Il rettore Riccaboni annuncia una sostanziale revisione del piano di risanamento
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SIENA. (a. m.) E’ di 38,8 miliioni la perdita prevista dal bilancio preventivo del 2011 dell’università di Siena approvato oggi a larga maggioranza dal consiglio d’amministrazione.
“E’ innegabile – ha sottolineato il rettore Angelo Riccaboni – il quadro di difficoltà che si evidenzia attraverso questo risultato,conseguito peraltro dopo interventi che hanno già avuto effetti pesanti”. Per far fronte a questa situazione il rettore ha annunciato la “sostanziale revisione” del attuale piano di risanamento, ritenuto non più adeguato alla situazione attuale, che, ha puntualizzato il rettore, “sarà accompagnato dal rilancio e dal riordino della didattica e dalla diminuzione dei dipartimenti che avranno comunque una maggiore autonomia”. Pare che i poli di Arezzo e Grosseto resteranno attivi. Il nuovo piano dovrebbe essere presentato entro un paio di mesi.
Qui di seguito la relazione del Rettore Angelo Riccaboni.
“Le riduzioni previste nel Fondo di Finanziamento Ordinario e le recenti disposizioni in materia di finanza pubblica renderanno il 2011 un anno particolarmente difficile per il sistema universitario italiano e aggraveranno ulteriormente la situazione del nostro
Ateneo. Nel 2009 e nel 2010 l’Università di Siena, attraverso la cessione di parti importanti del patrimonio immobiliare, ha fortemente ridotto l’indebitamento netto nei confronti dell’esterno. Questo è testimoniato dall’ammontare del disavanzo di amministrazione presunto al 31 dicembre 2010, che è sceso a 37 milioni di euro, valore certamente preoccupante ma nettamente inferiore al passato. Sull’Ateneo di Siena grava, altresì, un indebitamento di lungo termine di un ammontare pari a 95 milioni di euro.
Il problema centrale della situazione finanziaria dell’Università di Siena è rappresentato, però, dal disavanzo della gestione corrente, che inevitabilmente ogni anno genera nuovo debito. Sulla base dei dati e delle previsioni oggi disponibili, l’esercizio 2010 dovrebbe chiudersi, al netto dell’operazione straordinaria della vendita del Policlinico Le Scotte, con un disavanzo di competenza intorno a 30 milioni di euro. Se si volesse definire il risultato 2011 in termini “inerziali” – ovvero quello che, a partire dalla situazione ereditata, si otterrebbe senza ulteriori interventi – dovremmo aggiungere al disavanzo di 30 milioni la riduzione prevista del FFO nel 2011, che per l’Università di Siena è stata stimata in 11 milioni, nonché la somma dei trasferimenti da effettuare al
Ministero ai sensi della manovra economica (D. L. 78/2010 convertito nella L. 122/10 e altre leggi precedenti), pari a 1,4 milioni. Nel rispetto del principio di prudenza, dovendo contabilizzare i trasferimenti in ingresso da altri enti e finanziatori soltanto se in presenza del requisito della certezza, andrebbe considerato un ulteriore peggioramento pari almeno a 8 milioni, cioè la somma prevista attraverso il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Regione Toscana e le tre Aziende Ospedaliere Universitarie Toscane. Allo stato attuale, infatti, tale rinnovo non è ancora stato sancito per nessuno dei tre Atenei che fanno parte di Aziende ospedaliere universitarie.
A fronte di tali dinamiche negative, si deve tener conto dei primi effetti positivi del piano di risanamento, con particolare riferimento ai prepensionamenti e alla mobilità volontaria, che, pur portando a perdere importanti professionalità e competenze, consentono alcune preziose economie. Come rilevabile dalla descrizione delle singole voci del Bilancio di previsione 2011, la nuova Amministrazione – nonostante il pochissimo tempo a disposizione – ha introdotto ulteriori risparmi nelle varie voci di spesa sia tenendo conto delle normative limitative sia di un criterio di massima razionalizzazione. Con l’occasione sono stati inoltre ricostruiti con accuratezza gli impegni pluriennali già assunti, riscontrando in alcuni casi chiare difficoltà in termini di copertura, ed agendo di conseguenza.
