Detentori di un altro primato: la retribuzione più alta di un dirigente, nonostante i valori più bassi dei parametri di riferimento
di Giovanni Grasso
SIENA. Ormai è chiaro che, nell’esclusivo interesse dell’Università di Siena, la richiesta d’interdizione dalla carica e dall’attività dei vertici dell’ateneo senese sia una misura cautelare non solo fondata ma insufficiente, considerando la reiterazione di abusi, l’inquinamento probatorio in atto, la dissipazione delle scarse risorse per attività non istituzionali, il malaffare diffuso, l’illegittimità e, in alcuni casi, l’illegalità della maggior parte dei provvedimenti adottati.
Gli ingredienti, con i quali due sedicenti “tecnici” – incapaci di gestire l’ordinaria amministrazione (figurarsi l’emergenza!), – stanno affossando definitivamente il nostro martoriato ateneo, sono sotto gli occhi di tutti: impreparazione e insipienza, assenza totale di trasparenza, azioni truffaldine relative all’utenza sostenibile e alla riorganizzazione degli uffici amministrativi, organi di governo esautorati delle loro prerogative, opera di sciacallaggio. E tutto questo accade con un rettore privo della piena legittimità a esercitare le sue funzioni (perché irregolarmente eletto) e con un corpo docente muto e latitante.
Si prenda, per esempio, la retribuzione del Direttore amministrativo che all’ateneo costa 237.592,06 EUR l’anno. A suo tempo (novembre 2010), con un appello pubblicato da “Il senso della misura“, “il Cittadino online” e “La Nazione“, chiesi al rettore di predisporre un contratto che tutelasse l’ateneo senese, stante la difficile opera di risanamento. Ebbene, il magnifico rispose sottraendo la materia al CdA che, pertanto, non poté fissare gli obiettivi dell’azione amministrativa. Il risultato fu un contratto maggiorato di 30.000 EUR di retribuzione lorda non dovuta e di circa 30.000 EUR di retribuzione di risultato non spettante al dirigente. E tutto ciò in evidente violazione del disposto del Decreto interministeriale sul trattamento economico dei direttori amministrativi che fissava criteri e parametri per l’individuazione della relativa fascia retributiva. E così, ancora una volta, l’Università di Siena è detentrice di un altro primato: la retribuzione più alta di un suo dirigente, nonostante i valori più bassi dei parametri di riferimento (fondo di finanziamento ordinario, numero di studenti e di dipendenti), come si può desumere da un confronto con atenei di dimensioni maggiori. Particolare non trascurabile: il direttore amministrativo percepisce anche un assegno pensionistico annuo superiore a 160.000 euro.