L'intervento arriva dal Movimento Pansessuale Arcigay di Siena
SIENA. Dopo un iter molto lungo e pieno di colpi di scena, è arrivata a conclusione la discussione in commissione Giustizia della Camera dei deputati sul testo definitivo di legge in materia di omofobia e transfobia, presentato dagli onorevoli Scalforotto e Leone. Il testo base che è uscito Lunedì dalla commissione Giustizia, pur mantenendo l’inserimento del reato di omofobia e transfobia, ha perso dalla formulazione originaria una parte fondamentale, ovvero la piena equiparazione con le altre discriminazioni tutelate dalla legge Reale – Mancino nella parte delle sanzioni accessorie (o aggravanti).
Questo testo base è, quindi, in se paradossale: dovrebbe essere una legge antidiscriminazione ma in realtà contiene al suo interno una discriminazione, trattando le discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere in maniera più leggera rispetto alle altre di cui si occupa. “Per la nostra associazione, ma anche per tutta la comunità LGBT provinciale, regionale ed italiana, il testo base che verrà discusso probabilmente questo venerdì è inaccettabile, in quanto sancisce una differenza tra il razzismo e l’omo-transfobia, considerando di fatto la seconda meno grave del primo” commenta Giovanni Bacaro, il Presidente del Movimento Pansessuale Comitato Provinciale Arcigay Siena. “Ugualmente, i tentativi di indebolire la legge tentando di descriverla come lesiva della libertà di opinione hanno del paradossale: l’omofobia e la transfobia non sono opinioni, le affermazioni omo-transfobiche vanno perseguite così come, già oggi, il nostro ordinamento persegue le affermazioni razziste. Anche su questo punto riteniamo non potrebbe essere accettabile pensare che l’omofobia e la transfobia meritino minore attenzione rispetto al razzismo. E’ doveroso ricordare che le ultime vittime di omofobia risalgono a poco più di una settimana fa a Torino, dove quattro ragazzi sono stati brutalmente malmenati ed offesi per il solo fatto di essere gay”.
La proposta di legge, senza l’emendamento che reintroduca le aggravanti e ove possibile i concetti di orientamento sessuale e identità di genere al posto di omofobia e transfobia (e relative definizioni), si trasforma quindi in un contenitore vuoto incapace di rispondere ai bisogni di gay, lesbiche, bisessuali, trans e transgender che vivono in un paese che ancora li disprezza, li insulta, li aggredisce e li uccide.
Alla luce di queste considerazioni, tutte le associazioni LGBT Italiane si stanno mobilitando per far si che il testo di legge venga emendato e, se questo non sarà possibile, che si eviti di approvarlo. Anche da Siena arriva forte l’appello ai propri rappresentanti in parlamento perchè si rendano portavoci di queste istanze, per non correre il rischio di approvare una legge che, nata per contrastare atteggiamenti discriminatori, di fatto sancisca l’esistenza di una differenza tra gli individui basata sull’orientamento sessuale.
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