In virtù di tali interventi e nel rispetto di una doverosa attenzione al principio di prudenza, il bilancio preventivo 2011 prevede un disavanzo di 38,8 milioni di Euro. E’ innegabile dunque il quadro di difficoltà che si evidenzia attraverso questo risultato, conseguito, peraltro, dopo interventi che già hanno avuto effetti pesanti. Questa è la situazione che la nuova Amministrazione si trova ad affrontare e sulla quale sta lavorando in maniera assai intensa, anche se in carica soltanto da poche settimane. Per far fronte alla condizione appena delineata sarà necessario, oltre che attuare le iniziative già previste nel bilancio preventivo, provvedere ad una sostanziale revisione del piano di risanamento. Gli organi di governo dell’Ateneo saranno quanto prima impegnati in tale attività, che dovrà essere basata sui principi della trasparenza e dell’equità, e comprendere e attuare un confronto sistematico e costante con le istituzioni locali, regionali e nazionali. Mi preme da questo punto di vista sottolineare l’importanza della condivisione delle possibili soluzioni e misure che intenderemo adottare con gli attori istituzionali che operano ai diversi livelli. Il contributo che in questi anni difficili tali soggetti hanno fornito è stato determinante per consentire al nostro Ateneo di fronteggiare la crisi e continuare a mantenere un ruolo di rilievo nella vita sociale, culturale ed economica del nostro territorio e del nostro Paese. Dal momento che dovremo procedere a una complessiva opera di razionalizzazione delle strutture e delle procedure che caratterizzano l’attività dell’Università di Siena, sarà nostro obbligo adottare provvedimenti organizzativi che consentano in tempi brevi di abbattere i costi di gestione e al contempo di garantire il maggior numero possibile dei servizi fino ad oggi resi.
In tema di didattica, il Senato accademico di questa mattina ha definitivamente adottato le Linee guida per la formulazione dell’offerta formativa per il prossimo anno accademico. La riduzione dei corsi di laurea che necessariamente ne deriverà non impedirà all’Ateneo di continuare a svolgere il suo ruolo nel campo della formazione e della cultura. Ai docenti sarà chiesto un importante impegno nell’organizzazione dei nuovi corsi di studio, ridefiniti ponendo particolare attenzione al profilo qualitativo delle iniziative attivate, leva principale dello sviluppo futuro. Contemporaneamente stiamo procedendo a una ridefinizione e a una ristrutturazione della nostra presenza nei poli decentrati.
Per quanto riguarda il sistema della ricerca, è già iniziato il percorso che condurrà al decentramento dell’autonomia contrattuale e contabile e alla ristrutturazione scientifica e organizzativa dei dipartimenti, che prevede anche una riduzione della loro numerosità.
Si tratta di misure indispensabili, insieme all’ntroduzione dei necessari meccanismi di controllo, al fine di valorizzare il ruolo e le potenzialità di queste strutture e per sostenere in maniera decisa l’apertura verso l’esterno e l’acquisizione di nuove risorse.
A breve sarà riattivato il processo di revisione della governance di Ateneo e verranno rafforzati i supporti alla didattica, alla ricerca, alla valutazione di qualità e alle relazioni con il territorio.
