di Augusto Mattioli
SIENA. “Non ci sono soldi. vi riduciamo lo stipendi di un terzo” Se lo sono sentiti dire i collaboratori linguistici che operano da anni nell’università – in totale una cinquantina – dal rettore Silvano Focardi e dal direttore amministrativo Antonio Barretta. Potrebbero arrivare in busta paga 700 euro in meno. La denuncia arriva nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla Cgil, questa mattina, alla quale hanno partecipato numerosi anche i collaboratori linguistici che provengono da vari paesi del mondo, alcuni a Siena da anni. Spettanze sulla base di un contratto del 2006, scaduto alla fine del 2009, che deve essere rinnovato. Intanto però il taglio dovrebbe essere fatto già da ora.
Per il sindacato qualcosa di davvero inaccettabile. “Si chiede un arretramento delle condizioni contrattuali- ha sottolineato Lorenzo Micheli, segretario della Federazione della conoscenza della Cgil- ma, fino a che non c’è la firma del contratto nuovo, resta in vigore quello vecchio” . Una idea che è il preoccupante segnale di quanto sia difficile la situazione finanziaria dell’università di Siena (dove da qualche giorno è arrivato anche un ispettore ministeriale per controllare i conti). Una situazione il cui sbocco potrebbe essere suo drammatico ridimensionamento. La crisi è forte davvero. Oltre ai problemi personali dei collaboratori linguistici, i rischio è che si blocchino attività didattiche legate al loro lavoro.
“La crisi dovuta al debito dell’università – ha detto Marco Jacoboni, della Cgil – si vuol farla pagare ad una parte del personale. Il risanamento deve essere a carico di tutti. Ridurre lo stipendio ai collaboratori linguistici è un atteggiamento irresponsabile. Si mette in discussione la validità del contratto firmato nel 2006”.
Secondo il sindacalista il punto chiave del problema dell’ateneo “sono i cinque milioni di disavanzo che si creano ogni mese. E a partire dalla fine del mese di aprile ci saranno problemi di liquidità. Ma c’è – si è chiesto – una strategia complessiva per il risanamento?”.
Micheli ha parlato di “assenza di informazioni proprio su questo aspetto. Da parte nostra chiediamo tutte le informazioni su tutte le decisioni che ricadono sui lavoratori. Il contratto 2006 dei collaboratori, frutto di una trattativa lunga era buono. Non vogliamo certo un arretramento”.
E’ prevedibile quindi che la tensione interna all’ateneo salga fin dalle prossime ore. Tra l’altro in serata ci sarà un incontro tra le parti e allora si capirà cosa potrà succedere.
Sembra che dai vertici dell’università, secondo fonti interne, arrivi una proposta di riduzione della riduzione. In ogni caso, il quadro è in movimento. Quasi certamente si muoveranno anche le organizzazioni studentesche, preoccupate della piega che sta prendendo la situazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SIENA. “Non ci sono soldi. vi riduciamo lo stipendi di un terzo” Se lo sono sentiti dire i collaboratori linguistici che operano da anni nell’università – in totale una cinquantina – dal rettore Silvano Focardi e dal direttore amministrativo Antonio Barretta. Potrebbero arrivare in busta paga 700 euro in meno. La denuncia arriva nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla Cgil, questa mattina, alla quale hanno partecipato numerosi anche i collaboratori linguistici che provengono da vari paesi del mondo, alcuni a Siena da anni. Spettanze sulla base di un contratto del 2006, scaduto alla fine del 2009, che deve essere rinnovato. Intanto però il taglio dovrebbe essere fatto già da ora.
Per il sindacato qualcosa di davvero inaccettabile. “Si chiede un arretramento delle condizioni contrattuali- ha sottolineato Lorenzo Micheli, segretario della Federazione della conoscenza della Cgil- ma, fino a che non c’è la firma del contratto nuovo, resta in vigore quello vecchio” . Una idea che è il preoccupante segnale di quanto sia difficile la situazione finanziaria dell’università di Siena (dove da qualche giorno è arrivato anche un ispettore ministeriale per controllare i conti). Una situazione il cui sbocco potrebbe essere suo drammatico ridimensionamento. La crisi è forte davvero. Oltre ai problemi personali dei collaboratori linguistici, i rischio è che si blocchino attività didattiche legate al loro lavoro.
“La crisi dovuta al debito dell’università – ha detto Marco Jacoboni, della Cgil – si vuol farla pagare ad una parte del personale. Il risanamento deve essere a carico di tutti. Ridurre lo stipendio ai collaboratori linguistici è un atteggiamento irresponsabile. Si mette in discussione la validità del contratto firmato nel 2006”.
Secondo il sindacalista il punto chiave del problema dell’ateneo “sono i cinque milioni di disavanzo che si creano ogni mese. E a partire dalla fine del mese di aprile ci saranno problemi di liquidità. Ma c’è – si è chiesto – una strategia complessiva per il risanamento?”.
Micheli ha parlato di “assenza di informazioni proprio su questo aspetto. Da parte nostra chiediamo tutte le informazioni su tutte le decisioni che ricadono sui lavoratori. Il contratto 2006 dei collaboratori, frutto di una trattativa lunga era buono. Non vogliamo certo un arretramento”.
E’ prevedibile quindi che la tensione interna all’ateneo salga fin dalle prossime ore. Tra l’altro in serata ci sarà un incontro tra le parti e allora si capirà cosa potrà succedere.
Sembra che dai vertici dell’università, secondo fonti interne, arrivi una proposta di riduzione della riduzione. In ogni caso, il quadro è in movimento. Quasi certamente si muoveranno anche le organizzazioni studentesche, preoccupate della piega che sta prendendo la situazione.
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