui il corpo docente incide per il 76 per cento sul costo del personale, mentre il personale tecnico amministrativo "pesa" per il 32 per cento. Nel dibattito interno all’università su come risanare si sono ipotizzati tagli del personale tecnico-amministrativo per circa 400 persone, che potrebbero essere messe in mobilità. I sindacati sono apparsi critici riguardo ai docenti che possono restare ad insegnare quando hanno 65 anni di età e hanno 40 anni di servizio. “Nessuno – ha detto Vigni – può pensare che tutto ricada sulle spalle del personale tecnico-amministrativo, magari rifiutando con – 40 anni di servizio – di andare in pensione. Magari potrebbe optare per un rapporto di collaborazione”.
Un'università quella di Siena che va ridisegnata, secondo molti sindacalisti. “Troppi corsi con poche persone“, ha detto José Coppi, segretario provinciale della Cisl, secondo il quale “questo è un momento delicato per la società senese. La crisi ha messo in evidenza delle fragilità che finora ha toccato la provincia ma non la città”.Coppi ha anche sottolineato un aspetto importante: che non bisogna pensare che “tanto c’è qualcuno che paga” (Vedi Banca Mps). “Questa vicenda non si può mettere a posto solo con la Banca ma occorre sensibilizzare altri soggetti come istituzioni locali, regione, ministero”, ha concluso.
SIENA. “Occorre un progetto complessivo che salvaguardi l’università di Siena rispetto al suo futuro”.Lo ha sottolineato Claudio Vigni segretario della Cgil senese nel corso di una conferenza stampa congiunta con gli altri sindacati Cisl e Uil partendo dalla considerazione che, la situazione finanziaria dell’ateneo è davvero molto problematica. La questione è ancora tutta da risolvere secondo i sindacati, per i quali comunque c’è mancanza di progettualità. ”Prima – ha detto Vigni – questo progetto vero si costruisce poi si indica cosa fare. Non pensiamo che l’università sia in condizione di fare tagli indiscriminati”. Dunque non occorre solo un vero progetto che guardi in prospettiva, ma anche soluzioni per rispondere all’emergenza, perché è in forse anche il pagamento degli stipendi.
Punto chiave della situazione su cui si sta discutendo all’interno e fuori dell’ateneo sono i tagli che il piano di risanamento dell’ateneo (che è stato allungato al 2014) comporta. Ma per i sindacati non possono toccare la parte più debole. Tanto per fare un esempio – come ha detto Sandro Santinami, segretario provinciale della Uil, finora gli unici posti tagliati sono stati quelli di una categoria protetta che facevano capo ad una cooperativa.
Nel corso dell’incontro con i sindacati sono stati forniti dei dati secondo cui il corpo docente incide per il 76 per cento sul costo del personale, mentre il personale tecnico amministrativo "pesa" per il 32 per cento. Nel dibattito interno all’università su come risanare si sono ipotizzati tagli del personale tecnico-amministrativo per circa 400 persone, che potrebbero essere messe in mobilità. I sindacati sono apparsi critici riguardo ai docenti che possono restare ad insegnare quando hanno 65 anni di età e hanno 40 anni di servizio. “Nessuno – ha detto Vigni – può pensare che tutto ricada sulle spalle del personale tecnico-amministrativo, magari rifiutando con – 40 anni di servizio – di andare in pensione. Magari potrebbe optare per un rapporto di collaborazione”.
Un'università quella di Siena che va ridisegnata, secondo molti sindacalisti. “Troppi corsi con poche persone“, ha detto José Coppi, segretario provinciale della Cisl, secondo il quale “questo è un momento delicato per la società senese. La crisi ha messo in evidenza delle fragilità che finora ha toccato la provincia ma non la città”.Coppi ha anche sottolineato un aspetto importante: che non bisogna pensare che “tanto c’è qualcuno che paga” (Vedi Banca Mps). “Questa vicenda non si può mettere a posto solo con la Banca ma occorre sensibilizzare altri soggetti come istituzioni locali, regione, ministero”, ha concluso.