di Augusto Mattioli
SIENA. Sono molto critici i sindacati di categoria del commercio e del turismo riguardo alle deroghe che i comuni di Siena, Abbadia, Chianciano, Monteriggioni, Pienza, San Quirico hanno concesso per l’apertura dei negozi domani primo maggio, nella speranza che i turisti affollino i negozi per fare acquisti, Senza pensare – sottolineano i sindacati – che in questo periodo di vacche magre la gente ha poca disponibilità a spendere. La decisione non li trova consenzienti tanto da proclamare una giornata di sciopero. Davvero paradossale nella giornata della festa del lavoro.
Questa mattina i sindacati hanno spiegato la loro posizione in una conferenza stampa tenuta in piazza Salimbeni davanti al banchetto della raccolta delle firme contro la deroga.
”E’ molto grave – ha detto Franco Capaccioli della Filcams Cgil- presa dal comune di Siena e da altri comuni della provincia di permettere l’apertura nei giorni festivi compreso il primo di maggio delle attività commerciali. C’è una legge della Regione che stabilisce che in queste giornate le attività dovrebbero restare chiuse e solamente attraverso la concertazione tra le parti i comuni potrebbero derogare a questa norma : Soprattutto il comune di Siena – ha continuato Capaccioli- non ha ritenuto neanche di ascoltare le nostre ragioni. Noi abbiamo proclamato lo sciopero sia per permettere ai lavoratori del commercio di fare la festa del lavoro, sia per protestare nei confronti del comune che toglie dei diritti ai lavoratori. Mi pare un fatto molto grave soprattutto da parte di una giunta che dovrebbe essee molto vicina ai valori e alla storia della festa del lavoro”.
“Altri comuni, non solo toscani – ha aggiunto Gianfranco Mazza della Cisl – avevano deciso una cosa del genere e poi sono tornati indietro, ritenendo di non dover perseverare in questa decisione che dà un segnale per il mondo del lavoro veramente brutto. Il problema di fondo non è però solo la festa del primo maggio ma la possibilità per i lavoratori del settore di vedere rispettati i loro diritti. Spesso sono interessati negozi molto piccoli dove i dipendenti non possono esercitarli in pieno”.
Le firme raccolte dai sindacati, oltre tremila anche di cittadini, saranno recapitate all’assessore competente Daniela Bindi.
SIENA. Sono molto critici i sindacati di categoria del commercio e del turismo riguardo alle deroghe che i comuni di Siena, Abbadia, Chianciano, Monteriggioni, Pienza, San Quirico hanno concesso per l’apertura dei negozi domani primo maggio, nella speranza che i turisti affollino i negozi per fare acquisti, Senza pensare – sottolineano i sindacati – che in questo periodo di vacche magre la gente ha poca disponibilità a spendere. La decisione non li trova consenzienti tanto da proclamare una giornata di sciopero. Davvero paradossale nella giornata della festa del lavoro.
Questa mattina i sindacati hanno spiegato la loro posizione in una conferenza stampa tenuta in piazza Salimbeni davanti al banchetto della raccolta delle firme contro la deroga.
”E’ molto grave – ha detto Franco Capaccioli della Filcams Cgil- presa dal comune di Siena e da altri comuni della provincia di permettere l’apertura nei giorni festivi compreso il primo di maggio delle attività commerciali. C’è una legge della Regione che stabilisce che in queste giornate le attività dovrebbero restare chiuse e solamente attraverso la concertazione tra le parti i comuni potrebbero derogare a questa norma : Soprattutto il comune di Siena – ha continuato Capaccioli- non ha ritenuto neanche di ascoltare le nostre ragioni. Noi abbiamo proclamato lo sciopero sia per permettere ai lavoratori del commercio di fare la festa del lavoro, sia per protestare nei confronti del comune che toglie dei diritti ai lavoratori. Mi pare un fatto molto grave soprattutto da parte di una giunta che dovrebbe essee molto vicina ai valori e alla storia della festa del lavoro”.
“Altri comuni, non solo toscani – ha aggiunto Gianfranco Mazza della Cisl – avevano deciso una cosa del genere e poi sono tornati indietro, ritenendo di non dover perseverare in questa decisione che dà un segnale per il mondo del lavoro veramente brutto. Il problema di fondo non è però solo la festa del primo maggio ma la possibilità per i lavoratori del settore di vedere rispettati i loro diritti. Spesso sono interessati negozi molto piccoli dove i dipendenti non possono esercitarli in pieno”.
Le firme raccolte dai sindacati, oltre tremila anche di cittadini, saranno recapitate all’assessore competente Daniela Bindi.