Uno dei temi più importanti per il 2011, anche in chiave di acquisizione di nuove risorse, sarà la ristrutturazione del sistema dei dottorati, con una riorganizzazione interna, che assegnerà particolare rilievo alla dimensione regionale e internazionale. In linea con quanto indicato dal Piano di interventi tendenti al risanamento, per il XXVII ciclo del Dottorato verranno attivate esclusivamente le borse autofinanziate e quelle del progetto giovani, finanziato dal MIUR., garantendo, al contempo, le borse dei dottorati già in essere e quelle bandite nel 2010. Analoga decisione riguarda gli assegni di ricerca. Queste dolorose e gravi decisioni dovranno costituire un’occasione preziosa di rilancio dell’intero settore, basato sulla definizione e sull’applicazione , in tempi stretti, di una puntuale metodologia valutativa e, entro il mese di aprile 2011, di una proposta concreta inerente al XXVIII ciclo, che consolidi la positiva tradizione della didattica di 3° livello dell’Università di Siena.
Si tratta, nel loro complesso, di iniziative che consentiranno non solo di migliorare i nostri equilibri finanziari ma anche di contribuire ad acquisire maggiore credibilità e fiducia.
Affronto da ultimo un tema cruciale per la vita dell’Ateneo. E’ con grande amarezza che ci troviamo a considerare misure come quelle relative al fondo previsto per il trattamento accessorio. Queste colpiscono i colleghi del personale tecnico e amministrativo, la cui professionalità è essenziale per il nostro futuro. E’ stato fatto di tutto per ridurre al minimo le conseguenze delle distorsioni rilevate. Le gravi decisioni che saremo costretti a prendere, lo ribadisco per evitare inutili fraintendimenti, non dipendono da miopi esigenze di mero risanamento ma sono dettate esclusivamente dalla necessità di rispettare le regole.
Confidando che possano essere presto individuate le responsabilità delle difficoltà e delle distorsioni che oggi ci angustiano, dobbiamo essere coscienti che potremo uscire da questa situazione – e ne usciremo – solo con la partecipazione e il contributo di tutti e con la volontà di definire un clima di lavoro basato sulla fiducia e il riconoscimento del merito.
L’Amministrazione è fortemente motivata in tal senso, nella consapevolezza che tali fattori siano determinanti per accrescere la nostra capacità attrattiva nei confronti degli studenti e per mantenere la qualità della nostra ricerca, continuamente testimoniata dalle analisi di settore”.
“E’ innegabile – ha sottolineato il rettore Angelo Riccaboni – il quadro di difficoltà che si evidenzia attraverso questo risultato,conseguito peraltro dopo interventi che hanno già avuto effetti pesanti”. Per far fronte a questa situazione il rettore ha annunciato la “sostanziale revisione” del attuale piano di risanamento, ritenuto non più adeguato alla situazione attuale, che, ha puntualizzato il rettore, “sarà accompagnato dal rilancio e dal riordino della didattica e dalla diminuzione dei dipartimenti che avranno comunque una maggiore autonomia”. Pare che i poli di Arezzo e Grosseto resteranno attivi. Il nuovo piano dovrebbe essere presentato entro un paio di mesi.
Qui di seguito la relazione del Rettore Angelo Riccaboni.
“Le riduzioni previste nel Fondo di Finanziamento Ordinario e le recenti disposizioni in materia di finanza pubblica renderanno il 2011 un anno particolarmente difficile per il sistema universitario italiano e aggraveranno ulteriormente la situazione del nostro
Ateneo. Nel 2009 e nel 2010 l’Università di Siena, attraverso la cessione di parti importanti del patrimonio immobiliare, ha fortemente ridotto l’indebitamento netto nei confronti dell’esterno. Questo è testimoniato dall’ammontare del disavanzo di amministrazione presunto al 31 dicembre 2010, che è sceso a 37 milioni di euro, valore certamente preoccupante ma nettamente inferiore al passato. Sull’Ateneo di Siena grava, altresì, un indebitamento di lungo termine di un ammontare pari a 95 milioni di euro.
