SAN GIMIGNANO. Si è ufficialmente insediato il comitato didattico dell'Università di Siena, che opererà presso il carcere di San Gimignano, così come stabilito dal protocollo firmato all'inizio di quest'anno dagli Atenei di Siena, Firenze e Pisa, dal Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria della Toscana e dalla Regione Toscana.
Nella prima riunione del comitato è stata subito affrontata e condivisa la necessità di semplificare alcuni aspetti che riguardano le procedure amministrative relative all'iscrizione ai corsi da parte dei detenuti, nonché l'armonizzazione di aspetti organizzativi con quelli delle altre sedi universitarie firmatarie del protocollo.
“Si tratta di un'esperienza attiva da cinque, sei anni – ha detto il delegato recentemente nominato dal rettore dell'Università di Siena per il polo universitario penitenziario, Fabio Mugnaini – partita grazie all'interessamento di alcuni colleghi, Fabio Berti, Alessandro Fo, Gabriella Piccinni e Franco Belli, di cui ho raccolto il testimone. Ora, grazie all'intesa regionale questo progetto ha ora la possibilità di definire meglio la propria identità e i propri obiettivi, in un'ottica di coordinamento e maggiore integrazione della didattica. Ritengo che siamo di fronte a una possibilità fortemente educativa per quanto riguarda i detenuti, che evidenzia la funzione sociale
fondamentale dell'Università nel costruire la cittadinanza e nel restituirla. Per quanto riguarda i docenti, sarà l'occasione per mettersi alla prova in una dimensione del tutto
particolare, che aggiungerà un valore fortemente etico a quella che talora può essere una routine professionale”.
Per ora sono una ventina i detenuti del carcere di San Gimignano che stanno compiendo i loro studi universitari seguendo i programmi dei corsi di laurea delle facoltà di Scienze politiche, Economia e Lettere e filosofia dell'Università di Siena.
“La direzione – ha detto la dottoressa Rita Barbera, direttrice del carcere – punta molto su questo progetto, che pur avendo obiettivi difficili rappresenta un'opportunità educativa importante. L'esperienza degli anni passati è decisamente positiva e questo protocollo regionale potrà favorire la diffusione degli studi universitari tra i detenuti che hanno i requisiti per l'iscrizione agli studi, ai fini del reinserimento sociale”.
In alcuni casi sono stati organizzati programmi di attività periodiche da parte dei docenti presso il carcere di San Gimignano, mentre vengono tenuti incontri su temi specifici sotto forma seminariale o di conferenza, anche ai fini dell'orientamento allo studio. E proprio con questo fine è prevista l'attivazione di un progetto che vedrà coinvolti alcuni studenti tutor appositamente selezionati e formati per prestare il proprio servizio nei confronti degli studenti detenuti.
“Finora – ha concluso il professor Mugnaini – gli interventi di docenza presso il carcere
sono stati possibili grazie alla volontà e alla sensibilità di alcuni docenti, ma mi auguro che il pronunciamento decisamente favorevole da parte del Rettore e dell'Amministrazione dell'Ateneo possa consolidare questa esperienza che ha obiettivi educativi di grande spessore”.
Nella prima riunione del comitato è stata subito affrontata e condivisa la necessità di semplificare alcuni aspetti che riguardano le procedure amministrative relative all'iscrizione ai corsi da parte dei detenuti, nonché l'armonizzazione di aspetti organizzativi con quelli delle altre sedi universitarie firmatarie del protocollo.
“Si tratta di un'esperienza attiva da cinque, sei anni – ha detto il delegato recentemente nominato dal rettore dell'Università di Siena per il polo universitario penitenziario, Fabio Mugnaini – partita grazie all'interessamento di alcuni colleghi, Fabio Berti, Alessandro Fo, Gabriella Piccinni e Franco Belli, di cui ho raccolto il testimone. Ora, grazie all'intesa regionale questo progetto ha ora la possibilità di definire meglio la propria identità e i propri obiettivi, in un'ottica di coordinamento e maggiore integrazione della didattica. Ritengo che siamo di fronte a una possibilità fortemente educativa per quanto riguarda i detenuti, che evidenzia la funzione sociale
fondamentale dell'Università nel costruire la cittadinanza e nel restituirla. Per quanto riguarda i docenti, sarà l'occasione per mettersi alla prova in una dimensione del tutto
particolare, che aggiungerà un valore fortemente etico a quella che talora può essere una routine professionale”.
Per ora sono una ventina i detenuti del carcere di San Gimignano che stanno compiendo i loro studi universitari seguendo i programmi dei corsi di laurea delle facoltà di Scienze politiche, Economia e Lettere e filosofia dell'Università di Siena.
“La direzione – ha detto la dottoressa Rita Barbera, direttrice del carcere – punta molto su questo progetto, che pur avendo obiettivi difficili rappresenta un'opportunità educativa importante. L'esperienza degli anni passati è decisamente positiva e questo protocollo regionale potrà favorire la diffusione degli studi universitari tra i detenuti che hanno i requisiti per l'iscrizione agli studi, ai fini del reinserimento sociale”.
In alcuni casi sono stati organizzati programmi di attività periodiche da parte dei docenti presso il carcere di San Gimignano, mentre vengono tenuti incontri su temi specifici sotto forma seminariale o di conferenza, anche ai fini dell'orientamento allo studio. E proprio con questo fine è prevista l'attivazione di un progetto che vedrà coinvolti alcuni studenti tutor appositamente selezionati e formati per prestare il proprio servizio nei confronti degli studenti detenuti.
“Finora – ha concluso il professor Mugnaini – gli interventi di docenza presso il carcere
sono stati possibili grazie alla volontà e alla sensibilità di alcuni docenti, ma mi auguro che il pronunciamento decisamente favorevole da parte del Rettore e dell'Amministrazione dell'Ateneo possa consolidare questa esperienza che ha obiettivi educativi di grande spessore”.