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di Augusto Mattioli
SIENA. Il rettore dell’università Silvano Focardi nel corso del consiglio d’amministrazione ha offerto dello spumante in occasione della fine dell’anno. Un gesto di cortesia, ovviamente, perché non c’è proprio niente da festeggiare.
Il bilancio di previsione per il 2010 approvato da un consiglio molto preoccupato, in maniera unanime,, infatti segna un disavanzo di competenza di 32.302550, 63 milioni.. Le entrate sono previste in 254.139.269,32 milioni, le uscite in 286.441.819,95. La bozza che era stata consegnata ai consiglieri nel precedente indicava – come ha puntualizzato il direttore amministrativo Antonio Davide Barretta – una cifra di circa 50 milioni. La riduzione è dovuta ad entrate che non erano state previste: dagli 8 milioni arrivati in seguito alla firma del protocollo, siglato nel gennaio scorso tra Università, Regione Toscana, azienda ospedaliera. E dalla inferiore diminuzione del fondo di finanziamento ordinario, dopo l’approvazione della legge finanziaria che dà alle università statali 400 milioni per il reintegro parziale – per il 2010 – di un taglio di 618 milioni.
“Un bilancio di previsione – ha sottolineato parlando nel tardo pomeriggio con i giornalisti, il direttore amministrativo Barretta – improntato al massimo rigore possibile. Si è ritenuto necessario evidenziare i risultati conseguibili dall’ateneo effettuando il massimo contenimento dei costi di nostra competenza senza pregiudicare l’essenza stessa del servizio pubblico erogato”.
Il rettore Silvano Focardi non ha nascosto le difficoltà e i problemi: ”Il disavanzo complessivo, come definitivamente ereditato dagli esercizi precedenti (125 milioni al netto dei residui passivi ed esclusi i mutui passivi -. ndr), con l’aggiunta dell’ulteriore disavanzo previsto e presunto con riferimento all’esercizio 2010, delinea un quadro a tinte fosche per il futuro della nostra università. Sono tuttavia questi i numeri con i quali dobbiamo lavorare per trovare le soluzioni migliori per uscire dalla crisi. Il nostro obiettivo – ha continuato il rettore – è uscire dalla crisi e far sì che la nostra Università possa continuare a essere un'istituzione che fa ricerca e formazione di qualità, e che la nostra amministrazione possa tornare a essere credibile. Per quanto doloroso, dovremo procedere all'alienazione di parte del patrimonio immobiliare non strumentale dell'Ateneo, per reperire liquidità".
Il rettore si riferisce al Santa Chiara, la Certosa di Pontignano, il palazzo Piccolomini Bandini. Le spese che maggiormente incidono nel bilancio sono quelle per il personale, per il quale sono previsti anche aumenti delle retribuzioni, per interventi di messa a norma di edifici dell’ateneo e per l’adeguamento di nuovi spazi per le segreterie studenti dopo il trasferimento del palazzo Piccolomini Bandini. Non ci saranno nuove assunzioni nel 2010 per mancanza di copertura finanziaria.
Quello che emerge con chiarezza da questa situazione è il problema del personale, in numero molto elevato, che incide in maniera consistente sui costi. Nel corso dell’incontro con i giornalisti si è parlato di mobilità volontaria da parte di chi potrebbe andare in altre amministrazioni (Comune e Provincia), di docenti che potrebbero presentare, avendone i requisiti, la domanda di pensionamenti. In nove, 8 ordinari e un associato, hanno già preso la decisione. Un numero ancora insufficiente. Ma per informare della situazione molto difficile e di cosa vorranno fare per uscirne, Baretta e Focardi andranno in giro per l’università, sperando di far comprendere cosa accade.
Tra i temi trattati anche quello delle future elezioni del rettore. Ci sarà una ricandidatura?: Focardi ha nicchiato, ma non l'ha escluso a priori. ”Sono pronto ad affrontare qualsiasi situazione negativa”. Più sbrigativo e più critico con le manovre in corso Baretta (che non sembra solo un direttore amministrativo): “In questo momento il rettore ha altri compiti, Le scelte vanno fatte al momento giusto”.