Il problema centrale della situazione finanziaria dell’Università di Siena è rappresentato, però, dal disavanzo della gestione corrente, che inevitabilmente ogni anno genera nuovo debito. Sulla base dei dati e delle previsioni oggi disponibili, l’esercizio 2010 dovrebbe chiudersi, al netto dell’operazione straordinaria della vendita del Policlinico Le Scotte, con un disavanzo di competenza intorno a 30 milioni di euro. Se si volesse definire il risultato 2011 in termini “inerziali” – ovvero quello che, a partire dalla situazione ereditata, si otterrebbe senza ulteriori interventi – dovremmo aggiungere al disavanzo di 30 milioni la riduzione prevista del FFO nel 2011, che per l’Università di Siena è stata stimata in 11 milioni, nonché la somma dei trasferimenti da effettuare al
Ministero ai sensi della manovra economica (D. L. 78/2010 convertito nella L. 122/10 e altre leggi precedenti), pari a 1,4 milioni. Nel rispetto del principio di prudenza, dovendo contabilizzare i trasferimenti in ingresso da altri enti e finanziatori soltanto se in presenza del requisito della certezza, andrebbe considerato un ulteriore peggioramento pari almeno a 8 milioni, cioè la somma prevista attraverso il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Regione Toscana e le tre Aziende Ospedaliere Universitarie Toscane. Allo stato attuale, infatti, tale rinnovo non è ancora stato sancito per nessuno dei tre Atenei che fanno parte di Aziende ospedaliere universitarie.
A fronte di tali dinamiche negative, si deve tener conto dei primi effetti positivi del piano di risanamento, con particolare riferimento ai prepensionamenti e alla mobilità volontaria, che, pur portando a perdere importanti professionalità e competenze, consentono alcune preziose economie. Come rilevabile dalla descrizione delle singole voci del Bilancio di previsione 2011, la nuova Amministrazione – nonostante il pochissimo tempo a disposizione – ha introdotto ulteriori risparmi nelle varie voci di spesa sia tenendo conto delle normative limitative sia di un criterio di massima razionalizzazione. Con l’occasione sono stati inoltre ricostruiti con accuratezza gli impegni pluriennali già assunti, riscontrando in alcuni casi chiare difficoltà in termini di copertura, ed agendo di conseguenza.
In virtù di tali interventi e nel rispetto di una doverosa attenzione al principio di prudenza, il bilancio preventivo 2011 prevede un disavanzo di 38,8 milioni di Euro. E’ innegabile dunque il quadro di difficoltà che si evidenzia attraverso questo risultato, conseguito, peraltro, dopo interventi che già hanno avuto effetti pesanti. Questa è la situazione che la nuova Amministrazione si trova ad affrontare e sulla quale sta lavorando in maniera assai intensa, anche se in carica soltanto da poche settimane. Per far fronte alla condizione appena delineata sarà necessario, oltre che attuare le iniziative già previste nel bilancio preventivo, provvedere ad una sostanziale revisione del piano di risanamento. Gli organi di governo dell’Ateneo saranno quanto prima impegnati in tale attività, che dovrà essere basata sui principi della trasparenza e dell’equità, e comprendere e attuare un confronto sistematico e costante con le istituzioni locali, regionali e nazionali. Mi preme da questo punto di vista sottolineare l’importanza della condivisione delle possibili soluzioni e misure che intenderemo adottare con gli attori istituzionali che operano ai diversi livelli. Il contributo che in questi anni difficili tali soggetti hanno fornito è stato determinante per consentire al nostro Ateneo di fronteggiare la crisi e continuare a mantenere un ruolo di rilievo nella vita sociale, culturale ed economica del nostro territorio e del nostro Paese. Dal momento che dovremo procedere a una complessiva opera di razionalizzazione delle strutture e delle procedure che caratterizzano l’attività dell’Università di Siena, sarà nostro obbligo adottare provvedimenti organizzativi che consentano in tempi brevi di abbattere i costi di gestione e al contempo di garantire il maggior numero possibile dei servizi fino ad oggi resi.
