Il punto di vista delle istituzioni sullo stato di salute dello sport senese
SIENA. In un momento nel quale la Siena sportiva (e non solo) versa in uno stato di generale difficoltà, abbiamo deciso di sentire il punto di vista delle Istituzioni intervistando l’assessore allo Sport presso il Comune di Siena Leonardo Tafani. L’interruzione del flusso di finanziamenti provenienti dalla Banca Monte dei Paschi, il caso Robur, l’ipotesi di un nuovo stadio di calcio che sorga in città, il momento della Mens Sana Basket e la decisione di disputare le gare in casa dell’Eurolega a Firenze, le difficoltà che le associazioni dilettantistiche incontrano oggi per sopravvivere, tutti elementi che contribuiscono a creare grande fermento attorno al macrocosmo sportivo della città del Palio e in merito ai quali abbiamo ascoltato il parere dell’assessore Tafani.
Quali sono le difficoltà che oggi incontrano società, polisportive ed associazioni dilettantistiche ad occuparsi di sport in un contesto come quello di Siena?
Si tratta di difficoltà prettamente di ordine finanziario. Credo sia importante tenere presente che noi, come Assessorato, ci rivolgiamo prevalentemente alle realtà dilettantistiche, che oggi più di altre vivono un momento di grande difficoltà. L’interruzione del flusso di danaro proveniente dal Monte dei Paschi ha innescato un circolo vizioso che rischia di inghiottire alcuni contesti sportivi, ma al momento il rischio di scomparire non esiste per nessuno. Piuttosto credo che le società dilettantistiche siano ancora un po’ troppo ancorate all’idea di ‘sport accessibile a tutti’, giustissima da un punto di vista sociale, ma non più praticabile in un momento nel quale, senza il danaro della Banca, le associazioni devono imparare a sopravvivere sul mercato. E stare sul mercato significa fare i conti con bilanci, uscite e spese di ogni genere, l’unica via è impostare una struttura che sappia far fronte in autonomia a questo tipo di adempimenti. Fare sport significa adeguarsi a tutta una serie di adempimenti normativi, significa mettere a disposizione dell’utenza impianti all’altezza ed istruttori preparati, figure la cui professionalità va recuperata. Credo che l’idea di erogare gratis certi tipi di servizi debba scomparire, altrimenti è difficile invertire il trend.
Esistono degli sport in difficoltà che rischiano di scomparire dal contesto senese o nazionale?
Indubbiamente esistono degli sport che vivono un momento di grande difficoltà a livello nazionale, ed è inevitabile che questo tipo di problematiche si ripercuotano nei settori periferici. Penso soprattutto all’atletica leggera italiana, che vive una crisi a livello nazionale senza precedenti, e che deve invertire la rotta per tornare a crescere. Non parlo solo e soltanto di risultati sportivi, e da questo punto di vista vorrei citare il caso della FIR (Federazione Italiana Rugby) che ormai da anni ha creato un sistema vincente che non passa dai risultati (comunque certamente più positivi del passato) quanto dalla trasmissione di certi valori. La cosa ha tra l’altro generato anche un importante ritorno economico, considerato che numerosi sponsor si sono avvicinati attratti non solo dal risultato sportivo ma anche e soprattutto, come detto, dalla trasmissione di valori e principi. Credo che lo sport sia anche e soprattutto questo.
Che cosa fa il Comune per aiutare le realtà sportive in difficoltà?
Partiamo da una premessa: il mutualismo puro non esiste più. Il Comune ha a che fare con vincoli di spesa sempre più stringenti, e non è facile far quadrare i conti; la mia impressione è che troppo spesso in passato le associazioni si siano appoggiate al Comune o a chi per lui interveniva erogando lauti finanziamenti (penso soprattutto al Monte dei Paschi) ma oggi questo sistema non può più funzionare. La nostra idea è quella di incentivare la creazione di un sistema di project financing: il Comune può mettere a disposizione delle società la gestione gratuita degli impianti, ma per quanto riguarda eventuali lavori o interventi di manutenzione soprattutto straordinaria devono intervenire le società stesse. Bisogna tenere presente che il territorio comunale vanta la presenza di almeno 40-50 impianti sportivi, e per mantenere il livello di eccellenza che è stato raggiunto occorre che le società si facciano carico delle proprie responsabilità finanziarie. Vorrei comunque sottolineare che il Comune ha stretto una Convenzione in virtù della quale concede all’A.C. Siena la gestione del “Franchi” in modalità gratuita; è importante tenere presente che la convenzione non è stretta con la società A.C. Siena, considerato che si tratta di una previsione che vale per la squadra cittadina che milita nel campionato più alto e che gioca al Franchi. Al momento ne beneficia l’A.C. Siena stessa, ma se un domani dovesse essere un’altra la squadra che milita nel campionato più alto anche questa società fruirà della convenzione.
