SIENA. Dal rettore dell'Università deli Studi di Siena, Silvano Focardi, riceviamo e pubblichiamo.
"Gentili colleghe e colleghi, gentili collaboratrici e collaboratori, gentili rappresentanti degli studenti,
ho deciso di intervenire con questo mio messaggio in ragione degli eventi che si sono susseguiti nei giorni scorsi, e per comunicare, precisandoli, i termini di alcune questioni che riguardano tutti noi.
Inizio, doverosamente, dalle vicende che ci vedono rapportati con la Banca Monte dei Paschi. Ricordo a tutti che, così come previsto dalla legislazione vigente, sin dallo scorso mese di febbraio l'Ateneo ha indetto una gara pubblica per il conferimento del servizio di tesoreria e per l'apertura di una linea di credito per 160 milioni di Euro, con l'Istituto bancario che si fosse aggiudicato la gara. Ricordo anche che gli organi collegiali hanno a suo tempo approvato, com'è noto, un Piano di risanamento, provvedendo a un suo costante aggiornamento. Dopo una proroga dei termini necessaria per procedere a una serie di verifiche, nell'ultima decade di giugno, si è potuto procedere all'espletamento della gara alla quale ha partecipato unicamente la Banca MPS. La stessa, nella formulazione dell'offerta, ha richiesto ulteriori approfondimenti e, nella sostanza, oltre alla indicazione delle garanzie reali, una revisione del Piano di risanamento. L'amministrazione ha provveduto con celerità a stilare una revisione del Piano, portandolo all'attenzione del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione che lo hanno approvato nella seduta congiunta di lunedì 13 luglio.
Martedì 14 luglio il Piano aggiornato e i numerosi allegati che lo accompagnano sono stati presentati alla Banca MPS.
Proprio per affrontare seriamente la situazione, e in accoglimento delle osservazioni della Banca, il Piano approvato prevede alcune misure dolorosissime:
a) l'istituzione di garanzie reali sugli edifici del Rettorato, di via Mattioli e di piazza San Francesco;
b) l'ipotesi di vendita dell'Ospedale Santa Maria alle Scotte. In alternativa a questa vendita, qualora vi fossero ostacoli insormontabili che la impedissero, è prevista l'alienazione di altri edifici di proprietà quali il palazzo Bandini-Piccolomini, attuale sede delle segreterie studenti, il Santa Chiara, Pontignano, le due palestre di proprietà dell'Ateneo;
c) il prepensionamento di docenti: un tema sul quale ritornerò più avanti;
d) sacrifici notevoli per la didattica, con la riduzione progressiva del budget supplenze, e della ricerca, prevedendo, comunque, le quote di cofinanziamento per la partecipazione a Progetti esterni nazionali ed europei;
e) una serie di misure, in gran parte già adottate, fra le quali numerose rescissioni di contratti di affitto, tutte tese a risparmiare il più possibile.
La gravità della situazione debitoria pregressa e il rilevante squilibrio fra entrate e uscite, del resto da tempo noti, non consentono, evidentemente, una manovra più blanda, e il Senato e il Consiglio, alla luce delle osservazioni della Banca MPS, l'hanno responsabilmente adottata.
In breve: la linea di credito e la vendita del Santa Maria alle Scotte ci consentiranno di estinguere i debiti pregressi e di proseguire la nostra normale attività anche nei prossimi anni in cui non è previsto il totale riequilibrio delle entrate con le uscite (atteso per il 2014). Le ulteriori misure di risparmio sono finalizzate a contenere la voce più rilevante del nostro bilancio, la spesa per il personale, che dovrà progressivamente ridursi (con i pensionamenti e i prepensionamenti) nei prossimi anni.
Venerdì 17 luglio il Sindaco di Siena, che caldamente ringrazio, ha convocato il tavolo interistituzionale al quale, oltre al Comune di Siena e all'Università, erano presenti la Banca MPS, l'Amministrazione Provinciale, la Regione Toscana, la CCIAA e alcune sigle sindacali. In quella occasione è stato riconosciuto pubblicamente lo sforzo compiuto dallo scorso settembre ad oggi:
a) con il totale azzeramento del debito INPDAP ottenuto grazie alla dolorosissima vendita del San Niccolò. L'operazione verrà perfezionata, dopo tutti i doverosi adempimenti tecnici e giuridico-formali il prossimo 31 luglio;
b) con il pagamento di una quota significativa dei debiti pregressi che hanno scongiurato l'attivazione di azioni giudiziarie da parte di fornitori che, da lunghissimo tempo, non erano stati più pagati.