In tema di didattica, il Senato accademico di questa mattina ha definitivamente adottato le Linee guida per la formulazione dell’offerta formativa per il prossimo anno accademico. La riduzione dei corsi di laurea che necessariamente ne deriverà non impedirà all’Ateneo di continuare a svolgere il suo ruolo nel campo della formazione e della cultura. Ai docenti sarà chiesto un importante impegno nell’organizzazione dei nuovi corsi di studio, ridefiniti ponendo particolare attenzione al profilo qualitativo delle iniziative attivate, leva principale dello sviluppo futuro. Contemporaneamente stiamo procedendo a una ridefinizione e a una ristrutturazione della nostra presenza nei poli decentrati.
Per quanto riguarda il sistema della ricerca, è già iniziato il percorso che condurrà al decentramento dell’autonomia contrattuale e contabile e alla ristrutturazione scientifica e organizzativa dei dipartimenti, che prevede anche una riduzione della loro numerosità.
Si tratta di misure indispensabili, insieme all’ntroduzione dei necessari meccanismi di controllo, al fine di valorizzare il ruolo e le potenzialità di queste strutture e per sostenere in maniera decisa l’apertura verso l’esterno e l’acquisizione di nuove risorse.
A breve sarà riattivato il processo di revisione della governance di Ateneo e verranno rafforzati i supporti alla didattica, alla ricerca, alla valutazione di qualità e alle relazioni con il territorio.
Uno dei temi più importanti per il 2011, anche in chiave di acquisizione di nuove risorse, sarà la ristrutturazione del sistema dei dottorati, con una riorganizzazione interna, che assegnerà particolare rilievo alla dimensione regionale e internazionale. In linea con quanto indicato dal Piano di interventi tendenti al risanamento, per il XXVII ciclo del Dottorato verranno attivate esclusivamente le borse autofinanziate e quelle del progetto giovani, finanziato dal MIUR., garantendo, al contempo, le borse dei dottorati già in essere e quelle bandite nel 2010. Analoga decisione riguarda gli assegni di ricerca. Queste dolorose e gravi decisioni dovranno costituire un’occasione preziosa di rilancio dell’intero settore, basato sulla definizione e sull’applicazione , in tempi stretti, di una puntuale metodologia valutativa e, entro il mese di aprile 2011, di una proposta concreta inerente al XXVIII ciclo, che consolidi la positiva tradizione della didattica di 3° livello dell’Università di Siena.
Si tratta, nel loro complesso, di iniziative che consentiranno non solo di migliorare i nostri equilibri finanziari ma anche di contribuire ad acquisire maggiore credibilità e fiducia.
Affronto da ultimo un tema cruciale per la vita dell’Ateneo. E’ con grande amarezza che ci troviamo a considerare misure come quelle relative al fondo previsto per il trattamento accessorio. Queste colpiscono i colleghi del personale tecnico e amministrativo, la cui professionalità è essenziale per il nostro futuro. E’ stato fatto di tutto per ridurre al minimo le conseguenze delle distorsioni rilevate. Le gravi decisioni che saremo costretti a prendere, lo ribadisco per evitare inutili fraintendimenti, non dipendono da miopi esigenze di mero risanamento ma sono dettate esclusivamente dalla necessità di rispettare le regole.
Confidando che possano essere presto individuate le responsabilità delle difficoltà e delle distorsioni che oggi ci angustiano, dobbiamo essere coscienti che potremo uscire da questa situazione – e ne usciremo – solo con la partecipazione e il contributo di tutti e con la volontà di definire un clima di lavoro basato sulla fiducia e il riconoscimento del merito.
L’Amministrazione è fortemente motivata in tal senso, nella consapevolezza che tali fattori siano determinanti per accrescere la nostra capacità attrattiva nei confronti degli studenti e per mantenere la qualità della nostra ricerca, continuamente testimoniata dalle analisi di settore”.