Laudanna cerca risorse, Rossi le promette
SIENA. (a. m.) La chiusura del Santa Maria della Scala è un ulteriore passaggio negativo per la cittàed è una testimonianza delle difficoltà che la città sta attraversando da tempo. Un problema che sta preoccupando anche il commissario prefettizio Enrico Laudanna. Dal Ccomune si fa sapere che sta cercando di trovare le risorse economiche per garantire l’apertura dell’intero complesso museale: sarebbero in corso contatti sia con la Banca Montepaschi sia con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Nel dibattito svoltosi nella serata di mercoledì alla festa provinciale del PD, Rossi ha detto: “Sarebbe una vergogna veder chiudere il Santa Maria della Scala, il primo ospedale al mondo, un monumento nazionale alla solidarietà che dovrebbe essere tutelato prima di tutto dallo Stato, più che dagli enti locali. Da parte nostra ci impegneremo a reperire le risorse necessarie a garantire la sua continuità gestionale e la sua apertura al pubblico. Si tratta di un patrimonio di altissimo valore storico e culturale non solo per Siena ma per tutta la Toscana, che non possiamo permetterci di tenere chiuso”.
Resta da capire se le intenzioni del commissario prefettizio a risolvere la crisi del museo e la disponibilità di Rossi a trovare risorse finanziare per continuare a tenere aperto il museo si incontreranno. Che ci fossero problemi finanziari per il Santa Maria era noto ancne all’amministrazione guidata dal’ex Franco Ceccuzzi. Tanto che lo scorso marzo il consiglio comunale proprio per rilanciare e valorizzare il museo aveva approvato lo statuto di una Fondazione di partecipazione. Per il comune il Santa Maria aveva, ed ha ancora ovviamente, necessità di una maggiore attrattività”, di un rilancio, di continuità nella gestione dei vari problemi, di continuità nei rapporti di lavoro. Tutte azioni che una gestione commissariale non può fare, limitandosi a lavorare sull’esistente. Il progetto prevedeva che la gestione “connotata da un esteso rapporto con il territorio” avrebbe dovuto inserire tutto il complesso “nel sistema di relazioni con le altre istituzioni, locali, nazionale ed estere e la cittadinanza” e avere un ruolo di effettivo punto di programmazione, fruizione, indirizzo e coordinamento delle attività culturali. Doveva essere il fiore all’occhielo della politica culturale comunale e il faro guida per una città che si è candidata a capitale della cultura europea per il 2019.
Resta da capire se le intenzioni del commissario prefettizio a risolvere la crisi del museo e la disponibilità di Rossi a trovare risorse finanziare per continuare a tenere aperto il museo si incontreranno. Che ci fossero problemi finanziari per il Santa Maria era noto ancne all’amministrazione guidata dal’ex Franco Ceccuzzi. Tanto che lo scorso marzo il consiglio comunale proprio per rilanciare e valorizzare il museo aveva approvato lo statuto di una Fondazione di partecipazione. Per il comune il Santa Maria aveva, ed ha ancora ovviamente, necessità di una maggiore attrattività”, di un rilancio, di continuità nella gestione dei vari problemi, di continuità nei rapporti di lavoro. Tutte azioni che una gestione commissariale non può fare, limitandosi a lavorare sull’esistente. Il progetto prevedeva che la gestione “connotata da un esteso rapporto con il territorio” avrebbe dovuto inserire tutto il complesso “nel sistema di relazioni con le altre istituzioni, locali, nazionale ed estere e la cittadinanza” e avere un ruolo di effettivo punto di programmazione, fruizione, indirizzo e coordinamento delle attività culturali. Doveva essere il fiore all’occhielo della politica culturale comunale e il faro guida per una città che si è candidata a capitale della cultura europea per il 2019.