Tutto questo è stato possibile anche grazie alle anticipazioni del FFO da parte del Ministero dell'Università, all'accordo con la Regione Toscana, alle anticipazioni che la Banca MPS ci ha accordato. Ringrazio, quindi, tutti questi Enti che, con buona volontà, hanno consentito di raggiungere questo primo importante risultato.
In sede di tavolo interistituzionale di venerdì scorso, la Banca MPS, dopo aver visionato il Piano che, nei punti maggiormente qualificanti, vi ho sopra illustrato, ha anticipato che avrebbe chiesto ulteriori chiarimenti. Gli stessi sono pervenuti in numero di 17. L'Amministrazione ha predisposto le risposte tecniche che, posso confermare, verranno consegnate oggi alla tecnostruttura della Banca MPS.
Sono certo che, alla luce degli ulteriori chiarimenti forniti, la Banca non tarderà a darci, alla luce della situazione, una risposta definitiva in brevissimo tempo. L'Università, con l'adozione del Piano da parte dei suoi Organi Collegiali, ha fatto a questo punto il massimo sforzo. Ulteriori sacrifici per didattica e ricerca sono impossibili.
Circa il personale tecnico e amministrativo smentisco categoricamente quanto sarebbe emerso nella Conferenza stampa indetta martedì 21 luglio da alcune forze sindacali e riportata da notizie di agenzia e da qualche quotidiano. È assolutamente falsa l'idea che l'Università intenda mettere in mobilità 400 tecnici e amministrativi.
Nel Consiglio di lunedì 20 luglio si è discusso sull'opportunità, coinvolgendo le forze sindacali, di:
a) fare una ricognizione dei posti vacanti nell'organico degli Enti pubblici di Siena e Provincia;
b) verificare la disponibilità degli Enti con posti vacanti a ricevere, in mobilità, i nostri dipendenti;
c) qualora le ipotesi sub a) e b) fossero soddisfatte, verificare la disponibilità dei nostri dipendenti di mettersi in mobilità volontaria, ripeto volontaria.
Di tutto ciò, ripeto, si è discusso, anche alla luce di una sottolineatura proveniente dal Collegio dei Revisori dei Conti, senza peraltro assumere decisione alcuna e, tanto meno, senza fare alcuna proiezione quantitativa. In ogni caso nel Piano di risanamento di cui sopra non è prevista alcuna manovra relativa al personale tecnico e amministrativo, proprio perché per iniziare un processo di questo genere occorre il consenso di tutte le forze in campo. Chiedo alle forze sindacali la piena collaborazione affinché, anche con il loro contributo che, sono certissimo, non mancherà, si possa responsabilmente uscire, al più presto, da questa situazione.
È stato affermato, con forza, dai componenti del tavolo interistituzionale, ma lo si legge chiaramente anche nel Piano di risanamento, che occorre proseguire con i sacrifici. Occorre procedere con un piano articolato verificando la possibilità che alcuni colleghi decidano di prepensionarsi. A tal fine verrà formulata una proposta, attualmente allo studio sotto il profilo tecnico da parte di una Commissione mista di Presidi e di tecnici dell'Ateneo, così come deciso in Senato e in Consiglio. Lo scopo è quello di risparmiare risorse e di riequilibrare il bilancio dell'Università, talché sarà possibile, al raggiungimento dei risultati, pensare a nuove assunzioni di giovani e meritevoli ricercatori, per rilanciare l'Università di Siena. Nessuno di noi, si badi bene, vuole perdere la forza che viene dall'esperienza nella didattica e nella ricerca: la proposta, pertanto, sarà articolata in modo tale da consentire consistenti risparmi sotto il profilo economico, senza peraltro rinunciare al contributo importantissimo che i colleghi più anziani ed autorevoli possono ancora dare alla crescita scientifica della nostra Comunità.
