Impresa culturale creativa, green economy, welfare community e servizi di ingegneria avanzata
“Abbiamo scelto di elaborare questo piano strategico che guarda al 2020 – ha spiegato il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini – perché il nostro territorio, in un momento complesso come questo, ha bisogno di una visione di lungo periodo che delinei una strategia di rilancio, di sviluppo e di riscatto. La crisi generale, insieme alle difficoltà locali, rischiano, infatti, di produrre una sorta di avvitamento e di chiusura che è necessario contrastare. Le politiche di sviluppo locale, se interpretate in una chiave di forte apertura e innovazione, possono ancora svolgere una funzione fondamentale, allontanando il rischio di indebolimento e di marginalizzazione dei territori prodotto da una revisione istituzionale che centralizza le politiche sulla dimensione nazionale e regionale e fa venire meno il livello intermedio di coordinamento. Il Piano strategico rappresenta l’eredità che questa Provincia lascia a chi verrà dopo di noi ed è prioritario che, dopo le elezioni amministrative, i sindaci del territorio si dotino di una cabina di regia che metta a punto una strategia fatta di obiettivi condivisi”.
“La crisi si vince attraverso lo sviluppo – ha detto il direttore generale della Fondazione Musei Senesi, Luigi Di Corato – e l’industria creativa può svolgere un ruolo fondamentale, soprattutto se inserita in una rete interdisciplinare e multitematica che dia risposte alle sfide del presente e del futuro. La contaminazione e la programmazione comune diventa la forza con cui guardare al domani, attraverso una cabina di regia condivisa e una crescente partecipazione dei cittadini. In questo contesto – ha aggiunto – assume valore il Distretto culturale, inteso come modalità per rendere il patrimonio culturale funzionale allo sviluppo del territorio e portando avanti la positiva esperienza della Fondazione Musei Senesi, un sistema museale strutturale basato su una gestione integrata del patrimonio diffuso su 43 musei e con 4 siti Unesco, differenziando e innovando le strategie di sviluppo e di promozione. Con tutti questi elementi, la sfida di Siena capitale europea della Cultura 2019 diventa una grande opportunità da cogliere”.
“La qualità dei progetti – ha detto il direttore generale di Fondazione Toscana Life Sciences, Andrea Paolini – fa la differenza, perché è il principale fattore di attrazione di risorse. Gli incubatori, nel loro ruolo di facilitatori, hanno la missione di riconoscere e valorizzare le idee di qualità e trasformarle in impresa”. “L’Europa – ha aggiunto – sta puntando sempre di più sulle piccole e medie imprese come motori di sviluppo e innovazione, perché è ormai appurato che in settori come quello delle scienze della vita le Pmi hanno maggiore capacità di generare ricerca e innovazione rispetto alle grandi. Una sfida che abbiamo raccolto sul territorio e che vogliamo portare avanti guardando al 2020 sostenendo non solo la nascita, ma anche la crescita e il radicamento di impresa innovativa”.