Tema dell'incontro proposto dall'Ordine dei commercialisti
Come si fa, allora, per arrivare a un’economia turistica forte e duratura? “La mancanza di una normativa nazionale sul turismo – ha detto l’assessore alle Politiche per il turismo del Comune di Siena, Sonia Pallai – la stiamo scontando tutti: istituzioni, categorie, imprese. La strategia non può farla una città, ma il sistema Paese e il fatto che non ci sia è drammatico in un contesto di concorrenza globale. Il nostro territorio non può competere né sulla raggiungibilità, né sulla novità, né sul prezzo”. Ecco allora che torna l’esigenza di mettere a sistema ciò che abbiamo, valorizzare il nostro patrimonio materiale e immateriale. “A Siena stiamo lavorando per riavvicinare i cittadini alla città, per non disperdere identità e vissuto, perché vogliamo offrire esperienze autentiche. Se costruiamo qualcosa che va bene per i cittadini – ha chiosato Pallai – sarà apprezzato anche dai nostri ospiti”.
Autenticità è un termine che è ritornato spesso anche nell’intervento di Paolo Caucci Von Saucken, professore ordinario di Letteratura spagnola all’Università di Perugia, che ha raccontato la genesi storica del Cammino di Santiago, a confronto con la Via Francigena. “Attenzione a non farla diventare un cammino senz’anima, il rischio di snaturamento e banalizzazione della Francigena è elevato. Prima va rafforzato il percorso come via di pellegrinaggio, poi costruito il prodotto turistico”.
Un esempio isolato di accelerazione dei tempi, accanto ad esperienze e investimenti frenati dalle maglie delle norme e dai vincoli della burocrazia. Uno su tutti, quello raccontato ieri da Roberto Naldi, presidente e amministratore delegato Clovis International, società con azionisti internazionali, che ha acquistato 820 ettari di proprietà tra i comune di Siena e Asciano per farne borghi, casali, vigneti, oliveti, ma anche il centro di eccellenza del Polo più grande d’Europa. Per farlo hanno chiamato Adolfo Cambiaso, il Maradona del Polo, e scommesso sull’obiettivo di portare nel borgo di Presciano, i campionati europei di Polo 2014, con lo skyline di Siena sullo sfondo. Tutto sfumato, perché il progetto di recupero del patrimonio immobiliare, 25 mila metri quadri di casali, è ancora fermo, impantanato tra moltissime difficoltà di carattere burocratico e amministrativo.
“Non ci possiamo permettere una deregulation in materia urbanistica – ha detto con chiarezza Francesco Ventani, vicepresidente Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Siena – ma non possiamo neppure costruire un capestro legislativo che sta portando alla paralisi solo per paura di sbagliare. Altrimenti rischiamo di creare un freno devastante allo sviluppo economico”.
Un freno che adesso questo territorio non si può permettere, come ha più volte sottolineato il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini. “Senza chiarezza sull’attribuzione delle competenze è impossibile lavorare. Dalla riforma regionale delle ex Apt, in attesa di capire che fine faranno le Province, si è determinata per il turismo, e non solo, una situazione di transizione inaccettabile perché rende impossibile una programmazione pluriennale delle strategie e non ci mette nelle condizioni di dare risposte concrete alle imprese. Serve un’architettura certa, chi opera nel turismo deve sapere chi sono i suoi riferimenti istituzionali”.
Una situazione di incertezza che da sola non spiega il perché, certe strade, non siano state intentate. Un tema sollevato da Mirco Vigni, ristoratore, che si è interrogato, per esempio, sull’assenza di un mercato delle produzioni locali. “La provincia di Siena esprime centinaia di produttori di altissimo livello e stupisce che non vi sia uno spazio dove poter acquistare e degustare il meglio della nostra enogastronomia. Sarebbe un’occasione autentica anche per rimettere il circuito della ristorazione all’interno della città”. Una sorta di Eataly in chiave senese che sarebbe interessante approfondire vista la ricchezza e l’altissimo pregio dei nostri prodotti.
Di grande interesse è stata l’analisi di Carlo Pizzichini, artista poliedrico e docente di pittura: “Riconsideriamo il ruolo subordinato riconosciuto alla cultura, che anche in questa città ha lasciato sale vuote, ambienti museali straordinari a rischio chiusura, addetti disoccupati. In una terra dalla grande vocazione creativa e artistica come le Terre di Sena non lasciamo che siano gli stranieri a organizzare corsi e laboratori artistici. Penso a Settimane creative, con cadenza regolare, che possono portare interessanti flussi turistici attratti da laboratori, atelier e botteghe dove imparare l’arte della pittura, della ceramica, della fotografia, del disegno. I margini di profitto ci sono”.
Spunti, idee, suggestioni, progetti concreti, che il presidente Odcec Siena, Marco Tanini, ha raccolto, in vista del secondo appuntamento dedicato alla promozione turistica della città. “La nostra categoria auspica una rinascita economica e crediamo che questa possa ripartire da quanto esiste di positivo e unico nel nostro territorio. Per questo – ha chiuso Tanini – abbiamo scelto di farci promotori di un dibattito dove protagonisti sono gli operatori economici, che hanno un’occasione in più per mettere in luce punti di forza e di debolezza del sistema, a confronto con le istituzioni. Lo scopo è anche di restituire fiducia nel futuro della città, a partire dalla classe imprenditoriale. Mettendo in luce le eccellenze, condividendo le idee, ci auguriamo di poter tracciare insieme una strada di dialogo e di nuovo sviluppo”.