Dopo 2 anni la svolta nell'inchiesta sul buco dell'Ateneo
SIENA. La Procura di Siena ha chiesto il rinvio a giudizio per 27 indagati nell’inchiesta sul buco dell’ ateneo cittadino. La notizia, apparsa questa mattina (31 marzo) sul quotidiano a Nazione e poi ripresa da varie agenzie, circolava da giorni. Infatti, secondo indiscrezioni giunte al nostro giornale, già nei giorni scorsi la Procura aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo però massima discrezione sugli sviluppi dell’inchiesta.
Agli indagati per il dissesto finanziario dell’Ateneo, sono contestati i reati di peculato, truffa, abuso d’ufficio. Il sostituto procuratore Francesca Firrao avrebbe chiesto al gip Francesco Bagnai misure restrittive e sospensione dai ruoli per alcune delle persone interessate.
Tra i 27, secondo una nota diffusa mesi fa dalla Guardia di finanza, ci sono anche gli ex rettori Piero Tosi e Silvano Focardi per falsità ideologica in atti pubblici. Era stato proprio Focardi, allora rettore, a far partire formalmente l’inchiesta oltre due anni fa, andando dai magistrati con i libri contabili dell’Ateneo.
Tra gli indagati ci sarebbero anche gli ex direttori amministrativi e gli ex revisori dei conti.
Il buco era stato quantificato a inizio 2009 in oltre 200 milioni enonostante sia stato in parte arginato con il piano di risanamento, il deficit annuo continua ad essere di 30 milioni.
Agli indagati per il dissesto finanziario dell’Ateneo, sono contestati i reati di peculato, truffa, abuso d’ufficio. Il sostituto procuratore Francesca Firrao avrebbe chiesto al gip Francesco Bagnai misure restrittive e sospensione dai ruoli per alcune delle persone interessate.
Tra i 27, secondo una nota diffusa mesi fa dalla Guardia di finanza, ci sono anche gli ex rettori Piero Tosi e Silvano Focardi per falsità ideologica in atti pubblici. Era stato proprio Focardi, allora rettore, a far partire formalmente l’inchiesta oltre due anni fa, andando dai magistrati con i libri contabili dell’Ateneo.
Tra gli indagati ci sarebbero anche gli ex direttori amministrativi e gli ex revisori dei conti.
Il buco era stato quantificato a inizio 2009 in oltre 200 milioni enonostante sia stato in parte arginato con il piano di risanamento, il deficit annuo continua ad essere di 30 milioni.