"Il Sindacato pensionati SPI CGIL di Siena, alla luce della situazione economica e sociale del Paese, ha sottolineato più volte con forza la necessità di politiche da parte del governo in favore dei pensionati con particolare attenzione ai redditi più bassi.
Mentre chiedevamo interventi strutturali per far fronte alla perdita di potere d’acquisto delle pensioni dovuta all’eccessivo carico fiscale ed al mancato allineamento al costo della vita, il governo ha risposto con la social card.
Le critiche che sono state rivolte da più parti a questo strumento trovano conferma anche nei numeri: al CAAF CGIL senese, ad esempio, sono state presentate ad oggi 508 domande e solo 187 di queste avevano i requisiti richiesti.
Se anche prendiamo il dato complessivo delle tessere caricate in provincia di Siena – 608 – vediamo come con un semplice raffronto con i quasi 30.000 pensionati senesi con una media-pensione al di sotto dei 500 euro sia facilmente comprensibile l’esiguo impatto della social card sulla popolazione più debole e bisognosa.
Pur prendendo i dati con la dovuta cautela, crediamo che in provincia di Siena non siano tutti ricchi, ma piuttosto che per accedere al beneficio vi siano troppo requisiti e soprattutto che siano troppo limitativi e che quindi non consentano alla maggior parte dei pensionati di usufruire di questa ‘carità’.
Al danno si è aggiunta poi un’atroce beffa per quelle persone che pur entrando in possesso della social card se la sono trovata scarica al momento di fare acquisti, come è avvenuto in più parti della provincia senese.
Lo SPI CGIL di Siena continuerà la mobilitazione e la lotta affinché siano garantiti il potere d’acquisto delle pensioni e soprattutto la dignità delle persone, cosa che la social card non è assolutamente in grado di assicurare".