L’iniziativa si è aperta con l’inaugurazione del tetto e della facciata della sede, due interventi terminati recentemente grazie al contributo della Fondazione Mps, ed è proseguita con il dibattito “L’importanza delle società di mutuo soccorso nella realtà senese”, coordinato da Serenella Pallecchi, presidente del Comitato provinciale Arci di Siena, che ha registrato gli interventi di Massimo Cappelli, presidente del Circolo Arci “Il Risorgimento ai Due Ponti”; Fabrizio Tofani, presidente della delegazione provinciale del Cesvot; Lorenzo Garibaldi, assessore del Comune di Siena; Alessandro Pinciani, vicepresidente dell’amministrazione provinciale di Siena; Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps e Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci. Prima del dibattito, anche Giulio Cazzella, prefetto di Siena ha voluto portare il suo saluto alla serata.
“Cento anni fa – ha detto Massimo Cappelli ripercorrendo la storia del circolo – 34 operai sentirono la necessità di costituire un’associazione di mutuo soccorso affinchè si potessero svolgere funzioni di ricreazione per il corpo sociale e di reciproca assistenza in caso di malattia, basandosi su un dettagliato e rigido statuto. Nel 1942 i locali furono ceduti al Partito nazionale fascista e con la caduta del regime, nel 1944, tutti i beni che il Partito fascista aveva acquisito arbitrariamente furono devoluti allo Stato diventando, così, di demanio pubblico e destinati a servizi pubblici o a scopi di interesse generale. Questo fu il caso anche della Società dei Due Ponti. Nel frattempo, la società aveva aderito all’Arci che, nel 1967, ha ottenuto il riconoscimento ministeriale del carattere assistenziale delle finalità perseguite. Nel 1978 venne abrogata la legge del 1944 e la società perse il diritto di prelazione a favore del Comune della provincia e della regione in caso di alienazione dell’edificio. Da qui iniziò, nella prima metà degli anni ’90, una battaglia politica e culturale che coinvolse il Circolo, l’Arci provinciale, le istituzioni senesi ed i parlamentari eletti nel nostro territorio per consentire alla nostra realtà di continuare a vivere in quei locali e di poter pagare un affitto equo sulla base dell’attività assistenziale, mutualistica e volontaria svolta quotidianamente. Oggi il nostro circolo conta oltre 100 tesserati e svolge attività sociali, culturali ed aggregative di vario genere. Possiamo dire che il bilancio dei nostri primi cento anni è positivo”.