Sindaco e Presidente della Provincia tornano a sollecitare un tavolo di crisi
SIENA. Due appuntamenti per il sindaco di Siena, Maurizio Cenni e il presidente della Provincia, Simone Bezzini sulla crisi dell’Università. Oggi pomeriggio (2 novembre) alle ore 17 è previsto l’incontro con il Prefetto di Siena, Gerarda Maria Pantalone mentre per domani mattina (3 novembre) è fissato quello con i presidi delle Facoltà dell’Università di Siena.
“Andremo oggi dal Prefetto – dicono Cenni e Bezzini – chiedendo che si faccia interprete di fronte al governo di un’esigenza non più rinviabile: dare all’Università di Siena un assetto e una guida stabili. Spetta infatti al Ministero assumersi la responsabilità che gli viene attribuita dalla legge in ordine alla nomina del Rettore risultato eletto o, sulla base degli elementi in suo possesso, assumere un diverso atto. La natura statale dell’Università di Siena deve essere tutelata in primo luogo con la continuità dell’attività didattica e al tempo stesso con un governo amministrativo che garantisca l’attività ordinaria e l’attuazione del piano di risanamento. Qualunque azione o peggio omissione che possa danneggiare un asset patrimoniale e di conoscenza dello Stato comporta un grave danno per la collettività. Questo ci spinge in rappresentanza della città e della Provincia ad assumere ogni iniziativa a tutela di un’istituzione che rappresenta per noi un valore irrinunciabile dal punto di vista formativo, culturale e economico. Il perdurare dello stato di incertezza provoca ulteriore danno all’Università, impedendo anche che si entri in una nuova fase dell’azione di risanamento e rilancio dell’Ateneo. Il momento che sta vivendo la nostra Università è estremamente delicato, anche in relazione alle inchieste giudiziarie della Procura della Repubblica di Siena, in cui riponiamo piena fiducia”.
“Qualche giorno fa abbiamo inviato al ministero una lettera – osservano Cenni e Bezzini – con cui richiedevamo, per l’ennesima volta, la convocazione di un tavolo di crisi nazionale con la partecipazione del Governo, della Regione Toscana, degli enti locali e dei vertici dell’Università. Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Ognuno deve fare la propria parte per risolvere una crisi che non riguarda solo la nostra città ma tocca una delle più prestigiose università italiane che dà lavoro a oltre duemila persone e forma migliaia di studenti ogni anno”.
“Nell’incontro di domani con i presidi di facoltà – continuano – esprimeremo la nostra vicinanza e la nostra attenzione a tutta la comunità accademica e a chi ne guida le diverse articolazioni in un momento difficile come questo. In questo momento c’è bisogno di stringersi intorno al nostro Ateneo, senza futili strumentalizzazioni e divisioni che non fanno altro che logorare ulteriormente l’immagine e lo stato di preoccupazione della comunità accademica e cittadina”.