SIENA. Il rettore dell’università Silvano Focardi nel corso del consiglio d’amministrazione ha offerto dello spumante in occasione della fine dell’anno. Un gesto di cortesia, ovviamente, perché non c’è proprio niente da festeggiare.
Il bilancio di previsione per il 2010 approvato da un consiglio molto preoccupato, in maniera unanime,, infatti segna un disavanzo di competenza di 32.302550, 63 milioni.. Le entrate sono previste in 254.139.269,32 milioni, le uscite in 286.441.819,95. La bozza che era stata consegnata ai consiglieri nel precedente indicava – come ha puntualizzato il direttore amministrativo Antonio Davide Barretta – una cifra di circa 50 milioni. La riduzione è dovuta ad entrate che non erano state previste: dagli 8 milioni arrivati in seguito alla firma del protocollo, siglato nel gennaio scorso tra Università, Regione Toscana, azienda ospedaliera. E dalla inferiore diminuzione del fondo di finanziamento ordinario, dopo l’approvazione della legge finanziaria che dà alle università statali 400 milioni per il reintegro parziale – per il 2010 – di un taglio di 618 milioni.
“Un bilancio di previsione – ha sottolineato parlando nel tardo pomeriggio con i giornalisti, il direttore amministrativo Barretta – improntato al massimo rigore possibile. Si è ritenuto necessario evidenziare i risultati conseguibili dall’ateneo effettuando il massimo contenimento dei costi di nostra competenza senza pregiudicare l’essenza stessa del servizio pubblico erogato”.
Il rettore Silvano Focardi non ha nascosto le difficoltà e i problemi: ”Il disavanzo complessivo, come definitivamente ereditato dagli esercizi precedenti (125 milioni al netto dei residui passivi ed esclusi i mutui passivi -. ndr), con l’aggiunta dell’ulteriore disavanzo previsto e presunto con riferimento all’esercizio 2010, delinea un quadro a tinte fosche per il futuro della nostra università. Sono tuttavia questi i numeri con i quali dobbiamo lavorare per trovare le soluzioni migliori per uscire dalla crisi. Il nostro obiettivo – ha continuato il rettore – è uscire dalla crisi e far sì che la nostra Università possa continuare a essere un'istituzione che fa ricerca e formazione di qualità, e che la nostra amministrazione possa tornare a essere credibile. Per quanto doloroso, dovremo procedere all'alienazione di parte del patrimonio immobiliare non strumentale dell'Ateneo, per reperire liquidità".
Il rettore si riferisce al Santa Chiara, la Certosa di Pontignano, il palazzo Piccolomini Bandini. Le spese che maggiormente incidono nel bilancio sono quelle per il personale, per il quale sono previsti anche aumenti delle retribuzioni, per interventi di messa a norma di edifici dell’ateneo e per l’adeguamento di nuovi spazi per le segreterie studenti dopo il trasferimento del palazzo Piccolomini Bandini. Non ci saranno nuove assunzioni nel 2010 per mancanza di copertura finanziaria.
Quello che emerge con chiarezza da questa situazione è il problema del personale, in numero molto elevato, che incide in maniera consistente sui costi. Nel corso dell’incontro con i giornalisti si è parlato di mobilità volontaria da parte di chi potrebbe andare in altre amministrazioni (Comune e Provincia), di docenti che potrebbero presentare, avendone i requisiti, la domanda di pensionamenti. In nove, 8 ordinari e un associato, hanno già preso la decisione. Un numero ancora insufficiente. Ma per informare della situazione molto difficile e di cosa vorranno fare per uscirne, Baretta e Focardi andranno in giro per l’università, sperando di far comprendere cosa accade.
Tra i temi trattati anche quello delle future elezioni del rettore. Ci sarà una ricandidatura?: Focardi ha nicchiato, ma non l'ha escluso a priori. ”Sono pronto ad affrontare qualsiasi situazione negativa”. Più sbrigativo e più critico con le manovre in corso Baretta (che non sembra solo un direttore amministrativo): “In questo momento il rettore ha altri compiti, Le scelte vanno fatte al momento giusto”.