SIENA. Da Internet, fonte infinita di informazioni – nel momento in cui si criticano le scelte del Governo per il freno messo agli obiettivi del protocollo di Kyoto – si apprende che, nel 2009 la Toscana sarà scenario di una serie di trivellazioni. Esplorazioni del sottosuolo alla ricerca di carbon fossile in un'area – non uniforme ma a macchia di leopardo – che nel suo totale interesserà 1500 metri quadrati.
Le zone – enumerate da Nicoletta Forcheri su AgoraVox e riprese dal sito locale di Sovicille – interessate dalle trivelle della società australiana European Gas Limited (EGL ltd) – ex Kimberley Oil – saranno Montalcino, Asciano, Buonconvento, ma anche il territorio che circonda Siena, Monteriggioni, San Gimignano e la Val d’Elsa. E ancora Castellina e Castelnuovo Berardenga, la Val di Merse, Sovicille, l’Amiata, l’Arbia, la Val d’Orcia.
Praticamente gran parte della provincia di Siena.
I permessi dati dalla Regione, a detta della giornalista, sarebbero cosa vecchia. Nel 2007 il responsabile regionale ambiente, Fabio Zita, approvò i permessi con l’esenzione dalla valutazione di impatto ambientale (VIA) per i primi due anni esplorativi. Una scelta che non fu condivisa dall'allora assessore regionale all'Ambiente, Artusa. Peccato che poi, quest'ultimo dovette lasciare il posto alla Bramerini che, evidentemente, era molto più possibilista.
Insomma, salvo i punti "protetti dall'Unesco" e qualche scorcio di particolare bellezza paesaggistica, la Regione avrebbe dato il via alle trivellazioni, con il beneplacido delle stesse amministrazioni locali.
E del Governo centrale che, sotto Prodi, aveva indicato l'Italia come territorio in cui c'è disponibilità a fare ricerca nel sottosuolo.
"Poche le opposizioni dei comuni per “sostanziale incompatibilità” (Poggibonsi, Asciano, Barberino Val d’Elsa, Colle Val d’Elsa), – si legge nell'articolo su AgoraVox – mentre per ben 24 comuni è valso il silenzio-assenso! A dare un parere decisamente positivo sono state le 4 province (Siena, Firenze, Grosseto e Pisa), 4 comunità montane (Amiata-Grosseto, Amiata Val d’Orcia, Val di Merse e Com. Alta Val di Cecina) e i 5 comuni di Castellina in Chianti, Campagnatico, Roccalbegna, Civitella-Paganico e San Giovanni d’Asso".
Insomma, mentre si cercano nuove strade per produrre energia, ed il resto del mondo industrializzato si pone l'ambizioso obiettivo di trovare una fonte di energia pulita, l'Italia arretra di qualche decennio e rinuncia alla sua vocazione di "giardino d'Europa", culla per il turismo, per farsi bucare a destra e a manca in cerca di qualche briciola – perchè di briciole si tratterebbe – di carbon fossile.
Tutto questo, avviene alla chetichella. Senza confronto con i cittadini e senza la sollevazione delle opposizioni all'interno degli enti locali.
Le zone – enumerate da Nicoletta Forcheri su AgoraVox e riprese dal sito locale di Sovicille – interessate dalle trivelle della società australiana European Gas Limited (EGL ltd) – ex Kimberley Oil – saranno Montalcino, Asciano, Buonconvento, ma anche il territorio che circonda Siena, Monteriggioni, San Gimignano e la Val d’Elsa. E ancora Castellina e Castelnuovo Berardenga, la Val di Merse, Sovicille, l’Amiata, l’Arbia, la Val d’Orcia.
Praticamente gran parte della provincia di Siena.
I permessi dati dalla Regione, a detta della giornalista, sarebbero cosa vecchia. Nel 2007 il responsabile regionale ambiente, Fabio Zita, approvò i permessi con l’esenzione dalla valutazione di impatto ambientale (VIA) per i primi due anni esplorativi. Una scelta che non fu condivisa dall'allora assessore regionale all'Ambiente, Artusa. Peccato che poi, quest'ultimo dovette lasciare il posto alla Bramerini che, evidentemente, era molto più possibilista.
Insomma, salvo i punti "protetti dall'Unesco" e qualche scorcio di particolare bellezza paesaggistica, la Regione avrebbe dato il via alle trivellazioni, con il beneplacido delle stesse amministrazioni locali.
E del Governo centrale che, sotto Prodi, aveva indicato l'Italia come territorio in cui c'è disponibilità a fare ricerca nel sottosuolo.
"Poche le opposizioni dei comuni per “sostanziale incompatibilità” (Poggibonsi, Asciano, Barberino Val d’Elsa, Colle Val d’Elsa), – si legge nell'articolo su AgoraVox – mentre per ben 24 comuni è valso il silenzio-assenso! A dare un parere decisamente positivo sono state le 4 province (Siena, Firenze, Grosseto e Pisa), 4 comunità montane (Amiata-Grosseto, Amiata Val d’Orcia, Val di Merse e Com. Alta Val di Cecina) e i 5 comuni di Castellina in Chianti, Campagnatico, Roccalbegna, Civitella-Paganico e San Giovanni d’Asso".
Insomma, mentre si cercano nuove strade per produrre energia, ed il resto del mondo industrializzato si pone l'ambizioso obiettivo di trovare una fonte di energia pulita, l'Italia arretra di qualche decennio e rinuncia alla sua vocazione di "giardino d'Europa", culla per il turismo, per farsi bucare a destra e a manca in cerca di qualche briciola – perchè di briciole si tratterebbe – di carbon fossile.
Tutto questo, avviene alla chetichella. Senza confronto con i cittadini e senza la sollevazione delle opposizioni all'interno degli enti locali.