SIENA. Un primo ed incoraggiante risultato è stato ottenuto ieri (mercoledì 16 dicembre) alla Camera, anche in risposta alla mobilitazione promossa dal Partito democratico, per scongiurare la vendita all’asta dell’azienda agricola di Suvignano, nel territorio comunale di Monteroni d’Arbia. L'aula di Montecitorio ha infatti approvato un ordine del giorno collegato alla legge Finanziaria, presentato dai deputati toscani Franco Ceccuzzi, Susanna Cenni e Rolando Nannicini, per mettere dei paletti alle nuove norme introdotte dal governo e che dispongono la vendita all'asta dei beni confiscati alla mafia.
“L'ordine del giorno – spiega Franco Ceccuzzi – impegna il governo ad emanare un provvedimento che escluda dalla vendita quei beni per i quali gli enti locali abbiano già presentato al Prefetto una manifestazione d'interesse in base alla legge 575 del 1965. La legge del 1965 è quella che fissa i criteri con i quali affidare gli immobili ai comuni per progetti di riuso con finalità sociali, ambientali, culturali e per la promozione del diritto alla legalità. Un criterio in cui rientra pienamente Suvignano, la cui manifestazione d'interesse è stata presentata già nell'ottobre del 2008”.
“Abbiamo ottenuto un segnale importante dal governo – continua Ceccuzzi – per rafforzare il percorso che vede impegnati comune di Monteroni, provincia di Siena e regione Toscana nell'avanzare un progetto credibile di riuso, che possa scongiurare la vendita. Se la Finanziaria sarà approvata diventerà legge la norma che prevede che i beni confiscati vengano venduti tramite asta pubblica dall'Agenzia del Demanio. Solo i comuni e le cooperative di dipendenti delle forze dell'ordine possono esercitare il diritto di prelazione per acquistare i beni. Per disciplinare questo diritto di prelazione, la legge rimanda però a un regolamento che dev’essere emanato dalla Presidenza del Consiglio, in mancanza del quale l'Agenzia del Demanio può intanto procedere a indire le aste. Con l’approvazione del nostro ordine del giorno, l’azienda di Suvignano può essere esclusa dal novero dei beni suscettibili di essere venduti all’asta, per cui esiste una ‘exit strategy’ concretamente perseguibile”.
L’azienda di Suvignano, enorme tenuta agricola con ville e case coloniche e centinaia di ettari destinati a produzioni pregiate, è il più grande bene sequestrato alla mafia in tutto il centro e nord Italia. Dopo la confisca, avvenuta nel 2007, il comune di Monteroni, la provincia, la regione e l’Arci hanno promosso un progetto di riutilizzo per la realizzazione di una “fattoria della legalità”. A sostegno di questo progetto, che vuole fare di Suvignano non solo un simbolo di legalità, ma anche un’opportunità per il territorio sotto il profilo sociale, economico e occupazionale, si sono mobilitati nei mesi passati il Partito democratico (con il sostegno di altre forze quali Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra e libertà e il Partito socialista di Monteroni), le istituzioni e le associazioni del territorio insieme a molti cittadini che hanno sottoscritto la raccolta firme (oltre mille) promossa dal Pd di Monteroni d’Arbia. Raccolta firme che intanto va avanti. I luoghi dove si può firmare sono: Misericordia e Pubblica assistenza di Monteroni; il bar della società sportiva; l’Ottica ‘Negretto’; l’agenzia di viaggi ‘Il mosaico del mondo’; lo Spi-Cgil; il bar del bocciodromo; il bar Acli. E poi a Ville di Corsano (circolo ‘Il Colibrì’), a Ponte d’Arbia (bar ‘H’) e a Ponte a Tressa (tabaccheria Lorenzetti Valeria, Cartoleria Lorenzetti Gloria e pizzeria ‘Peter Pan’).
“L'ordine del giorno – spiega Franco Ceccuzzi – impegna il governo ad emanare un provvedimento che escluda dalla vendita quei beni per i quali gli enti locali abbiano già presentato al Prefetto una manifestazione d'interesse in base alla legge 575 del 1965. La legge del 1965 è quella che fissa i criteri con i quali affidare gli immobili ai comuni per progetti di riuso con finalità sociali, ambientali, culturali e per la promozione del diritto alla legalità. Un criterio in cui rientra pienamente Suvignano, la cui manifestazione d'interesse è stata presentata già nell'ottobre del 2008”.
“Abbiamo ottenuto un segnale importante dal governo – continua Ceccuzzi – per rafforzare il percorso che vede impegnati comune di Monteroni, provincia di Siena e regione Toscana nell'avanzare un progetto credibile di riuso, che possa scongiurare la vendita. Se la Finanziaria sarà approvata diventerà legge la norma che prevede che i beni confiscati vengano venduti tramite asta pubblica dall'Agenzia del Demanio. Solo i comuni e le cooperative di dipendenti delle forze dell'ordine possono esercitare il diritto di prelazione per acquistare i beni. Per disciplinare questo diritto di prelazione, la legge rimanda però a un regolamento che dev’essere emanato dalla Presidenza del Consiglio, in mancanza del quale l'Agenzia del Demanio può intanto procedere a indire le aste. Con l’approvazione del nostro ordine del giorno, l’azienda di Suvignano può essere esclusa dal novero dei beni suscettibili di essere venduti all’asta, per cui esiste una ‘exit strategy’ concretamente perseguibile”.
L’azienda di Suvignano, enorme tenuta agricola con ville e case coloniche e centinaia di ettari destinati a produzioni pregiate, è il più grande bene sequestrato alla mafia in tutto il centro e nord Italia. Dopo la confisca, avvenuta nel 2007, il comune di Monteroni, la provincia, la regione e l’Arci hanno promosso un progetto di riutilizzo per la realizzazione di una “fattoria della legalità”. A sostegno di questo progetto, che vuole fare di Suvignano non solo un simbolo di legalità, ma anche un’opportunità per il territorio sotto il profilo sociale, economico e occupazionale, si sono mobilitati nei mesi passati il Partito democratico (con il sostegno di altre forze quali Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra e libertà e il Partito socialista di Monteroni), le istituzioni e le associazioni del territorio insieme a molti cittadini che hanno sottoscritto la raccolta firme (oltre mille) promossa dal Pd di Monteroni d’Arbia. Raccolta firme che intanto va avanti. I luoghi dove si può firmare sono: Misericordia e Pubblica assistenza di Monteroni; il bar della società sportiva; l’Ottica ‘Negretto’; l’agenzia di viaggi ‘Il mosaico del mondo’; lo Spi-Cgil; il bar del bocciodromo; il bar Acli. E poi a Ville di Corsano (circolo ‘Il Colibrì’), a Ponte d’Arbia (bar ‘H’) e a Ponte a Tressa (tabaccheria Lorenzetti Valeria, Cartoleria Lorenzetti Gloria e pizzeria ‘Peter Pan’).