Ceduto il marchio più noto del notissimo docg
di Alessandro A. Navarri
SIENA. Questa volta non è una gola profonda, ma una chiacchiera insistente che alcuni danno per vera, e se è vera è stupefacente. Il marchio del Brunello di Montalcino più famoso nel mondo è passato di mano, e la notizia circola da parecchi giorni, ma solo nel giro bancario. Ora invece se ne sente parlare da fonti diverse, oltre alla consueta, e ci si domanda come mai una proprietà che aveva investito allo stremo in quell’azienda e in quell’etichetta, fino a spingersi a cambiare il nome plurisecolare del vezzoso castello che ne è l’emblema ceda il passo proprio ora, proprio nel momento in cui il toscano Renzi si è affratellato con Obama, condividendone pure la preoccupazione per l’incipiente canizie. Sui nuovi si sa solo che “non sono di qui”, e non è strano di questi tempi. Speriamo che ai nuovi venuti non venga in mente di cambiare ulteriormente il nome al vezzoso castello di cui sopra, e che si ricordino che cambiare i nomi non porta bene. Non per ragioni misteriose, ma perché i nomi sono i veri padroni di un luogo. Guai a cambiarli, fa male a tutto anche all’export.
Ciò scritto, noi restiamo con la nostra domanda. Che cosa mai avrà indotto la proprietà di Banfi a vendere? Un bicchiere di Brunello di Montalcino in premio a chi ci scriverà la risposta giusta.