di Antonio Gigli
SIENA. Cento anni fa esatti nasceva Silvio Gigli, uno dei senesi più illustri del XX secolo. Scrittore, giornalista, conduttore, personaggio poliedrico, vulcanico ideatore di mille iniziative, ma soprattutto amante della sua città. Per quasi 50 anni fu la voce del Palio nel mondo. Le sue radiocronache fecero conoscere il Palio di Siena dappertutto e la sua frase di commiato “e Siena trionfa immortale” è ancora oggi ricordata da tanti contradaioli.
Nacque da una famiglia umile, il padre vetturino, la madre casalinga, il fratello per anni titolare di un'edicola, ma fin da piccolo spiccarono le sue notevoli doti. Non aveva vent'anni che già aveva scritto dei veri e propri capolavori della commedia vernacolare senese come “Le gioie della famiglia”. Iniziò la sua attività come giornalista alla Nazione e poi al Telegrafo, per arrivare, tra le due guerre mondiali, all'Eiar (la Rai). Qui condusse fino agli anni '80 trasmissioni di enorme successo, come “Botta e risposta” (primo quiz radiofonico), “Sorella Radio” e tante altre che servirono a scoprire nuovi talenti come Gianni Morandi, Orietta Berti, Loretta Goggi e Iva Zanicchi, tra gli altri. Le sue doti di scrittore gli valsero la nomina all'Accademia della Crusca. Non recise mai, però, il legame con la sua città. Insignito del Mangia d'Oro, Silvio Gigli ha ideato la benedizione contradaiola. Di famiglia tartuchina, Silvio Gigli, scomparso nel 1988, è oggi ricordato con una Piazza a lui dedicata proprio nel cuore del suo rione, mentre a Roma, proprio di fronte alla sede della Rai, una via porta il suo nome.
SIENA. Cento anni fa esatti nasceva Silvio Gigli, uno dei senesi più illustri del XX secolo. Scrittore, giornalista, conduttore, personaggio poliedrico, vulcanico ideatore di mille iniziative, ma soprattutto amante della sua città. Per quasi 50 anni fu la voce del Palio nel mondo. Le sue radiocronache fecero conoscere il Palio di Siena dappertutto e la sua frase di commiato “e Siena trionfa immortale” è ancora oggi ricordata da tanti contradaioli.
Nacque da una famiglia umile, il padre vetturino, la madre casalinga, il fratello per anni titolare di un'edicola, ma fin da piccolo spiccarono le sue notevoli doti. Non aveva vent'anni che già aveva scritto dei veri e propri capolavori della commedia vernacolare senese come “Le gioie della famiglia”. Iniziò la sua attività come giornalista alla Nazione e poi al Telegrafo, per arrivare, tra le due guerre mondiali, all'Eiar (la Rai). Qui condusse fino agli anni '80 trasmissioni di enorme successo, come “Botta e risposta” (primo quiz radiofonico), “Sorella Radio” e tante altre che servirono a scoprire nuovi talenti come Gianni Morandi, Orietta Berti, Loretta Goggi e Iva Zanicchi, tra gli altri. Le sue doti di scrittore gli valsero la nomina all'Accademia della Crusca. Non recise mai, però, il legame con la sua città. Insignito del Mangia d'Oro, Silvio Gigli ha ideato la benedizione contradaiola. Di famiglia tartuchina, Silvio Gigli, scomparso nel 1988, è oggi ricordato con una Piazza a lui dedicata proprio nel cuore del suo rione, mentre a Roma, proprio di fronte alla sede della Rai, una via porta il suo nome.