Qual è la sua idea sulla reale fattibilità di un nuovo impianto di calcio che sia di proprietà dell’A.C. Siena? Il presidente Mezzaroma ha lanciato l’idea numerose volte, che ne pensa?
Di certo il nuovo stadio garantirebbe una patrimonializzazione alla società e dunque le darebbe una certa stabilità finanziaria; la società vorrebbe la concessione del diritto di superficie e anche la gestione del parcheggio antistante, che dal punto di vista economico genera grandi quantitativi di introiti, ma il punto è che andrebbe vagliato il parere di tutta la città, una volta verificate la fattibilità e sostenibilità economica del progetto. Si tratta di un passo fondamentale che l’Amministrazione dovrebbe compiere per via dell’enorme impatto urbanistico che avrebbe una simile opera. Al momento la considero tuttavia una prospettiva lontana da un’effettiva concretizzazione.
Qual è la sua idea riguardo al trasferimento di sede della Mens Sana Basket a Firenze per le gare interna di Eurolega?
Innanzitutto premetto che si tratta di una decisione sulla quale questa Amministrazione non ha avuto possibilità di intervento, tutto era già stato deciso quando ci siamo insediati. Dal punto di vista personale, credo che bisognerebbe fare due ordini di valutazioni; molto probabilmente la Mens Sana non aveva preventivato la possibilità di vincere il titolo la passata annata, considerato che da squadra campione d’Italia in carica avrebbe avuto il diritto di continuare a disputare le gare interne di Eurolega a Siena. Fatta questa considerazione va sottolineato che la società si è mossa coinvolgendo addirittura il Presidente della Regione Rossi e dando il là ad un lungo iter burocratico per ottenere il nulla osta al trasferimento, ecco perché ritengo che una volta conquistato il titolo sarebbe stato difficile tornare sui propri passi e vanificare un processo così lungo. Detto questo, sarebbe interessante capire se la Mens Sana ha cercato di verificare la possibilità di tornare sulla propria decisione rettificandone il senso una volta vinto il titolo, ma ripeto sarebbe stato comunque complicato. Colgo l’occasione per complimentarmi visto il trionfo in Supercoppa e per ribadire che il progetto sportivo portato avanti in questi anni mostra una qualità ed una continuità impressionanti.
Recentemente ci siamo occupati delle conseguenze economiche e finanziarie che hanno dovuto subire alcune società sportive senesi in seguito all’interruzione del flusso di finanziamenti proveniente dal Monte dei Paschi. Numerose società hanno dovuto optare per l’autoretrocessione, per non parlare dei tagli ai costi e delle drastiche riduzioni di budget. Qual è secondo lei la ricetta vincente che una società sportiva senese deve adottare in questo particolare momento per non vedere la propria esistenza messa a repentaglio?
Innanzitutto bisogna lodare i sacrifici fatti da dirigenti e staff tecnici, penso soprattutto alla Virtus che pur di non depotenziare il proprio settore giovanile ha optato per la retrocessione. In linea generale la mia idea sarebbe quella di creare una sinergia tra le realtà appartenenti allo stesso tipo di sport, un unione di strategie ma anche di risorse che possa tradursi in un’ottimizzazione della gestione degli impianti (che costerebbero di meno) e delle risorse umane stesse. Inoltre le società senesi dovrebbero aprirsi maggiormente all’esterno ed abbandonare l’eccessiva autoreferenzialità che ne ha contraddistinto il pur lodevole operato negli ultimi anni; progetti seri che accorpino più realtà in una contribuirebbero anche a generare maggior interesse da parte di nuovi possibili sponsor, cosa che sarebbe importantissima soprattutto in momento di difficoltà economica come quello attuale.
