Che fine hanno fatto, e che valore hanno, gli atti di indirizzo approvati dal Consiglio Comunale?
SIENA. Addio sogni di gloria! Il Sindaco oggi in consiglio comunale, tra una comunicazione e l’altra, ha cortesemente informato consiglieri e cittadini che tutto il lavoro prodotto in questa legislatura dalla Commissione Cultura e l’atto di indirizzo sul Santa Maria della Scala approvato il 24 luglio scorso sono da considerarsi carta straccia. L’uomo solo al comando ha deciso: il Santa Maria della Scala sarà affiancato al Museo Civico sotto la guida di un Dirigente/Direttore (sic!), affiancato da un Comitato Scientifico (manco a dirlo, di alto livello!) che dovrà determinare le politiche culturali del comune di Siena, mentre i servizi saranno esternalizzati. È stato anche detto con chiarezza che non vi è alcuna intenzione di perseguire il completamento della ristrutturazione del complesso museale in quanto non ci sono neppure i soldi per mettere in sicurezza quanto già realizzato. Altro che trasferimento della Pinacoteca Nazionale! Seguono i ringraziamenti a Fondazione MPS e a Struttura Consulting srl per la preziosa collaborazione, ci auguriamo prestata a titolo gratuito visto anche il risultato.
Tutto questo mentre fino a qualche giorno fa si facevano balenare grandi scenari, si scendeva nei particolari della forma di gestione sbandierando, da parte dell’assessore Vedovelli, la scelta di un consorzio pubblico e via mistificando. Ci si è presi gioco dei consiglieri comunali, dei media, ma soprattutto dei cittadini a cui è stato nel frattempo graziosamente concesso il contentino degli Stati Generali della Cultura (per fare poi cosa?).
Ricordiamo ad ogni buon conto all’ineffabile Sindaco e alla sua Giunta che ad oggi sono stati approvati a riguardo del Santa Maria della Scala ben due atti di indirizzo, uno del 2011, che prescrive la realizzazione di una fondazione di partecipazione per la gestione del complesso museale (approvandone anche lo statuto), ed uno del 24 luglio 2014 che, superando la posizione del 2011 in virtù di una mozione approvata all’unanimità nel febbraio 2014, prescrive al Sindaco di procedere in termini certi alla individuazione di un adeguato modello gestionale, dando nel contempo una lunghissima serie di prescrizioni, prima tra tutte il trasferimento della Pinacoteca Nazionale e il graduale completamento del progetto Canali debitamente aggiornato.
Non crediamo, con tutto il rispetto, che queste deliberazioni del consiglio comunale possano essere sostituite da una semplice “comunicazione” del Sindaco. Riteniamo quindi indispensabile che sia presentata in consiglio quanto prima una delibera di Giunta e vedremo allora chi sarà disposto a sottoscrivere pubblicamente la sostanziale rinuncia della Città al suo patrimonio più caro.