Occorre, inoltre, ed è stato sottolineato al tavolo interistituzionale e in Senato, redigere un "piano strategico" dell'Università. Lo si farà, quanto prima, nel convincimento che, raggiunto un minimo di tranquillità sotto il profilo delle emergenze immediate, si potrà tutti insieme dar vita ad un piano straordinario che ridisegni – per utilizzare un'espressione di Piero Calamandrei e di Giorgio Pasquali – l'Università di domani. Lo si farà proprio alla luce del serio Piano di risanamento approvato, ridisegnando didattica e ricerca: per far ciò dovremo puntare molto sulla qualità e sulle eccellenze che in Ateneo ci sono, e che dovranno essere il volano del rilancio della nostra Università.
La situazione dell'Ateneo è grave, come ho più volte sottolineato nel corso degli incontri che ho avuto recentemente con le Facoltà.
Al tavolo interistituzionale è emersa la necessità, e di ciò ringrazio tutte le Istituzioni cittadine per la grande sensibilità e la disponibilità manifestata, di costituire una task force che si rapporti con la Banca MPS, con il Governo nazionale e con la Regione Toscana – con la quale bisogna affrontare, così come previsto dal Piano di risanamento, la questione della vendita dell'Ospedale S. Maria alle Scotte – per esperire tutte le vie praticabili per raggiungere un obiettivo comune al quale tutti teniamo: la salvezza dell'Università di Siena e il suo rilancio.
Se si riuscirà a ripianare i debiti con la vendita dell'Ospedale, compito primario sarà quello di ridisegnare le funzioni del S. Chiara, del Refugio e di Pontignano per far sì che queste strutture possano costituire una "voce" attiva e non più passiva del Bilancio di Ateneo. Le idee ci sono: si tratterà di discuterle, e di metterle in pratica.
Per far ciò occorre il concorso responsabile di tutti; tutti dobbiamo esser disponibili a fare sacrifici; tutti dobbiamo avere una visione comune mettendo da parte, qualora e dove esistano, piccoli o grandi privilegi, piccole o grandi divisioni.
La nostra missione, che è comune per i docenti e per il personale, è quella di continuare a offrire agli studenti, attori primari, insieme a noi, di questa grande comunità, buona didattica, buona ricerca e buoni servizi. Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto nel corso dei secoli, lo dobbiamo alla città di Siena e al suo territorio, che traggono continuamente linfa vitale dalle attività dell'Ateneo, lo dobbiamo agli studenti e alle loro famiglie che ci chiedono di contribuire alla costruzione del futuro dei loro figli".
Il Rettore
Silvano Focardi
"Gentili colleghe e colleghi, gentili collaboratrici e collaboratori, gentili rappresentanti degli studenti,
ho deciso di intervenire con questo mio messaggio in ragione degli eventi che si sono susseguiti nei giorni scorsi, e per comunicare, precisandoli, i termini di alcune questioni che riguardano tutti noi.
Inizio, doverosamente, dalle vicende che ci vedono rapportati con la Banca Monte dei Paschi. Ricordo a tutti che, così come previsto dalla legislazione vigente, sin dallo scorso mese di febbraio l'Ateneo ha indetto una gara pubblica per il conferimento del servizio di tesoreria e per l'apertura di una linea di credito per 160 milioni di Euro, con l'Istituto bancario che si fosse aggiudicato la gara. Ricordo anche che gli organi collegiali hanno a suo tempo approvato, com'è noto, un Piano di risanamento, provvedendo a un suo costante aggiornamento. Dopo una proroga dei termini necessaria per procedere a una serie di verifiche, nell'ultima decade di giugno, si è potuto procedere all'espletamento della gara alla quale ha partecipato unicamente la Banca MPS. La stessa, nella formulazione dell'offerta, ha richiesto ulteriori approfondimenti e, nella sostanza, oltre alla indicazione delle garanzie reali, una revisione del Piano di risanamento. L'amministrazione ha provveduto con celerità a stilare una revisione del Piano, portandolo all'attenzione del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione che lo hanno approvato nella seduta congiunta di lunedì 13 luglio.
Martedì 14 luglio il Piano aggiornato e i numerosi allegati che lo accompagnano sono stati presentati alla Banca MPS.
