Intervento del Circolo sullo studio presentato il 31 marzo
SIENA. La consultazione sulla proposta di ristrutturazione dell’area del Rastrello, frettolosamente organizzata dal Comune forse condizionato da spinte emotive e da pesanti pressioni, ha messo in evidenza quanto già si sapeva: la proposta non riguarda che marginalmente lo stadio e le sorti della squadra di calcio. Il nocciolo della questione è la realizzazione di un complesso immobiliare addossato al centro storico della città che snaturerebbe tutti gli equilibri sociali, economici ed urbanistici di Siena.
Basta pensare che solo la parte commerciale prevede una superficie più o meno pari a quella di tutti i negozi che ci sono in via Banchi di Sopra, tra la Croce del Travaglio e Piazza Salimbeni. I parcheggi previsti sono oltre 1200, di cui 550 in box da vendere a 50.000 euro l’uno. Ma non si diceva che andava favorita la mobilità su mezzo pubblico, anziché incentivare il trasporto privato, che andrebbe tutto a gravare sulle solite strade esistenti (Via Diaz e Via Battisti)?
Il rischio è che in un colpo solo si comprometta un patrimonio che è ammirato da tutto il mondo: quello di un centro storico circondato da valli verdi, voluto con grande lungimiranza dal piano regolatore del 1956, che ha fortunatamente bloccato un’espansione a macchia d’olio della città che avrebbe compromesso l’unicità di un tessuto urbanistico prezioso ed irripetibile.
Si vorrebbe addossare al centro storico, in una valle dove la presenza delle leggere strutture delle tribune non riesce ad annullare la prevalente vocazione di area verde, un centro commerciale e di servizi come ce ne sono da qualsiasi parte, in Italia, in Europa e nel mondo. Proprio il contrario di ciò che dobbiamo fare per salvaguardare il futuro della città, della sua unicità, della sua ricchezza. Turismo e cultura sono il futuro per l’economia, per l’occupazione, per la crescita di Siena. Tutto ciò che vuol rendere Siena uguale alle altre città in realtà la condanna ad un futuro mediocre e senza prospettive.
Sono inoltre tanti i pericoli a cui si andrebbe incontro: basta pensare che a ridosso delle mura della fortezza si realizzerebbe uno scavo di 15 metri di profondità per realizzare i famosi parcheggi interrati, che a ridosso di Viale del Mille (tutto poggiante su terreno di riporto) si andrebbe a costruire un edificio di svariati piani per sostenere il quale si dovrebbero cercare terreni solidi a grande profondità e realizzare pesanti paratie in cemento. Il risultato sarebbe che su via 25 aprile non si avrebbe più la cortina dei grandi alberi attuali e l’affaccio sulla conca del Rastrello, ma un edificio che sporge di 4 metri dal piano strada, a colloquio diretto con le mura della fortezza. Stessa situazione in Viale dei Mille, almeno vicino a S. Domenico. Qualcuno ricorda cosa è successo alla stazione? Il tutto richiederebbe tra l’altro di rimuovere più di 90.000 mc di terreno (immaginabili le conseguenze del traffico dei mezzi pesanti alle strade esistenti). E durante i lavori la squadra dove gioca? Alle Taverne, dove l’Asta aspetta ancora di finire i lavori e che qualcuno rispetti gli impegni che si è assunto? E finiti i lavori in che categoria si gioca, con la capienza delle tribune ridotta di 5.000 posti?
I promotori dell’iniziativa hanno fatto poi un clamoroso autogol, prospettando la costruzione di una nuova scuolina affogata nel cemento per sostituire la bella e caratteristica Scuola Elementare Sclavo nella speranza di accattivarsi il consenso dei genitori dei bambini che la frequentano, senza considerare che l’edificio attuale è invece molto apprezzato, arioso e con tanti spazio libero per i giochi.
Se si vogliono fare zone commerciali e di servizi nuove, si faccia come si è fatto da cinquant’anni a questa parte: lontani dal centro storico, con viabilità adeguata, senza gravare sugli equilibri delicati della città. Ma soprattutto non si venga a dire che i problemi della crisi si risolvono con lavori affidati ad imprese che vengono da fuori, con l’occupazione precaria ed i bassi salari dei centri commerciali, con risorse finanziarie di cui nessuno al momento dispone: non c’è bisogno di andare in Germania per trovare banche che sanno mettere per iscritto solo che cercheranno i finanziatori.
Chiediamo alla città di mobilitarsi; di dare fondo alla propria intelligenza ed alla propria cultura. Troppo smaccata e volgare è la manovra di cavalcare strumentalmente le pulsioni istintive della tifoseria, usata spregiudicatamente come forza di pressione per sostenere fini del tutto particolari e privati che nulla hanno a che vedere con gli interessi generali della città.
Salviamo la Conca del Rastrello!
Circolo Città Domani