L'ex presidente della Provincia ed ex consigliere regionale parla di politica, enti locali e gestione del territorio
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SIENA. Senza peli sulla lingua e probabilmente con la convinzione che c’è ancora la possibilità di tenere vivo il dibattito all’interno del Partito Democratico senese. Un dibattito non sulle cariche, sui compiti, suglio onori e gli oneri, ma su scelte politiche concrete, su strategie che possano far uscire il partito dal pantano in cui si è infilato e, con esso, anche il territorio dalla crisi che sta mordendo. Questa, in sintesi, l’intervista che Alessandro Starnini, oggi consigliere comunale a San Giovanni d’Asso ma in passato alto dirigente provinciale dei democratici senesi, ex presidente della Provincia ed ex consigliere regionale, ha inviato alla stampa.
Da consigliere regionale a consigliere comunale il passo non è proprio “scontato” ma lui lo giustifica con il suo “attaccamento a questo comune ,a tante persone che conosco e alle crete senesi, un territorio fantastico , il mio territorio. Quindi, prima di tutto , per S.Giovanni d’Asso.”
E di elezioni, ovvero di esiti elettorali, Starnini parla e precisa che “Le europee sono andate benissimo, le comunali male, e niente scuse. Non facciamo come nel calcio che danno la colpa al caldo!. Una differenza che deriva dal fatto che “a Roma fanno la rivoluzione delle riforme vere, da noi e in toscana c è il vuoto , l inerzia da troppo tempo . così alla prima lista civica che passa specie dove la crisi morde di più o appariamo più vecchi e fermi perdiamo. il governo del centro sinistra appare indistinto, senza un segno. Quando una persona come Paolo Canocchi,che stimo,si ritrova in una lista civica vuol dire che abbiamo sbagliato tutto. Attenzione, o prima o dopo, un elettorato che si è diviso dovrà ritrovarsi. E questi casi sono più di uno!”.
Non si piange addosso il neo consigliere comunale di San Giovanni d’Asso ed anzi lancia già ricette per “invertire la tendenza”: “Bisogna fare l’agenda del nuovo governo locale. A S. Giovanni d’Asso vogliamo dare un contributo. Cominciamo col chiedere che il Piano territoriale di coordinamento della provincia sia dichiarato decaduto. Non è previsto dalle nuove norme sulla provincia. Restino soltanto alcuni indirizzi per coordinarsi tra comuni. L’epoca della conformità dei piani urbanistici comunali a quello della provincia è finita. Di piani ce ne sono anche troppi. Apriamo la strada di una urbanistica nuova, semplice ed essenziale non come quella di ora incomprensibile e ingestibile. Comincia concretamente la sburocratizzazione. chiediamo a tutti i comuni ,agli ordini professionali e alle imprese di fare la stessa richiesta. Con le imprese e le associazioni agricole vogliamo individuare concretamente le norme e gli adempimenti demenziali da eliminare e lo faremo nei nostri regolamenti, poi chiederemo ai consiglieri regionali di farsene carico verso la regione.” Sulle leggi urbanistiche e sul paesaggio che sono state annunciate proprio in Regione, l’esponente democratico ha da dire la sua: “Se saranno ugualmente accentratrici, che tolgono ogni potere di sostanza ai comuni, e ugualmente burocratiche penso che bisognerà pensare a un possibile referendum abrogativo o comunque a una svolta nella prossima legislatura. Bisogna ripartire dalla Convenzione sul paesaggio non da quella costruzione burocratica che vuole la Marson, che non ci insegna nulla di come si tiene di conto il nostro territorio, cave comprese. Noi diciamo tutela e abbandono zero. Senza lavoro dell’uomo il nostro paesaggio non esiste lo capiscono o no! Oltre alla rigenerazione urbana serve la ri-generazione rurale che si fa con l’intervento dell’uomo. Penso che i comuni delle crete senesi dovrebbero lavorare insieme per cogliere le opportunità del prossimo piano di sviluppo rurale della regione”.
Sulle Regioni come enti l’ex consigliere regionale ha qualche critica da fare. ” “Penso che una gran parte della costruzione della regione degli anni 70 e 80 sia finita. Molto va ripensato. Ora comunque ci sono dei nodi ai quali non si sfugge. Mi dicono che la regione voglia ri-accentrare tutte le competenze a suo tempo delegate alle province. certamente si possono pensare modalità diverse da quelle usate in tutti questi anni per gestire l’agricoltura , il turismo etc. ma se tutto va negli uffici di Novoli , nel frattempo nasce la città metropolitana fiorentina il resto della toscana rischia di essere, per l’appunto, il resto o lo ” sciupo”. Non capisco come si possa avallare senza discutere questa linea o dire tranquillamente di si a una prossima candidatura alla presidenza senza un confronto su questi temi. Sarebbe semmai il caso che il Pd della toscana sud prendesse una posizione comune e costruisse fin da ora un coordinamento stabile. Da soli non si va da nessuna parte.”
