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SIENA. Serenella Pallecchi, presidente provinciale dell’Arci, commenta l’annuncio dell’Agenzia del Demanio Toscana e Umbria di vendere all'asta l’azienda agricola di Suvignano, nel Comune di Monteroni d’Arbia, confiscata al mafioso Vincenzo Piazza alcuni anni fa. La decisione, adottata interpretando le disposizioni contenute nelle normative, contrasta, però, con la risoluzione approvata poche settimane fa dal consiglio regionale della Toscana, che prevedeva di affidare l’azienda di Suvignano al Comune di Monteroni d’Arbia sulla base, come si leggeva nel testo, “di un qualificato progetto di gestione delle attività aziendali a forte connotazione sociale e legalitaria”.
“Una notizia inaspettata e che rischia di annullare il progetto di recupero dell’azienda agricola di Suvignano proposto e sostenuto, con impegno e da diversi anni, dal Comune di Monteroni d'Arbia, dalla Provincia di Siena, dalla Regione Toscana, dall’Arci e dall’associazione Libera”.
“La decisione dell’Agenzia del Demanio Toscana e Umbria – continua Pallecchi – rischia di riportare l’azienda di Suvignano in mano a organizzazioni e società legate alla mafia e alla criminalità, tra i pochi soggetti capaci di acquistare un bene di ampie proporzioni e, quindi, di costo elevato. Questo aprirebbe un circolo vizioso pericoloso per tutto il territorio senese. Di fronte a questo scenario, quello che più ci preoccupa è la perdita del valore sociale e di educazione alla cittadinanza attiva che il recupero di questo bene può offrire, attuando molte delle azioni concrete che l’Arci senese sta portando avanti su questi terreni da tempo per diffondere i valori di legalità e lotta contro ogni forma di violenza e criminalità”.
“Il Comune di Monteroni – aggiunge ancora Pallecchi – insieme alla Provincia di Siena, alla Regione Toscana, all’Arci e all’associazione Libera, dopo la confisca dell’azienda alla mafia, hanno presentato un valido progetto di riutilizzo del bene come gestione aziendale, prevedendo la produzione agricola di prodotti del territorio, ma contenente anche iniziative di valore sociale, rivolte alle scuole e alla formazione dei giovani alla legalità, quali i campi di lavoro, una fattoria didattica e altre attività. Il progetto partiva dalla disponibilità di un bene che tornava libero, dopo tanti anni di utilizzo per scopi illeciti e malavitosi, e che offriva nuovi posti di lavoro e un legame rinnovato fra il territorio e i suoi abitanti”.
“L'Arci di Siena – conclude la presidente dell’associazione – rivolge, quindi, un appello a tutte le istituzioni coinvolte e a quelle che possono portare un contributo alla revisione della decisione dell’Agenzia del Demanio Toscana e Umbria, affinchè ci sia un impegno concreto e incisivo per scongiurare l'ipotesi di vendita all'asta del bene e si promuova, invece, una battaglia politica e culturale per assegnare Suvignano agli enti locali del territorio, portando benefici a tutta la comunità senese e valorizzando un progetto con ricadute produttive e sociali”.
“Una notizia inaspettata e che rischia di annullare il progetto di recupero dell’azienda agricola di Suvignano proposto e sostenuto, con impegno e da diversi anni, dal Comune di Monteroni d'Arbia, dalla Provincia di Siena, dalla Regione Toscana, dall’Arci e dall’associazione Libera”.
“La decisione dell’Agenzia del Demanio Toscana e Umbria – continua Pallecchi – rischia di riportare l’azienda di Suvignano in mano a organizzazioni e società legate alla mafia e alla criminalità, tra i pochi soggetti capaci di acquistare un bene di ampie proporzioni e, quindi, di costo elevato. Questo aprirebbe un circolo vizioso pericoloso per tutto il territorio senese. Di fronte a questo scenario, quello che più ci preoccupa è la perdita del valore sociale e di educazione alla cittadinanza attiva che il recupero di questo bene può offrire, attuando molte delle azioni concrete che l’Arci senese sta portando avanti su questi terreni da tempo per diffondere i valori di legalità e lotta contro ogni forma di violenza e criminalità”.
“Il Comune di Monteroni – aggiunge ancora Pallecchi – insieme alla Provincia di Siena, alla Regione Toscana, all’Arci e all’associazione Libera, dopo la confisca dell’azienda alla mafia, hanno presentato un valido progetto di riutilizzo del bene come gestione aziendale, prevedendo la produzione agricola di prodotti del territorio, ma contenente anche iniziative di valore sociale, rivolte alle scuole e alla formazione dei giovani alla legalità, quali i campi di lavoro, una fattoria didattica e altre attività. Il progetto partiva dalla disponibilità di un bene che tornava libero, dopo tanti anni di utilizzo per scopi illeciti e malavitosi, e che offriva nuovi posti di lavoro e un legame rinnovato fra il territorio e i suoi abitanti”.
“L'Arci di Siena – conclude la presidente dell’associazione – rivolge, quindi, un appello a tutte le istituzioni coinvolte e a quelle che possono portare un contributo alla revisione della decisione dell’Agenzia del Demanio Toscana e Umbria, affinchè ci sia un impegno concreto e incisivo per scongiurare l'ipotesi di vendita all'asta del bene e si promuova, invece, una battaglia politica e culturale per assegnare Suvignano agli enti locali del territorio, portando benefici a tutta la comunità senese e valorizzando un progetto con ricadute produttive e sociali”.