Proprio per affrontare seriamente la situazione, e in accoglimento delle osservazioni della Banca, il Piano approvato prevede alcune misure dolorosissime:
a) l'istituzione di garanzie reali sugli edifici del Rettorato, di via Mattioli e di piazza San Francesco;
b) l'ipotesi di vendita dell'Ospedale Santa Maria alle Scotte. In alternativa a questa vendita, qualora vi fossero ostacoli insormontabili che la impedissero, è prevista l'alienazione di altri edifici di proprietà quali il palazzo Bandini-Piccolomini, attuale sede delle segreterie studenti, il Santa Chiara, Pontignano, le due palestre di proprietà dell'Ateneo;
c) il prepensionamento di docenti: un tema sul quale ritornerò più avanti;
d) sacrifici notevoli per la didattica, con la riduzione progressiva del budget supplenze, e della ricerca, prevedendo, comunque, le quote di cofinanziamento per la partecipazione a Progetti esterni nazionali ed europei;
e) una serie di misure, in gran parte già adottate, fra le quali numerose rescissioni di contratti di affitto, tutte tese a risparmiare il più possibile.
La gravità della situazione debitoria pregressa e il rilevante squilibrio fra entrate e uscite, del resto da tempo noti, non consentono, evidentemente, una manovra più blanda, e il Senato e il Consiglio, alla luce delle osservazioni della Banca MPS, l'hanno responsabilmente adottata.
In breve: la linea di credito e la vendita del Santa Maria alle Scotte ci consentiranno di estinguere i debiti pregressi e di proseguire la nostra normale attività anche nei prossimi anni in cui non è previsto il totale riequilibrio delle entrate con le uscite (atteso per il 2014). Le ulteriori misure di risparmio sono finalizzate a contenere la voce più rilevante del nostro bilancio, la spesa per il personale, che dovrà progressivamente ridursi (con i pensionamenti e i prepensionamenti) nei prossimi anni.
Venerdì 17 luglio il Sindaco di Siena, che caldamente ringrazio, ha convocato il tavolo interistituzionale al quale, oltre al Comune di Siena e all'Università, erano presenti la Banca MPS, l'Amministrazione Provinciale, la Regione Toscana, la CCIAA e alcune sigle sindacali. In quella occasione è stato riconosciuto pubblicamente lo sforzo compiuto dallo scorso settembre ad oggi:
a) con il totale azzeramento del debito INPDAP ottenuto grazie alla dolorosissima vendita del San Niccolò. L'operazione verrà perfezionata, dopo tutti i doverosi adempimenti tecnici e giuridico-formali il prossimo 31 luglio;
b) con il pagamento di una quota significativa dei debiti pregressi che hanno scongiurato l'attivazione di azioni giudiziarie da parte di fornitori che, da lunghissimo tempo, non erano stati più pagati.
Tutto questo è stato possibile anche grazie alle anticipazioni del FFO da parte del Ministero dell'Università, all'accordo con la Regione Toscana, alle anticipazioni che la Banca MPS ci ha accordato. Ringrazio, quindi, tutti questi Enti che, con buona volontà, hanno consentito di raggiungere questo primo importante risultato.
In sede di tavolo interistituzionale di venerdì scorso, la Banca MPS, dopo aver visionato il Piano che, nei punti maggiormente qualificanti, vi ho sopra illustrato, ha anticipato che avrebbe chiesto ulteriori chiarimenti. Gli stessi sono pervenuti in numero di 17. L'Amministrazione ha predisposto le risposte tecniche che, posso confermare, verranno consegnate oggi alla tecnostruttura della Banca MPS.
Sono certo che, alla luce degli ulteriori chiarimenti forniti, la Banca non tarderà a darci, alla luce della situazione, una risposta definitiva in brevissimo tempo. L'Università, con l'adozione del Piano da parte dei suoi Organi Collegiali, ha fatto a questo punto il massimo sforzo. Ulteriori sacrifici per didattica e ricerca sono impossibili.
Circa il personale tecnico e amministrativo smentisco categoricamente quanto sarebbe emerso nella Conferenza stampa indetta martedì 21 luglio da alcune forze sindacali e riportata da notizie di agenzia e da qualche quotidiano. È assolutamente falsa l'idea che l'Università intenda mettere in mobilità 400 tecnici e amministrativi.
Nel Consiglio di lunedì 20 luglio si è discusso sull'opportunità, coinvolgendo le forze sindacali, di:
a) fare una ricognizione dei posti vacanti nell'organico degli Enti pubblici di Siena e Provincia;
b) verificare la disponibilità degli Enti con posti vacanti a ricevere, in mobilità, i nostri dipendenti;
c) qualora le ipotesi sub a) e b) fossero soddisfatte, verificare la disponibilità dei nostri dipendenti di mettersi in mobilità volontaria, ripeto volontaria.