In merito ai Comuni Starnini parla di tassazione locale e di possibilità di riduzione della pressione fiscale. “Da subito si deve lavorare a un piano di riassetto di tutto il governo locale, discusso con le popolazioni, (gestioni associate, unioni, fusioni etc.) ma tutto deve avere un obiettivo fondamentale, tra gli altri, ridurre i costi, massima produttività, abbattimento della tassazione secondo criteri di giustizia sociale e di aiuto al lavoro e all’impresa. Anche i lavoratori pubblici devono essere coinvolti e il sindacato, perche molte delle rigidità attuali non reggono più e invece molte e vere competenze potranno esser valorizzate al meglio. Mi risulta che in provincia è aperto un bando per il direttore della fondazione musei. Ecco fermiamoci! Se ne può fare tranquillamente a meno. Anzi la Fondazione dei Musei va sciolta. Costruiamo un nuovo patto con i cittadini sui costi standard del governo locale ..il costo giusto e la massima produttività delle macchine amministrative e dei servizi. Noi proporremo un accordo operativo con la provincia per tutte la manutenzioni delle strade bianche: si deve spendere solo per comprare la breccia perche il resto c’è tutto. Soluzioni di questo tipo si possono trovare per il resto delle manutenzioni anche quelle idrauliche e forestali. Noi proponiamo che sia presentata una legge per abolire i consorzi di bonifica e la relativa tassa che è sempre più sottoposta a contestazioni anche giuridiche. La manutenzione del territorio passi alla provincia e i lavori si facciano tutti in economia.”
Un Comune di centrosinistra, secondo l’esponente democratico dovrebbe avere delle caratteristiche ben precise: “Esistono alcune formule : 1) civismo e cioè rivolgersi alle persone alla rete dell’associazionismo per chiedere loro di contribuire fattivamente a tenere bene la comunità, già si son fatti alcuni passi. Generalizziamoli ma per farlo bisogna dimostrare che la macchina del comune è al massimo della efficienza e della produttività.. ricordiamocelo! 2) Tutto in chiaro! Ogni mandato di spesa sia messo on-line, c è persino qualche legge, non so quanto applicata. 3)Tutti volontari! Sarebbe utile che tutti i consiglieri del centro sinistra rinunciassero al gettone, che per altro è ben poca cosa ma si rende chiaro che siamo tutti volontari. 4) la nostra idea non può che essere quella di comunità ad alto senso civico, che investono nella bellezza e nella cultura a partire dalla capacita dalla comunità stessa di avere capacità critica e di comprensione dei grandi e piccoli fenomeni. 5) infine una azione serrata per ricreare le condizioni per creare lavoro e crescita economica. Non perdiamo l’occasione della programmazione comunitaria 2014-2020 . Molto dipende dalle scelte nazionali ed europee ma questo non è un alibi. Non accontentiamoci di quello che viene se viene. Mi prende il nervoso quando si fa festa perche la nostra Università è nei primi posti nelle graduatorie di repubblica o del ministero. Ma qui bisogna essere primi in Europa e molto più in su nelle classifiche mondiali!!! E avere un piano di crescita per dobbiamo recuperare lavoro e reddito con le potenzialità che abbiamo e la cultura la ricerca è una di quelle!!! … e potrei continuare! Intanto riorganizziamoci: noi chiederemo accordo operativo di lavoro per la crescita economica alla Fondazione MPS, in termini molto diversi dal passato, alla Camera di Commercio alla Fises alla Provincia ed ad alcune strutture della regione. Si riparte dalla impresa che c’è e dalla ricerca di investitori ,spetta anche a noi costruire le condizioni per mettere a frutto le vocazioni e le potenzialità che abbiamo”
Le aziende pubbliche che gestiscono servizi primari per i cittadini, come gas e trasporti, il consigliere democratico di San Giovanni d’Asso precisa: “Siamo sicuri che sia giusto che queste aziende che gestiscono i vari servizi in quanto vincono delle gare debbano restare nella proprietà degli enti locali? Perche mettere sulle tasche dei cittadini il rischio d impresa di queste aziende? E il comune proprietario quali interessi tutela quelli del bilancio della azienda che possiede o quelli dei cittadini? Il conflitto è permanente e concreto! E anche arretratezze non più nascondibili: paghiamo i rifiuti ancora con una formula approssimativa tra metri quadri e persone e non secondo la quantità effettiva dei rifiuti che uno produce. ci arrivano bollette del gas che sono acconti sul consumo che la azienda dice che faremo. Per non pagare i rifiuti di una abitazione vuota. Magari perche i genitori non ci sono più,dobbiamo disdettare tutte le utenze e….udite udite…togliere tutti i mobili!!! Piccoli o grandi esempi son tutte cose che vuole la azienda ma per i cittadini? Io faccio questa riflessione , non di più, ma son convinto che ci vogliono motivi e vantaggi molto solidi per i comuni e per i cittadini per continuare ad avere in proprietà queste aziende.”
Infine un “tuffo” nella sanità pubblica… “Non voglio parlare delle Scotte..ci ritornerò. Il punto è questo : il sistema rischia di andare fuori mercato per i tempi i ticket i minori finanziamenti. Stanno riprendendo varie forme di mutualità integrativa. Serve una nuova evoluzione del sistema che parta dai bisogni delle persone e non dalle strutture; un nuovo piano che metta a frutto il pubblico, tutto ciò che è convenzionato, il terzo settore, la mutualità integrativa e la diffusissima rete dei medici di medicina generale. Non sono ammesse resistenze a difesa di ciò che funziona peggio e costa di più, e niente privatizzazione perche non esiste. Da noi una riflessione è stata fatta vediamo di definirla compiutamente e poi procediamo. Siamo di fronte a uno degli elementi decisivi di innovazione l abbiamo fatto diverse volte ..non ci fermiamo! Chiederò un incontro alla direzione della Ausl per sapere della situazione delle prospettive comprese quelle dei pensionamenti del personale e i loro effetti sui servizi.”