Di tutto ciò, ripeto, si è discusso, anche alla luce di una sottolineatura proveniente dal Collegio dei Revisori dei Conti, senza peraltro assumere decisione alcuna e, tanto meno, senza fare alcuna proiezione quantitativa. In ogni caso nel Piano di risanamento di cui sopra non è prevista alcuna manovra relativa al personale tecnico e amministrativo, proprio perché per iniziare un processo di questo genere occorre il consenso di tutte le forze in campo. Chiedo alle forze sindacali la piena collaborazione affinché, anche con il loro contributo che, sono certissimo, non mancherà, si possa responsabilmente uscire, al più presto, da questa situazione.
È stato affermato, con forza, dai componenti del tavolo interistituzionale, ma lo si legge chiaramente anche nel Piano di risanamento, che occorre proseguire con i sacrifici. Occorre procedere con un piano articolato verificando la possibilità che alcuni colleghi decidano di prepensionarsi. A tal fine verrà formulata una proposta, attualmente allo studio sotto il profilo tecnico da parte di una Commissione mista di Presidi e di tecnici dell'Ateneo, così come deciso in Senato e in Consiglio. Lo scopo è quello di risparmiare risorse e di riequilibrare il bilancio dell'Università, talché sarà possibile, al raggiungimento dei risultati, pensare a nuove assunzioni di giovani e meritevoli ricercatori, per rilanciare l'Università di Siena. Nessuno di noi, si badi bene, vuole perdere la forza che viene dall'esperienza nella didattica e nella ricerca: la proposta, pertanto, sarà articolata in modo tale da consentire consistenti risparmi sotto il profilo economico, senza peraltro rinunciare al contributo importantissimo che i colleghi più anziani ed autorevoli possono ancora dare alla crescita scientifica della nostra Comunità.
Occorre, inoltre, ed è stato sottolineato al tavolo interistituzionale e in Senato, redigere un "piano strategico" dell'Università. Lo si farà, quanto prima, nel convincimento che, raggiunto un minimo di tranquillità sotto il profilo delle emergenze immediate, si potrà tutti insieme dar vita ad un piano straordinario che ridisegni – per utilizzare un'espressione di Piero Calamandrei e di Giorgio Pasquali – l'Università di domani. Lo si farà proprio alla luce del serio Piano di risanamento approvato, ridisegnando didattica e ricerca: per far ciò dovremo puntare molto sulla qualità e sulle eccellenze che in Ateneo ci sono, e che dovranno essere il volano del rilancio della nostra Università.
La situazione dell'Ateneo è grave, come ho più volte sottolineato nel corso degli incontri che ho avuto recentemente con le Facoltà.
Al tavolo interistituzionale è emersa la necessità, e di ciò ringrazio tutte le Istituzioni cittadine per la grande sensibilità e la disponibilità manifestata, di costituire una task force che si rapporti con la Banca MPS, con il Governo nazionale e con la Regione Toscana – con la quale bisogna affrontare, così come previsto dal Piano di risanamento, la questione della vendita dell'Ospedale S. Maria alle Scotte – per esperire tutte le vie praticabili per raggiungere un obiettivo comune al quale tutti teniamo: la salvezza dell'Università di Siena e il suo rilancio.
Se si riuscirà a ripianare i debiti con la vendita dell'Ospedale, compito primario sarà quello di ridisegnare le funzioni del S. Chiara, del Refugio e di Pontignano per far sì che queste strutture possano costituire una "voce" attiva e non più passiva del Bilancio di Ateneo. Le idee ci sono: si tratterà di discuterle, e di metterle in pratica.
Per far ciò occorre il concorso responsabile di tutti; tutti dobbiamo esser disponibili a fare sacrifici; tutti dobbiamo avere una visione comune mettendo da parte, qualora e dove esistano, piccoli o grandi privilegi, piccole o grandi divisioni.
La nostra missione, che è comune per i docenti e per il personale, è quella di continuare a offrire agli studenti, attori primari, insieme a noi, di questa grande comunità, buona didattica, buona ricerca e buoni servizi. Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto nel corso dei secoli, lo dobbiamo alla città di Siena e al suo territorio, che traggono continuamente linfa vitale dalle attività dell'Ateneo, lo dobbiamo agli studenti e alle loro famiglie che ci chiedono di contribuire alla costruzione del futuro dei loro figli".
Il Rettore
Silvano Focardi